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MAPPA E MONUMENTI DELLA CITTA' | ||
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Chiesa di S.Francesco |
Monumento ai Caduti |
Logge dei Tiratori |
S.Maria dei Bianchi |
S.Giovanni |
S.Domenico
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Chiesa di S.Francesco |
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Costruita insieme al convento tra il 1230 e
il 1240, quindi pochissimi anni dopo la morte di
Francesco
(1226). Il campanile ottagonale fu completato invece più tardi (1477)
L'opera è stata attribuita all'architetto frate Bevignate di Cingoli, ma non è certo, infatti egli sarebbe nato nel 1250 |
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Il complesso sorge nello stesso luogo ove era situata la casa degli
Spadalonga, amici di Francesco,
che lo accolsero affettuosamente quando, nel 1207, si spogliò degli
abiti che indossava e con un misero camiciotto, lasciò la sua famiglia e
Assisi, rifugiandosi a Gubbio. La traccia dei muri della Casa degli Spadalonga è conservata e ben visibile nella sacrestia
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E' la sola chiesa a tre navate della città. All'interno 14 grandi
pilastri ottagonali di pietra sorreggono la volta impostata ad uguale
altezza in tutte tre le navate. Le volte e i capitelli sono il risultato della ristrutturazione del 1754. La Cappella a destra è divisa da una volta quattrocentesca. Nella parte superiore si osservano frammenti di affreschi trecenteschi; sotto la volta, al centro Cristo Redentore, ai lati gli Evangelisti. Nel Convento è notevole, per il suo valore storico-artistico, il "Chiostro della pace", sul quale si affaccia la "Sala del Capitolo" dove, un tempo, i frati si riunivano per decidere sulle norme della loro vita conventuale (quando non fu più utilizzata per tali scopi, per molti anni e fino pochi decenni fa ha rappresentato il magazzino di deposito del sale dei Monopoli di Stato, la cosiddetta: "salara"). Dallo stesso "chiostro della pace" si accede al "Refettorio", ora trasformato in sala congressi, e al "chiostro maggiore", il vero e proprio chiostro del convento, non aperto al pubblico, se non in occasioni eccezionali come rassegne d'arte e spettacoli classici. |
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Nello spazio tra la chiesa e il vecchio ospedale, in pratica sulla sinistra della facciata, al confine dell'orto dei frati, è stato posto nel 1997 un monumento bronzeo che raffigura S. Francesco e il lupo. L'opera, dell'artista Roberto Bellucci, è stata realizzata da un comitato cittadino insieme al contributo del Comune e delle antiche corporazioni medioevali come l'Università dei Muratori, dei Fabbri, dei Falegnami, dei Calzolari, dei Sarti e della Società Operaia di Mutuo Soccorso. Esso ricorda il famosissimo ammansimento del Lupo ad opera del Santo
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In occasione del Grande Giubileo del 2000, nella Chiesa e nel Convento di S. Francesco è stato fatta un'importante opera di restauro e consolidamento dalle ditte: Pierotti Carlo di Gubbio, Calosi del Mastio di Firenze e EdilFaramelli di Gubbio, su progetto degli Ingegneri: Marco Balducci, Roberto Regni, Roberto Radicchia e degli Architetti: David Pasquinelli e Raffaele De Angelis. | ||||||||||
Monumento ai Caduti nella Grande Guerra (1915-1918) |
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Appena terminata la Grande Guerra (1915-1918) a Gubbio si decise di
costruire un monumento che ricordasse i combattenti caduti. |
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I
combattenti eugubini
caduti nella Grande Guerra furono 722. A Loro erano stati dedicati, nel 1924, anche i lecci del Viale della Rimembranza. L'8 giugno 2003 è stata collocata una stele commemorativa, su iniziativa del Rotary Club Gubbio, proprio all'inizio di tale viale. In pratica essa sostituisce le targhette che 80 anni prima erano state poste alla base di ciascuna pianta del viale e che recavano il nome di ogni soldato eugubino, morto durante la 1° Guerra Mondiale. Ora, in un unico luogo, sono idealmente raggruppati tutti i nomi dei nostri caduti. |
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Logge dei Tiratori |
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L'edificio
che ora viene indicato con questo nome è in realtà costituito da due
diverse costruzioni: la
Chiesa dei Bianchi con l'attiguo
Ospedale della Misericordia, attivo fino al 1628 (al piano stradale)
e la Loggia dei Tiratori vera e propria (al piano superiore). Chiesa ed Ospedale, la cui amministrazione era affidata alla "confraternita laica della Beata Vergine Maria", sono dell'inizio del 1300. Oggi, in alcuni giorni della settimana è sede di un mercatino soprattutto di frutta. |
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Solo all'inizio del Seicento (1603) il complesso venne sopraelevato e
dotato della vasta loggia adibita a "Tiratoio dei Pannilani":
questa Loggia è una delle pochissime rimaste in Italia e sicuramente la
più grande e meglio conservata. Sotto la loggia venivano poste ad asciugare, all'ombra, dopo aver ricevuto la tinta, le stoffe di lana ben tese in modo da assumere lunghezza e larghezza determinate. La sua costruzione sta a testimoniare la potenza raggiunta dalla "Corporazione dell'Arte della Lana" che a Gubbio aveva creato una vera e propria industria molto rinomata anche fuori dei confini del Ducato di Urbino, di cui Gubbio faceva parte. |
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S.Maria dei Laici (detta dei Bianchi) |
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Questa chiesa fu costruita nel 1325 insieme, pochi anni
dopo, all'ospedale in futuro chiamato "Spedal Grande" e il
loggiato antistante, per le quali opere la comunità di Gubbio donò
la pietra, dalla Confraternita dei Laici della Beata Vergine Maria. Nel periodo 1400/1500 la Chiesa era parte integrante dell’ospedale; quando quest’ultimo venne trasferito in un’altra parte della città essa restò indipendente dal complesso ospedaliero che venne venduto alla Corporazione della lana, la quale, agli inizi del 1600 secolo, vi costruì sopra la “Loggia coperta” per alloggiarvi 40 “tiratori per la lana” e vi ricavarono 7 botteghe. Nel 1467 venne edificato anche un campanile a vela con laterizi e vennero realizzate due finestrature sul fronte nord e sud per dare luce al presbiterio. Lungo le pareti della chiesa corre un ciclo composto da 24 tavole e realizzato intorno al 1607 da Felice Damiani con tema la “Vita della Vergine“. Interessante la presenza nella chiesa,sulla parete di sinistra, del dipinto ad olio, noto come l’Annunciazione di Federico Barocci (Urbino, 1528/1535 – Urbino, 30 settembre 1612). L'opera fu commissionata l'8 aprile 1610 dal Priore Conte Muzio Beni della Confraternita dei Bianchi a Federico Barocci che, tuttavia, non portò a termine l'incarico. Il dipinto fu ultimato dall'allievo Ventura Mazzi da Cantiano entro il 1619. Il complesso era di proprietà del Comune di Gubbio e ogni Capitano del popolo entrando in carica ne prendeva solennemente possesso, mentre l'amministrazione era affidata alla Confraternita di Laici della Beata Vergine Maria (una delle molte corporazioni medievali, esistenti in Gubbio). Architettonicamente la Chiesa è organizzata su due livelli: al primo una cripta affrescata, al secondo la zona per il culto. |
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E' a navata unica con copertura a capriata lignea. |
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Chiesa di S.Giovanni |
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Questa chiesa occupa presumibilmente il luogo ove esisteva un'
antichissima chiesa dotata di fonte battesimale e con ogni probabilità
sul sito occupato in precedenza dal primitivo Duomo di San Mariano. La costruzione del tempio nelle forme attuali avvenne nella prima metà del Duecento. La chiesa ha una facciata gotica ma il campanile è romanico. L'interno è costituito da una singola navata con grandi arconi ogivali di pietra che sorreggono il tetto, caratteristica questa delle chiese gotiche eugubine di quei tempi. L'abside è quadrata, mentre il tetto è sostenuto da archi in pietra su colonne binate. L’interno “fu rimesso nell’antico stile gotico circa l’anno 1865”. Tra le opere d’arte presenti in chiesa vanno ricordate: la S. Barbara e la S. Lucia di Benedetto Nucci (1° altare sin.); la Vocazione di S. Pietro (1573) di Giovanni M. Baldassini (2° altare dx) I dipinti murali della cappella del battistero furono eseguiti nel 1828-29 dall’eugubino Annibale Beni. Il fonte è opera lapidea datata 1510. Resti di affreschi gotici e tardogotici sono visibili sulle pareti della chiesa. |
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Dal 1998 al 2011 all'esterno della chiesa sono state girate numerose scene dello sceneggiato di Don Matteo dalla prima all'ottava stagione.
La piazza antistante si presenta con una
riqualificazione realizzata su progetto di
Gae Aulenti che lo donò al Comune.
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Chiesa di S.Domenico |
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Inizialmente la chiesa, costruita nel 1186, era dedicata a
S.Martino, ma un secolo più tardi (1287) fu ingrandita e
dedicata a S.Domenico, ma la piazza anistante, nonostante fosse
attribuita a Giordano Bruno, ancora per gli Eugubini è la "Piazza
di S. Martino", da nome anche del Quartiere di appartenenza. |
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Palazzo del Capitano del Popolo |
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Costruito verso la metà del 1200, era la residenza del Capitano del Popolo, carica che aspettava al capo e rappresentante dei lavoratori che costituivano le corporazioni e aveva l'incarico di difenderli nei confronti del podestà, il quale poteva essere o apparire come il difensore della nobiltà e della borghesia.
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Il “pietrone” o “petrone” è una pietra di forma ovoidale,
inserita nel selciato davanti al Palazzo del Capitano del Popolo ma che
in realtà era l’antica residenza della Famiglia Gabrielli: non
esistono notizie certe sulle origini di tale pietra, tante le ipotesi
che nel corso del tempo sono state formulate, ma per ora nessuna fonte
ha trovato una corrispondenza nella documentazione d’archivio. I primi cenni sulla esistenza di questa particolare pietra li abbiamo nella metà del XVII secolo in quanto era diventato il vocabolo con il quale indicare una parte della parrocchia di San Secondo o del quartiere di San Martino: l’attuale “pietrone” risale ai mesi precedenti la Pasqua del 1949. Il precedente, in forma più tondeggiante, era tutto sconnesso e rotto in varie parti, dava piuttosto l’impressione di una vecchia macina da mulino posizionata lì proprio per far da supporto al "cataletto del Cristo Morto", durante la Pocessione del Venerdì Santo, per non depositarlo sulla fanghiglia della strada, che per la stagione in cui si celebra il Venerdì Santo, era quanto mai frequente: nei registri d’amministrazione della Confraternita di S.Croce della Foce sono annotate quasi tutti gli anni le spese per la pulitura dal fango quella parte di strada che va dalla chiesa di Santa Croce al “petrone”. Ancora oggi sopra il “pietrone” durante la Processione del Venerdì Santo il cataletto con il Cristo Morto viene fermato ed “offerto” per circa 15 minuti alla venerazione dei fedeli. |
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Palazzo del Bargello |
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Solido, austero e piccolo palazzo costruito nel 1302,
fu il primo palazzo pubblico. Conserva perfettamente la sua struttura
originaria in stile gotico. Il suo nome gli deriva dal "Bargello"
che, in età comunale, era un magistrato con funzione di polizia.
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Fonte e Chiesa di S.Giuliano |
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Nel 2001 sulla Fontana è stato eseguito un importante e radicale lavoro di restauro. Nel 2002 è stato pubblicato, con una splendida veste tipografica, il libro "La fontana del Bargello tra storia e restauro". Autori: Fabrizio Cece, Ettore A. Sannipoli, Alessandro Bazzoffia. L'opera assume un' importanza fondamentale per le molte notizie sulla storia della fontana (fons Sancti Juliani eugubii) e sul suo recente lavoro di restauro, eseguito appunto nel 2001. La Chiesa di S.Giuliano costruita, ai primi del 1200, sopra la seconda porta della cinta umbra (porta tessenaca); come testimonia un documento del 2 gennaio 1182 in cui Papa Lucio III conferma alla Canonica di S. Mariano (antico nome dell’attuale Cattedrale) il possesso di privilegi e beni, tra cui una “capellam Sancti Iuliani supra portam civitatis positam”; e un altro risalente agli anni compresi tra il 1188 e il 1194 in cui il vescovo Bentivoglio ribadisce alla Canonica di S. Mariano il possesso della “... ecclesiam Sancti Iuliani positam supra murum civitatis Eugubini”. La facciata della chiesa presentava in origine una struttura semplice, tipica dell’epoca romano-gotica. Fu modificata nel ‘600 con l’aggiunta di un portale in arenaria, un balcone e un campanile terminante a cupola che verso il 1950 fu abbattuto, in quanto pericolante. Nel 1969, il Comitato Romano dell’Associazione “Maggio Eugubino” restaurò a proprie spese questo antichissimo luogo sacro consolidandone lo stabile, riaprendo le quattro grandi porte laterali ed elevando il frontale con l’eliminazione del moncone del campanile secentesco. Attualmente l'Università dei Sarti vi festeggia il proprio santo protettore: S.Omobono. |
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Le deliberazioni del 13/12/1321 e del 18/1/1322 stabilivano che i palazzi fossero costruiti in un luogo che confinasse con tutti 4 i quartieri per realizzare così un centro di governo che non fosse inserito in alcun quartiere in particolare, ma li toccasse tutti. Per attuare il progetto fu necessario colmare la mancanza di terra tra i due palazzi con le 4 grandi volte (Arconi) che sorreggono Piazza Grande. La costruzione del palazzo e della piazza, venne intrapresa nel 1332; a distanza di soli quattro anni venne posto in opera il portale d'ingresso del Palazzo dei Consoli, come riporta l'epigrafe..."quando fu posta questa pietra anno 1336 nel mese ottobre".
Nel 1338 il Palazzo dei Consoli fu inaugurato, seppure ancora
non totalmente completato.
La grande scalinata immette nel grande "Salone dell'Arengo"
grandioso ambiente, coperto da una unica volta a botte, che occupa quasi lo spazio dell'intero piano: era, ai tempi del libero comune, il luogo delle adunanze di tutti i capi famiglia della città per essere consultati prima delle decisioni più importanti.
Nelle sale del piano superiore è sistemata una interessante
Pinacoteca con opere, prevalentemente di scuola umbra, dal XIII al XVIII secolo.
Ai lati del tetto i merli e la torre campanaria, che raggiunge l'altezza da terra di 52 m. e ospita il Campanone, gigante di 21 quintali di bronzo, rifuso nel 1769, che ricorda la voce del Libero Comune di Gubbio.
Probabilmente doveva avere la stessa altezza e lo stesso coronamento di merli del Palazzo dei Consoli. Lungo gli spigoli dell'edificio che guardano la piazza sono chiaramente visibili sulla pietra i segni della brusca
interruzione dell'opera (1350) allorquando la democrazia comunale lasciò il passo alla voglia di potere del signorotto di turno,
Giovanni Gabrielli,
che divenne, con un colpo di mano, signore di Gubbio.
Eccezionale e ardito è il criterio adottato nella costruzione dell'edificio: un
unico pilastro centrale sul quale poggiano robusti archi che si congiungono ai muri perimetrali e sorreggono il carico delle volte e dei solai.
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Piazza Grande, rappresenta una tra le più suggestive realizzazioni urbanistiche medievali. Di fatto è un ardito sistema di comunicazione tra i due palazzi e pertanto contemporaneo alla loro realizzazione. E' una piazza pensile, sorretta per la maggior parte da quattro Arconi. |
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In questa piazza si svolgono importanti e fantastici momenti della Festa dei Ceri. Nella stessa circostanza gli Arconi sottostanti vengono utilizzati per preparare e servire il pranzo a diverse centinaia di "Ceraioli". | ||||||||||
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Palazzo Ducale |
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Opera realizzata per volontà del
Duca Federico da Montefeltro negli
anni immediatamente seguenti il 1474.
L'interno era provvisto di opere di grandi artisti, purtroppo quando la famiglia dei Montefeltro e dei Della Rovere, loro successori per linea femminile, si estinse con la morte, senza eredi, del Duca Francesco Maria II nel 1631, il palazzo fu acquistato da privati che vendettero tutto quello che potevano. Così, porte, finestre, camini e persino mattoni dei pavimenti sono sparsi in tutti i musei del mondo. Il Famoso e bellissimo studio del Duca Federico, intarsiato e intagliato dai migliori artisti dell'epoca, attualmente si trova nel Metropolitan Museum di New York ma qui, a Gubbio, nel suo locale originario, è stato riposizionata una copia di grande pregio (vedi) realizzata dalla bottega Minelli di Gubbio, nei primi anni 2000 ed inaugurato nel settembre 2009.
Il Palazzo è l'unico esempio del Rinascimento in una città prettamente e totalmente medievale, esso si distingue per la finezza architettonica e la ricercatezza delle decorazioni, soprattutto nel grande salone che ancora presenta il pavimento originale, nei capitelli del cortile, nei portali e nei camini. |
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Duomo |
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L'attuale Cattedrale fu costruita nell' ultimo ventennio del 1100, infatti intorno i 1190 i canonici di San Mariano ottennero il permesso di trasferire in essa le reliquie dei Santi Martiri Eugubini: Giacomo e Mariano.
L'interno, a croce latina, è caratterizzata da unica grande navata, con dieci arcate ogivali che sorreggono il tetto a doppio spiovente.
Nel Duomo si trovano le tombe di vari Vescovi, Beati e Santi: Pietro Gabrielli (1326-1345) e Gabriele Gabrielli (1377-1383);
Beato Forte Gabrielli (970-1040), S.Giovanni da Lodi (1040-1105),
Beato Villano, vescovo di Gubbio dal 1206 al 1240 e amico di S.Francesco al punto da concedergli nel 1213 il permesso di costruire un piccolo convento presso la
Chiesa della Vittorina, luogo dove sarebbe avvenuto l'incontro di S.Francesco e il Lupo. |
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S.Francesco della Pace (detta dei "Muratori") |
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Chiesetta costruita nel 1608, appartiene all'antica corporazione denominata
"Università dei Muratori".
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La Chiesa ha anche un ruolo importante per
quanto riguarda la Festa dei
Ceri. Infatti qui sono conservate le statue di Santi (S. Ubaldo, S. Giorgio e S. Antonio) che ogni 15 maggio vengono posizionate sopre i rispettivi Ceri. In pratica il cerimoniale della Festa dei Ceri inizia presso questa chiesetta al mattino della Festa per concludervisi poi a tarda sera. |
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S.Maria Nuova |
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Questa chiesa è caratterizzata da una porta principale posta sulla parte sinistra, e non al centro, della facciata. |
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Nella "Madonna del Belvedere" vi è raffigurata la Madonna col
Bambino tra angeli musicanti, un Santo col libro in mano e la palma del
martirio, probabilmente San Pietro in un' insolita iconografia senza la
chiave, Sant’Antonio abate sulla dx (non visibile nella foto) e
committenti della famiglia Pinoli. |
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Chiesa dei Neri |
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Questa chiesa, barocca, è detta anche Chiesa di S.Giovanni Decollato. E' affidata alla
Famiglia dei Santantoniari che vi celebra la festa di
S. Antonio Abate e l'investitura del proprio capodieci. Tale donazione alla Famiglia dei Santantoniari è stato suggellata dal Vescovo di Gubbio S.E. mons Pietro Bottaccioli con atto notarile firmato dall'allora Presidente della Famiglia Pietrangelo Farneti in data 16 luglio 1992. Il 15 maggio, in questa chiesa viene fatta sostare la statua di S.Ubaldo che attraversa Gubbio, in processione, immediatamente prima della Corsa dei Ceri. Tale statua viene riportata in Cattedrale il giorno successivo, festa del Patrono S. Ubaldo. Precedentemente, fino a all'inizi degli anni 1980, la statua veniva riportata direttamente al Duomo, mentre si stava svolgendo la Corsa dei Ceri. Dal 1975 nella chiesetta vi si celebra ufficialmente, il 17 gennaio di ogni anno, la festa di S. Antonio Abate, di cui si conserva all’interno, su un’importante teca, una reliquia “insigne”, prelevata, nel 2012, dall’urna delle Sacre Reliquie del Santo conservata nella Cattedrale di Arles (Francia). L’elegante interno della chiesa è ad un’unica navata con l’altare maggiore e due altari laterali, con due pale d’altare (sec. XVI) di Pierangelo Basili e di Federico Brunori ed un pregevole Crocifisso sei/settecentesco. Sulle pareti laterali della chiesa sono collocate venti telette raffiguranti episodi della vita di S. Giovanni Battista, databili ai primi del 1600. |
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Monastero e Chiesa di S.Marziale
La sua costruzione risale a metà dell'anno 1000, e pertanto sarebbe l'edificio sacro più antico esistente entro le mura della città. Nel 1533 venne inglobata nel monastero di S. Marziale, che la delimita da due lati.
La principale caratteristica di questo edificio romanico consiste
nella pianta basilicale zoppa: due navate separate da archi e
grossi pilastri: quella maggiore provvista di abside e una navata più
piccola sul lato sin.
La chiesa si trova proprio di fronte l'Arco di San Marziale (l'antica la Porta Vehia, appartenente alla mura di epoca umbra databile al IV-III secolo a.C. e che era una delle tre porte della cinta muraria di allora). |
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La chiesa, al suo interno presenta una sola navata e una struttura ad arconi trasversali che sorreggono il tetto e che la rendono simile alle altre chiese eugubine dell'epoca; la facciata fu rifatta in mattoni nel 1790 e non presenta particolari caratteristiche. All'interno, affreschi dell'abside e dell'arco trionfale, eseguiti di Ottaviano Nelli: le "Storie di S.Agostino" (1410-20) nell'abside e il "Giudizio Universale" (1424-27) nell'Arco trionfale, riscoperto nel 1902 quando fu liberato dall'intonaco che lo ricopriva. Le "Storie di S.Agostino" è un ciclo composto da 25 scene di cui 22 sono ben conservate, con 31 episodi distinti, ed è fondamentale per la storia iconografica agostiniana. Gli affreschi ricoprono interamente la volta e le pareti del coro. Furono commissionati dalla Comunità dei frati agostiniani del luogo: il contratto fu stilato presso il famoso notaio Ser Guerriero. Ottaviano Nelli dipinse questi affreschi nel pieno della sua maturità artistica. Il ciclo è uno dei primi e più completi cicli della vita del santo, i cui temi, ripresi in parte dai testi agostiniani, in parte dalle leggende medioevali, ebbero una grande influenza sulla iconografia agostiniana posteriore. L'importanza del ciclo eugubino è fondamentale per la storia iconografica agostiniana poichè preannuncia l'opera di Benozzo Gozzoli e nello stesso tempo racchiude in sè le tradizioni del Trecento da Guariento a Pavia risalendo fino a Erfurt. Il "Giudizio Universale" completa il ciclo absidale dedicato alla vita di Sant’Agostino. In alto è la scena di Cristo che scende dal cielo per giudicare l’umanità e appare nella “mandorla”, seduto sopra l’arcobaleno che simboleggia la nuova alleanza tra Dio e il suo popolo. La mandorla è sostenuta da un coro si serafini color rosso fuoco. Gesù è abbigliato con un mantello che lascia visibili la ferita del costato e i fori dei chiodi sulle mani e sui piedi. La pronuncia del giudizio è simbolizzata dalla posizione delle mani: il palmo della mano destra è aperto nel gesto dell’accoglienza dei beati e il dorso della mano sinistra esprime la volontà di allontanare gli empi. Intorno ai serafini si muove una seconda corolla di angeli: sono i cherubini. Un gruppo di angeli mostra ai risorti gli strumenti della Passione di Gesù (la croce, la colonna della flagellazione, la spugna imbevuta d’aceto sulla canna, la lancia, la corona di spine). Due angeli vestiti di bianco suonano le lunghe trombe chiamando i morti al giudizio. Schierato ai due lati del giudice troviamo il tribunale celeste, composto dagli Apostoli, i cui nomi sono trascritti sui cartigli; gli apostoli indossano tunica e mantello e siedono sui troni, con i piedi poggiati su pedane. Due cortei di beati procedono sulle nubi e s’inginocchiano di fronte al Giudice. A sinistra il primo posto è occupato da Maria, la madre di Gesù; dietro di lei c’è Santa Caterina d’Alessandria, riconoscibile dalla sua corona di regina; il gruppo è chiuso dai progenitori Adamo ed Eva. Il corteo di destra è aperto dall’altro intercessore, San Giovanni Battista; al suo seguito sono i Papi, i Vescovi e i Sovrani santi.
Sotto le nuvole, che segnano il confine tra la Terra e il Cielo, la
scena cambia. Al centro è la nuda terra dalla quale risorgono i morti.
Un risorto, che espone al pubblico le sue terga, scoperchia un sarcofago
di marmo. Il cadavere in esso contenuto si rianima e si appresta ad
uscirne. Una donna risorta scavalca le pareti di un secondo sarcofago.
La maggior parte dei morti riemerge tuttavia da avelli circolari e alza
gli occhi al cielo nell’attesa di conoscere il proprio destino. Le anime
dei buoni sono avviate verso il Paradiso. Tuttavia alcune di loro,
quelle individuate e addentate da serpenti velenosi, sono costrette
prima a un periodo di purificazione nel Purgatorio. Il regno intermedio
dell’espiazione è rappresentato da una fornace infuocata nelle cui
fiamme i purganti sprofondano e si sollevano secondo la gravità della
loro pena, fino all’intervento liberatore dell’angelo. I beati sono
accompagnati dagli angeli sino alla porta del paradiso, dipinto nella
forma di una città medievale cinta di mura. I santi Pietro e Paolo
accolgono i beati e li introducono nella Gerusalemme celeste.
Inoltre altre opere pittoriche interessanti come: "Gesù e la Samaritana" (1580), di Virgilio Nucci (prima cappella sin.); la "Madonna del Soccorso", di ignoto della fine del sec. XV (5a cappella sin.); la "Madonna di Grazia", affresco attribuito a Ottaviano Nelli (3a cappella dx.); il "Battesimo di S. Agostino" (1594), di Felice Damiani (4a cappella dx). |
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Statua di S.Ubaldo |
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Quest'opera, collocata in cima al Corso Garibaldi, non è antichissima. E' stata realizzata con denaro pubblico e privato nel
1774. L'idea di collocare in quel luogo una statua del Patrono era nata a causa del cedimento del muro esistente.
Il progetto si rafforzò negli anni che si avvicinavano al 1760, sesto centenario della morte di
S.Ubaldo. |
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Monastero e Chiesa di S.Pietro |
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Di esso non si conosce l'esatta data di fondazione, ma certamente nell'Alto Medioevo la chiesa costituiva, dopo la Cattedrale, il principale edificio religioso eugubino. La facciata della Chiesa presenta tracce di tre epoche diverse. Alla prima epoca appartengono le colonne del portico che un tempo doveva ornare la facciata (VIII - IX sec.), ma che ora sono inglobate nel muro; la parte superiore della facciata è del 1200, mentre le due finestre rettangolari sono della fine del 1500.
L'interno nel 1200 fu ridotto da tre a un'unica navata, con il tetto sorretto da sette archi sul tipo delle altre chiese eugubine di quel tempo.
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Casa di S.Ubaldo
Teatro Romano
Mausoleo
Mausoleo dei 40 Martiri
Allegrucci Giuseppe, anni 34
Baldelli Carlo, anni 34 Baldoni Virgilio, anni 38 Bartolini Sante, anni 55 Battaglini Enea, anni 20 Bedini Ferdinando, anni 39 Bedini Francesco, anni 50 Bellucci ubaldo, anni 34 Cacciamani Cesare, anni 52 Cacciamani Enrico, anni 50 Cacciamani Giuseppe, anni 19 Farabi Gino, anni 39 Felizianetti Alberto, anni 23 Gaggioli Francesco, anni 17 Ghigi Miranda, anni 30 Ghigi Zelinda, anni 61 Lisarelli Alessandro, anni 23 Marchegiani Raffaele, anni 57 Mariotti Ubaldo, anni 18 Migliarini Innocenzo, anni 40 |
Minelli Guerrino, anni 27
Minelli Luigi, anni 42 Moretti Franco, anni 21 Moretti Luigi, anni 22 Pannacci Gustavo, anni 36 Paoletti Marino, anni 30 Piccotti Antilio, anni 41 Pierotti Francesco, anni 40 Profili Guido, anni 54 Rampini Raffaele, anni 43 Rogari Nazzareno, anni 50 Romanelli Gastone, anni 17 Roncigli Vittorio, anni 38 Roselli Luciano, anni 23 Rossi Domenico, anni 41 Rossi Francesco, anni 49 Scarabotta Enrico, anni 36 Sollevanti Giacomo,anni 18 Tomarelli Luigi, anni 61 Zizolfi Giovanni, anni 23 |
Chiesa della Madonna del Prato
Chiesa della Piaggiola
Chiesa della Vittorina
Chiesa di S.Secondo
Basilica di S.Ubaldo
Chiesa di S.Croce
Acquedotto Medioevale ("Condotto")