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GUBBIO E LA SUA STORIA | ||
La città degli antichi Umbri |
GUBBIO, già luogo di insediamenti preistorici, come documentano i resti di
mura ciclopiche
sulle pendici del monte Foce, fu fondata dagli
Umbri, antico popolo di stirpe italica. Il suo nome in lingua umbra era
IKUVIUM.
Essa fu un importante centro religioso e politico di quel popolo, come mostrano alcune antiche monete e le famose Tavole Eugubine, tavole di bronzo, ritrovate nel 1444, scritte parte in alfabeto umbro con elementi di lingua etrusca (3° e 2° secolo a.C.) e parte in alfabeto latino (1° sec. a.C.). IKUVIUM era una "città stato" ben protetta da mura ed era collocata nella zona posta a monte della linea che va dall'attuale arco di S. Marziale (probabile ex Porta Vehia) alla zona di Santa Croce lungo via XX Settembre e via dei Consoli.
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La città romana |
Gubbio, neutrale nella guerra tra Roma e i Sanniti conclusasi nel 295 a.C. con la
battaglia del Sentino (nei pressi di
Sassoferrato), in seguito strinse alleanza con Roma e prese il nome di
IGUVIUM, divenuto nel medioevo EUGUBIUM.
Nel 168 a.C. tenne in custodia Genzio, re dell'Illiria (parte occidentale della penisola Balcanica) che fatto prigioniero dai romani, qui morì e fu sepolto nel Mausoleo. Nel 82 a.C. Gubbio divenne municipio romano, la città fu molto fiorente negli ultimi anni della repubblica e nei primi secoli dell'impero. Molte sono ancora le testimonianze di quel periodo come il Teatro Romano, costruito a metà del primo secolo a.C. e restaurato nel secolo successivo. Quindi la Gubbio romana era costruita più in basso, verso la pianura.
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La bufera delle invasioni barbariche |
Dopo la caduta dell'impero romano, Gubbio subì gravi danni durante le invasioni barbariche:
fu presa e distrutta da Totila, re degli
Ostrogoti, che poi furono sconfitti dai
Bizantini, guidati da Narsete, nel 552 d.C. nella
battaglia di Tagina (Gualdo Tadino). Gubbio risorse però assai presto, grazie anche al consistente aiuto di Narsete.
Durante l'invasione dei Longobardi (568), Gubbio rimase sotto il governo bizantino di Ravenna fino al 772, quando fu occupata dal re longobardo: Desiderio. Ma soltanto due anni dopo, nel 774 con la sconfitta dei Longobardi ad opera di Carlo Magno, Gubbio e le terre del vecchio "corridoio Bizantino" furono integrate nel regno dei Franchi e fu lo stesso Carlo a donare i domini umbri al Papa e in pratica Gubbio entra a far parte del "Terra Sancti Petri". Nel 917 Gubbio venne totalmente distrutta dagli Ungari.
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Gubbio nel Medioevo: il libero Comune |
T In quegli anni in Italia nascono i Comuni con le prime cariche comunali come i consoli, il capitano del popolo e il podestà. Gubbio divenne infatti, presto, libero comune, prima guelfo, poi ghibellino e quindi favorito come tale dagli imperatori a cominciare da Federico Barbarossa, che le concesse numerosi e importanti privilegi. In seguito divenne definitivamente guelfo. In questo tempo sostenne dure lotte con le città vicine. Nel 1151 ben 11 città si allearono contro di Lei, ma Gubbio sbaragliò tutti i suoi avversari con una vittoria tale, che parve miracolosa per l'intervento del vescovo Ubaldo. Nella seconda metà del 1100, la città fu ampliata verso il monte e là sorgeranno gli edifici pubblici, simboli delle istituzioni cittadine, come la Cattedrale e il Palazzo del Comune (collocato sul luogo ove più tardi sorgerà il Palazzo Ducale). Ma le lotte non cessarono: specialmente lunghe e dure furono quelle con Perugia. Tuttavia Gubbio raggiunse in quel tempo una grande floridezza e potenza (circa 50.000 abitanti) infatti nella seconda metà del 1200 sorsero palazzi come quello del Capitano del Popolo e le chiese di S.Francesco, S.Domenico, S.Agostino, S.Giovanni, la quale rappresentava il centro di un impianto urbanistico a croce che, di fatto, divideva la città in quattro quartieri: S. Andrea, S. Pietro, S. Giuliano e S. Martino. Dello stesso periodo sono l'ampliamento delle Mura della città (verso la pianura) e la costruzione dell' Acquedotto (del Bottaccione). All'inizio del 1300, oltre alla nuova Cattedrale (edificata sul luogo della precedente, risultata piccola e insufficiente), alla Chiesa di S. Maria dei Laici (dei Bianchi) con annesso ospedale e al Palazzo del Bargello furono costruiti i grandiosi edifici pubblici e privati che ancora oggi testimoniano la sua grandezza e la sua importanza. Infatti nel 1321 venne decisa la costruzione del complesso monumentale rappresentato dal Palazzo del Popolo (dei Consoli), del Palazzo del Podestà e della Piazza Pensile in un punto di separazione tra i quattro quartieri. Si realizzò così un centro direzionale che non era inserito in alcun quartiere specifico, bensì li toccava tutti. Nel 1338, anno dell'inaugurazione del Palazzo dei Consoli, viene pubblicato il nuovo Statuto del Comune con il quale si assicura a quasi tutti i cittadini i diritti politici. La città è governata da due magistrature cittadine (i Consoli e il Consiglio Generale) e da due magistrati provenienti da altre città (il Podestà e il Capitano del Popolo). I Consoli sono i veri detentori del potere. Essi vengono scelti, in numero di due per quartiere, tra gli abitanti appartenenti alla classe popolare, devono avere un'età minima di 30 anni, e dimostrare fedeltà al partito guelfo. Essi si succedono, in coppia, ogni due mesi al governo della città. I Consoli hanno un potere politico enorme, ma non possono spendere il denaro pubblico senza la delibera del Consiglio Generale. Il Consiglio Generale esercita il potere legislativo, è formato dai consiglieri del popolo (50 per quartiere) e dai rappresentanti delle famiglie più ricche (40 per quartiere), dura in carica sei mesi. Il Podestà viene da un'altra città, i suoi compiti sono giudiziari e amministrativi. Dura in carica sei mesi. Il Capitano del Popolo, anch'egli forestiero, oltre a poteri giudiziari e amministrativi ha anche poteri politici. Egli, in quanto rappresentante del popolo, può convocare il Consiglio Generale. La prima metà del 1300 fu anche il periodo del grande sviluppo delle Confraternite e delle Corporazioni delle arti e dei mestieri. Tali Corporazioni, ne esistevano diciassette, riunivano in associazione tutti coloro che svolgevano lo stesso mestiere ed arte, erano regolate da precisi statuti, svolgevano un grande ruolo di socializzazione tra gli iscritti, offrivano anche garanzie economiche in momenti difficili, quali malattie e disoccupazione. I Capitani delle arti partecipavano anche all'elezione dei magistrati della città
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Gubbio nel Ducato di Urbino |
Nel 1350
Giovanni Gabrielli divenne, con un colpo di mano, signore di
Gubbio, ma nel 1354 cedeva la città al
Cardinale Albornoz, incaricato dal
Papa di mettere ordine nei possedimenti pontifici.
Dopo un lungo periodo di lotte e di rivoluzioni, in seguito alle quali Gubbio perdeva e riacquistava la sua indipendenza, finalmente la città impoverita e stremata di forze, si sottrae al dominio sia della Chiesa che dei Gabrielli, e nel 1384 si consegnò al Conte Antonio di Montefeltro, conte di Urbino. Terminarono così le lotte, e la città poté godere di un lungo periodo di pace e di tranquillità, e di conseguente benessere. Ma il libero comune di Gubbio cessò di esistere. La Signoria di Montefeltro durò fino al 1508, quando estintasi la linea maschile della famiglia, continuò, per linea femminile, con i Della Rovere. Infine, nel 1631, alla morte di Francesco Maria II, ultimo duca di Urbino, per mancanza di successione, Gubbio passò allo Stato della Chiesa. Durante i 247 anni della Signoria di Urbino, Gubbio si arricchì del Palazzo Ducale fatto costruire, di fronte alla Cattedrale, dal Duca Federico di Montefeltro dal 1470 al 1474. Il palazzo ingloba totalmente le strutture dell'antico "Palazzo del Comune", segno dell'affermazione di una diversa concezione della città, all'interno della quale veniva progressivamente smantellata l'autonomia e l'autorità delle magistrature comunali. Il Duca Federico II di Montefeltro era nato a Gubbio nel 1422, figlio naturale del conte Guidantonio di Montefeltro e Elisabetta degli Accomandugi, padroni del Castello di Petroia. E' assolutamente certa la sua nascita a Gubbio, ma sui suoi genitori esiste anche un altra ipotesi che lo vorrebbe rampollo della famiglia eugubina degli Ubaldini. Di questa sua origine eugubina il Duca Federico si ricordò sempre: amò Gubbio e la considerò sua patria e la fece seconda capitale del suo Ducato. A Gubbio furono celebrate le sue nozze con Gentile Brancaleoni nel 1437, a Gubbio nacque il suo erede Guidubaldo I nel 1472 e sempre a Gubbio furono celebrati, nella chiesa di S. Francesco, funerali di stato nel 1482. Oltre il Palazzo ducale, nel tempo di appartenenza al Ducato di Urbino, a Gubbio fu costruita la Loggia dei Tiratori nel 1603 e la chiesa di S. Maria della Piaggiola nel 1624.
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Gubbio nello Stato Pontificio |
Gubbio dal 1631 fece parte dello
Stato della Chiesa fino al 1860,
quando fu annessa al Regno d'Italia; salvo la breve parentesi napoleonica
(1798-1814).
Durante il dominio dello Stato della Chiesa, soprattutto a partire dal 1730, si avvertì l'eco della politica riformista intrapresa dal nuovo Papa Clemente XII e notevole è stato lo sviluppo architettonico della città. Sono stati costruiti diversi palazzi da parte di famiglie patrizie, diverse le opere di restauro e di pavimentazione delle strade. Si registra anche la costruzione di importanti opere pubbliche e religiose come l'Ospedale Maggiore in piazza del mercato (oggi piazza 40 martiri), il Palazzo Vescovile, il Palazzo delle Orfanelle, il Seminario, la Chiesa della Madonna del Prato, della Chiesa di S. Benedetto e il Teatro Comunale. Anche nell'ottocento seguirono tali iniziative architettoniche: venne demolito il porticato che collegava in Piazza Grande il Palazzo dei Consoli e il Palazzo del Podestà, lungo il margine della piazza pensile. Sull'altro lato, le case di Ranghiasci vennero unificate da un'unica facciata di derivazione neoclassica
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Gubbio città dell'Italia unita |
Dopo l'Unità
d'Italia (1860),
Gubbio viene separata dalle Marche ed unita
all'Umbria. Inizia una fase di espansione della città oltre le mura: furono
costruiti il Mattatoio e la
Stazione Ferroviaria
(1885) entrambi al di fuori del centro urbano.
La grande espansione viene comunque realizzata nella seconda metà del 1900, quando si sviluppa una grande periferia urbana, priva di particolari qualità architettoniche, che, estendendosi, nella valle ha finito per nascondere la cinta delle mura medievali. Frazioni, aventi un tempo caratteristiche esclusivamente rurali, hanno subìto una forte urbanizzazione. Così Mocaiana, Casamorcia-Raggio, Semonte, Madonna del Ponte, Fontanelle, Cipolleto, Ponte d'Assi, S. Marco, Padule hanno aumentato notevolmente la propria popolazione. Nel 1973: i "Tre Ceri" vengono scelti come stemma della Regione dell'Umbria
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