La chiesa "nuova" di Semonte ha sostituito la "vecchia" a metà degli anni 60. Fu la tenace volontà del
parroco Don Guerriero Berti a volere l'opera e a ricordo del fatto soleva dire:
"se una madre porta in grembo la sua creatura per nove mesi, io ho portato nella mia mente e nella mia volontà la mia chiesa per diciassette
anni".
La chiesa, ad unica navata, costruita su un terreno donato dall'Ing. Alberto Cecchini e dallo stesso Don Guerriero, su progetto dell'Ing. Alberto Ferrari Tioli, fu costruita in circa un anno e fu inaugurata il 27 settembre 1964. Accanto è stata edificata la canonica, la sacrestia e i locali disponibili per espletare tutte le attività pastorali, nonché un ampio campo di calcio e di pattinaggio.
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Lentamente nel corso degli anni, la chiesa, inizialmente assolutamente disadorna, fu arredata: nel 1970 la parete dietro l'altare è stata arricchita, su iniziativa dell'allora parroco Don Luigi Lupini, di una
"Ultima Cena", opera giovanile dello scultore eugubino Nello Bocci.
Al suo interno opere anche di Giuseppe Calzuola.
Nel 1994 è nata l'idea di valorizzare la chiesa e la parrocchia con un solenne simbolo di riferimento e di aggregazione, si pensò ad un
campanile nuovo che avesse sostituito il vecchio e piccolo campanile a vela.
Un campanile che sia "memoria storica del grande giubileo 2000 e segno visibile della comunità cristiana di Semonte" con la speranza che "alla sua ombra cresca gioiosa la comunione fraterna ed il suono festoso delle sue campane chiami tutti all'incontro con Cristo": come è scritto nella "carta" racchiusa nella prima pietra posta il 17 maggio 1998.
Il campanile è stato progettato e diretto nei lavori dall'architetto Paolo Ghirelli con la collaborazione di altri componenti dello Studio Cooprogetti, la parte strutturale in cemento armato è stata calcolata dall'ingegnere Federico Ragni ed il suo studio, l'artista Elio Licata ha realizzato le ringhiere interne in metallo.
La struttura a pianta quadrata dà al campanile un' immagine massiccia ed imponente, con la sua altezza di venti metri sembra ricordare le torri medievali eugubine, anche se il cemento armato e i mattoni rossi hanno sostituito la nostra meravigliosa pietra.
La Campana viene suonata a mano da sei giovani campanari, proprio come si suonavano tutte le campane di Gubbio prima di essere elettrificate. C'è da dire anche che questi ragazzi hanno un "maestro" d'eccezione nel loro parroco,
Don Armando Minelli, che è uno dei dodici magnifici Campanari del Palazzo dei Consoli.
Una bella festa che ha concluso i quattro anni di lavori, gran parte dei quali svolti da parrocchiani volontari.
Il Campanile è stato inaugurato sabato 17 agosto 2002, alla presenza del
Vescovo, mons. Pietro Bottaccioli e del
sindaco, Orfeo Goracci. Una festa allietata dalla banda di Madonna del Ponte, arricchita dalla partecipazione dei campanari della Compagnia del Campanone di Gubbio, che, guidati dal presidente Lorenzo Belardi, si
sono alternati ai giovani Campanari di Semonte nel proporre le diverse "sonate".
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Il 13 dicembre 2013 la
Chiesa è stata dichiarata inagibile a causa degli
eventi sismici, e dopo 10 anni,
il 19 novemnbre 2023, è stata
riaperta, restaurata con i finanziamenti per il 75% dalla
CEI, ma
anche con il contributo di nunerosi privati e parrocchiani. |
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I Lavori di restauro sono iniziati nel 2018, la
progettazione strutturale ed economica è stata dello studio Massimo Manucci e
Alberto Giacometti con la preziosa collaborazione dell'architetto romano
Claudio De Meo che ha seguito la parte architettonica e l'arredo liturgico
interno.
Il portale esterno in legno è opera di Marco Damiani mentre
le formelle in ceramica poste sopra l'architrave della porta esterna (
dedicate come la Chiesa al martire San Venanzio) e il crocifisso sono del
Maestro
Giancarlo Grasselli.
La lavorazione del fregio laterale in pietra a forma di palma
stilizzata, in ricordo del martirio, è stata eseguita da
Luca Grilli su disegno dell'architetto De
Meo. |
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La porta interna è invece opera dall'artista
Antonella Capponi
che ha interpretato il tema del Sogno di Giacobbe con due ante
trasparenti illuminate con luci colorate a led che raffigurano letereo con le
nove schiere angeliche, le otto barre in ottone invece simboleggiano la
scala di Giacobbe.
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Al
di sopra dell'altare si trova l'Agnello Mistico ripreso da un antico
epistolario e stato realizzato da
Patrizia Ramacci.
Resta al suo posto la già esistente "Ultima cena" di Nello Bocci..
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Il
soffitto a capriate lignee è sempre opera di Marco Damiani mentre le due piccole
porte poste sulla navata sono state eseguite da Daniela e Ori Lilli.
Il Pavimento eseguito ad intarsio marmoreo con inserti in pietra
rossa di Assisi è stata realizzata dai pavimentisti guidati da
Giziano Fiorucci. Comunque, tante sono
state le ditte e le maestranze che hanno contribuito alla realizzazione
dell'intera Chiesa. |
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A consacrare l'altare il
vescovo di Gubbio Luciano Paolucci Bedini
insieme al vicario generale della Diocesi don Mirko Orsini, al parroco
don Armando Minelli, al vice parroco don Stefano Bocciolesi e al
diacono Vincenzo Rossi. |
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