Fu la gente dei campi ad eleggerlo universalmente come protettore degli animali domestici, estremamente importanti in una società, allora, essenzialmente agricola. Antonio stesso si era dedicato al lavoro della terra, dalla quale aveva tratto il suo sostentamento. Ancora oggi nelle stalle si affiggono le immagini di S. Antonio. Non vi è dubbio che tale caratteristica lo ha collocato come protettore della
"corporazione degli asinari" e quindi del Cero di S. Antonio.
Egli viene di solito rappresentato come un vecchio monaco, dalla lunga barba bianca, avvolto in un ampio saio. Alcuni elementi caratteristici accompagnano la figura del Santo:
Il bastone. Nell'iconografia più antica il bastone si presentava nella sua forma normale. In seguito prese la forma di "tau", cioè di T dell'alfabeto greco. Questo simbolo verrà anche applicato come distintivo sul mantello del Santo. Il bastone a tau fu adottato come emblema dell'ordine di S. Antonio fra il 1160 e il 1180, probabilmente in memoria della stampella che il santo usava in vecchiaia.
Il campanello. Questo elemento si può ricollegare all'usanza dei monaci di S. Antonio di allevare maiali vaganti in libertà e mantenuti dalla carità pubblica. Questi animali erano riconosciuti da un campanello attaccato al collo o ad un orecchio.
Il porco. Il motivo per cui ai piedi di S. Antonio viene rappresentato un maialino potrebbe significare la protezione del Santo su questo animale e su tutti gli animali domestici, oppure rappresentare il demonio che, sconfitto dal Santo, è condannato a seguirlo docilmente. Altro motivo potrebbe dipendere dal fatto che gli Antoniani allevavano maiali, con il grasso dei quali curavano il cosiddetto "Fuoco di S. Antonio".
Il libro. Il libro che il Santo regge nella mano in molte raffigurazioni richiama alla mente la REGOLA da lui scritta per i monaci.
La fiamma. Il fuoco che appare nelle immagini del Santo può essere ricollegato all'azione di S. Antonio contro il fuoco dell'inferno oppure alla sua protezione sui malati del "Fuoco di S. Antonio".