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PAPA MARCELLO II | ||
Biografia
di Marcello Cervini
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Cardinale e
Vescovo di Gubbio |
Pontefice
Marcello II
Missa Papae Marcelli | Tre Papi in un anno | La profezia di Malachia |
Marcello
Cervini nacque nelle Marche, a Montefano in provincia di Macerata, il 6
maggio 1501 da una nobile famiglia toscana originaria di Montepulciano (Siena),
per questo fu allevato ed educato nella città toscana. Suo padre, il
conte Riccardo Cervini, era addetto
della Penitenzieria Apostolica.
Marcello studiò a Siena e a Roma; fu uomo colto, umanista, giustamente ricordato per le traduzioni dal latino e dal greco. Nel 1525, a Roma termina per Papa Clemente VII (Giulio dei Medici, 1523-1534) la correzione del calendario, già avviata dal padre. Dal 1526 godette della benevolenza del Cardinale Alessandro Farnese, il quale, divenuto poi Papa Paolo III (1534-1549), lo volle segretario di suo nipote cardinale Alessandro; in tal modo quando Paolo III nomina Alessandro alla segreteria di Stato, Marcello perviene ai vertici della diplomazia pontifica ed ebbe un ruolo importante nella politica dello Stato Pontificio e nelle questioni religiose. Nel 1539 segue la legazione presso l’imperatore Carlo V.
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Marcello
Cervini fu nominato da Paolo III, il 19 dic. 1539, Vescovo di Nicastro,
(ora Lamezia Terme) ma tenne questo incarico poco tempo (dal 1539 al 1540) e,
come scrive Francesco Russo, non si recò mai a Nicastro, come dire che, di
fatto, resse la Chiesa nicastrese, amministrandola da lontano.
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Pontefice di Santa Romana Chiesa
Stentando
a guarirsi da una grave malattia, il 17 Marzo 1555, fece ritorno alla città
natale di Montefano per ritemprare il suo corpo ammalato e per recarsi in visita
alla Santa Casa della Madonna di Loreto di cui era particolarmente devoto.
Proprio in quei giorni (23 marzo 1555) moriva Papa Giulio III, e i cardinali
riunitisi in conclave il 9 aprile 1555 elessero a Papa il nostro vescovo,
per acclamazione, seguendo l’indicazione data dal Cardinale Gian Pietro Carafa.
Il Cardinale Cervini godeva infatti di un'alta reputazione per la sua integrità morale e per le sue grandi doti spirituali. Assunse il nome di Marcello II. Fu incoronato il 10 aprile 1555 e non mutò nome per far comprendere che la nuova dignità non lo avrebbe minimamente cambiato. Fu l'ultimo pontefice a non cambiare nome all'atto dell'elezione, confermando, tra l'altro, la leggenda che vuole un pontificato brevissimo per i papi che conservano il proprio nome. Appena eletto, Marcello Cervini dette
subito l'impronta della sua spiccata personalità applicando con severità lo
spirito del Concilio. Si mostrò subito contrario al nepotismo e per dare il
giusto esempio vietò al fratello Alessandro, alla sorella Cinzia (mamma del
futuro San Roberto Bellarmino) e agli altri suoi parenti di
raggiungerlo a Roma. Fu altrettanto intenzionato a tenersi lontano dalla
politica per esaltare il ruolo spirituale del successore di Pietro. E’ rimasta
nella storia la sua idea di abolire anche la Guardia Svizzera.
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A
Gubbio onestamente bisogna dire che pochi lo ricordano, ma fino pochi anni fa il
suo stemma campeggiava sulla facciata della Cattedrale.
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Il
1555 fu un anno piuttosto movimentato:
tre papi in un anno! Le
cronache ricordano che la nomina a Pontefice di Marcello II, che era
notoriamente ostile a Michelangelo (1475-1564), indusse questi a lasciare
subito Roma, ma la tempestiva scomparsa di Papa Cervini permise al nuovo Papa
Paolo IV di rinnovargli l’incarico di direzione della “fabbrica” di S.
Pietro commissionandogli anche la cupola della chiesa. Michelangelo iniziò
allora quel superbo modello in legno che sarà pronto solo dopo 5 anni. La
cupola sarà
poi realizzata da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana nel 1588-89.
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Secondo
la profezia del vescovo irlandese Malachia che intorno al 1140, profetizzò le successioni papali, da
Celestino II sino al tempo in cui
Pietro sarebbe ritornato sulla terra per riprendere le chiavi della Chiesa,
Marcello II sarebbe stato "Frumentum
floccidum": infatti nel suo stemma è presente il
frumento e.... floccidum sta ad intendere la breve durata del suo
pontificato. Pio IX (1846-1878) motto: Crux de cruce: forse si riferisce alla tribolazione della Chiesa durante l'unificazione dello Stato Italiano. Durante il pontificato di Giovanni Maria Mastai Ferretti, il più lungo di tutta la storia, scomparve lo “Stato della Chiesa” e Roma divenne capitale dell'Italia unita. Pertanto alla croce papale si sovrappose una croce bianca in campo rosso (stemma dei Savoia!).
Benedetto
XV
(1914-1922) motto: Religio depopulata: Il pontificato di Giacomo della Chiesa fu contrassegnato dagli
avvenimenti della Grande Guerra e dai numerosi lutti che ne conseguirono. Il
motto sembra far riferimento all'enorme numero di cattolici che caddero durante
la Prima Guerra Mondiale, ma potrebbe esserci anche un accenno alla terribile
epidemia di influenza “spagnola”, che fece ancora più vittime della guerra. Pio
XI
(1922-1939) motto: Fides intrepida: La fede di Achille Ratti, lo indusse a lanciare intrepide e coraggiose
scomuniche contro gli emergenti regimi totalitari del suo tempo,
soprattutto contro il materialismo comunista, ma successivamente anche contro il fascismo ed il nazismo. Pio XII (1939-1958) motto: Pastor
Angelicus: Eugenio
Pacelli fu pastore della Chiesa nel corso della seconda guerra mondiale e nel
difficile periodo della ricostruzione post-bellica. A lui toccò il compito di
essere la guida spirituale e materiale di un mondo che si preparava a risorgere
dalle ceneri di una guerra mai vista prima. Fu
da molti definito il papa Pastore dal portamento angelico. Giovanni
XXIII
(1958-1963) motto: Pastor et Nauta: Angelo Roncalli fu Pastore e vescovo di Venezia; indirizzò la Chiesa
nel mare della modernità attraverso il Concilio Ecumenico Vaticano II.
Paolo VI (1963-1978) motto: Flos florum: il “fiore dei fiori”, secondo il simbolismo floreale è il giglio. Ebbene nello stemma di Giovanni Battista Montini appaiono infatti tre gigli.
Giovanni
Paolo I
(1978) motto: De medietate lunae: Il pontificato di Albino Luciani, è definito "il tempo di una
luna" a significare il suo brevissimo pontificato che durò poco
più di un mese lunare.
Infatti il suo pontificato durò dal 26 agosto 1978 al 28 Settembre 1978: solo
33 giorni! Giovanni Paolo
II (1978-2005) motto: De
labore solis:
forse è il riferimento alla sua instancabile attività. Karol Wojtyla viene dalla Polonia e molto
probabilmente Malachia si riferisce al fatto che egli proviene da un paese
dell'est (levante del sole); ma c'è anche chi ha appuntato l'attenzione
sull'enorme lavoro di diffusione della fede intrapreso durante il suo
pontificato: egli è il Papa che in assoluto ha visitato più paesi del mondo,
ed ha portato la Chiesa a possedere un "regno" su cui sembra non
tramontare mai il sole. Il
successore di Giovanni Paolo II viene indicato attraverso il segno dell'ulivo,
simbolo di pace. Il motto: De gloria olivae "la gloria dell'ulivo" si
riferisce, forse, ad un periodo di pace universale, oppure alla pelle olivastra
o ad una possibile origine ebrea?
L'ultimo papa (Petrus Romanus)
A quest'ultimo papa che chiude la profezia,
Malachia ha voluto dedicare non solo un motto, ma alcuni versi latini: “In
persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus qui pascet
oves in multis tribulationis, quibus transactis septicolis diruentur et Judex
tremendus judicabat populum suum.Amen”. =
[Durante la persecuzione estrema della Santa Romana Chiesa, siederà sul
trono Pietro il Romano, che pascerà il suo gregge fra molte tribolazioni;
passate queste, la città dai sette colli verrà distrutta ed il tremendo
giudice giudicherà il suo popolo e così sia]. La
profezia sulla distruzione di Roma si trova anche in un altro messaggio trovato
nel XVI secolo e attribuito ad un, non meglio identificato, Monaco di Padova.
In questo messaggio si dice: "Quando l'uomo salirà sulla luna, grandi
cose staranno per maturare sulla terra. Roma verrà abbandonata, come gli uomini
abbandonano una donna vecchia e brutta, e del Colosseo non rimarrà che una
montagna di pietre avvelenate"
(Da:
“De Magnis tribolationibus et Statu Ecclesiae”, stampate
anch’esso a Venezia, ma nel 1527 e quindi ancor prima di quelle del vescovo
irlandese "). Queste profezie, meno conosciute di quelle di Malachia, sembrano addirittura più precise e circostanziate:
Giovanni Paolo I: "Passerà rapido come una stella cadente, il pastore della laguna" e infatti papa Luciani, che veniva da Venezia, ebbe un pontificato di 33 giorni.
Giovanni
Paolo II: "Verrà
da lontano e macchierà col suo sangue la pietra... e verrà strappato alla
vita". Il riferimento all'attentato di Alì Agca è impressionante! Rimangono ancora due pontefici:
Che dire? Speriamo proprio
che questi profeti si... sbaglino!
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