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   IL LUPO DI GUBBIO
Angelo Branduardi  |  Rubén Darìo  |  Angiolo Silvio Novaro   
     "C'è forse qualcuno che non abbia udito parlare del lupo di Gubbio?
Sulle spiagge bretoni, come nelle capanne della Sierra Nevada, le mamme cullano i figli, cantando l'antica città medievale dalle vecchie torri merlate e i suoi abitanti spaventati dal feroce lupo".

Paul Sabatier, chimico francese (1854-1941), premio Nobel nel 1912.

    Numerosissimi sono gli artisti che, in tutto il mondo, si sono ispirati al famoso incontro di S. Francesco e il lupo.
    Il fatto è raccontato nel XXI brano dei "Fioretti" di S.Francesco.

Angelo Branduardi


Il Cantautore italiano Angelo Branduardi ha pubblicato, nel 2000, un album dal titolo "L'infinitamente piccolo" che, tra l'altro, contiene un brano dal titolo "Il lupo di Gubbio".

IL LUPO DI GUBBIO
Francesco a quel tempo in Gubbio viveva
e sulle vie del contado
apparve un lupo feroce
che uomini e bestie straziava
e di affrontarlo nessuno più ardiva

Di quella gente Francesco ebbe pena,
della loro umana paura,
prese il cammino cercando
il luogo dove il lupo viveva
ed arma con sé lui non portava.

Quando alla fine il lupo trovò
Quello incontro si fece, minaccioso,
Francesco lo fermò e levando la mano:
"Tu Frate Lupo, sei ladro e assassino,
su questa terra portasti paura.
Fra te e questa gente io metterò pace,
il male sarà perdonato
da loro per sempre avrai cibo
e mai più nella vita avrai fame
che più del lupo fa l'Inferno paura"

Raccontano che così Francesco parlò
e su quella terra mise pace
e negli anni a venire del lupo
più nessuno patì.
"Tu Frate Lupo, sei ladro e assassino
ma più del lupo fa l'Inferno paura"
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Rubén Darìo


Il poeta nicaraguense Rubén Darío (Metapa 1867 - León 1916) nella sua bellissima poesia "Los motivos del Lobo" molto conosciuta in tutta l'America Latina, parla dell'incontro di S. Francesco e il lupo in maniera poetica e molto originale, ma allontanandosi dal racconto contenuto nei "Fioretti".

LOS MOTIVOS DEL LOBO
La prima parte della poesia racconta l'incontro tra il Santo e la bestia:
El varon que tiene corazó de lis
alma de querube, lengua celestial
el mínimo y dulce Francisco de Asís;
estácon un rude y torvo animal,
bestia temerosa, de sangre y de robo
las fuaces de furia, los ojos de mal;
  L'uomo che ha il cuore di fiordaliso
l'animo di cherubino, la lingua celestiale
il piccolo e dolce Francesco d'Assisi;
con la forza di rude e potente animale,
la bestia temeraria, ingorda di sangue
le fauci cattive, gli occhi malvagi;
Il Santo fa un patto di pace con il lupo, ma l'uomo non lo mantiene!
"Me vieron humilde, lamía las manos
y los pies. Seguía tus sagradas leyes:
todas las criaturas eran mis hermanos,
los hermanos hombres, los hermanos bueyes,
hermanas estrellas y hermanos gusanos.
Y así, me apalearon y me echarorn fuera"
  "mi videro umile, leccavo le mani
e i piedi. Seguivo le sacre leggi:
tutte le creature erano i miei fratelli,
fratelli gli uomini, fratelli i buoi,
sorelle le stelle e fratelli i vermi.
E così mi picchiarono e mi buttarono fuori"
Così il lupo ritorna ad essere feroce!
"El santo de Asís non le dijo nada.
Lo miró con una profunda mirada,
y partió con lágrimas y con desconsuelos,
y abló al Dios eterno con su corazón.
El viento del bosque llevó su oración,
que era: Padre nuestro, que estás en los cielos…"
  "Il santo di Assisi non lo rimprovera.
Lo guarda con sguardo profondo,
e ricomincia a piangere senza conforto,
e parla al Padre Eterno con il suo cuore.
Il vento del bosco porta la sua preghiera,
che era: Padre nostro, che sei nei cieli…"

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Angiolo Silvio Novaro


Il poeta italiano Angiolo Silvio Novaro (Diano Marina 1866 - 1938) nella sua poesia, spesso di ispirazione religiosa, ha trattato l'incontro di S.Francesco e il lupo ("Il cestello" - 1910).

SAN FRANCESCO E IL LUPO
Viveva un dì - narra un'antica voce -
intorno a Gubbio un lupo assai feroce
che aveva denti più acuti che i mastini
e divorava uomini e bambini.
Dentro le mura piccole di Gubbio
stavan chiusi i cittadini in dubbio
ciascuno della vita. La paura
non li lasciava uscire dalle mura.
E San Francesco venne a Gubbio e intese
del lupo, delle stragi, delle offese;
ed ebbe un riso luminoso e fresco,
e disse: - O frati, incontro al lupo io esco! -
Le donne avevano lacrime così
grosse, ma il Santo ìlare e ardito uscì
e a mezzo al bosco ritrovò il feroce

ispido lupo, e con amica voce
gli disse: - O lupo, o mio fratello lupo,
perché mi guardi così ombroso e cupo?
Perché mi mostri quegli aguzzi denti?
Vieni un po' qua, siedimi accosto, senti:
io so che tu fai molto male a Gubbio
e tieni ognuno della vita in dubbio
e so che rubi e uccidi e non perdoni
nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni:
orbene, ascolta: come è vero il sole
ciò che tu fai è male. Iddio non vuole!
Ma tu sei buono: e forse ti ha costretto
a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto
che in Gubbio avrai d'ora in avanti il vitto:
ma tu prometti essere onesto e dritto
e non dar la minima molestia:
essere insomma una tranquilla bestia.
Prometti dunque tutto questo, di'?
E il lupo abbassò il capo e fece: Sì!
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