L'Interpretazione
Le Tavole sono copia, ridotta, di testi che erano conservati negli archivi della confraternita "Atiedia" (un'associazione costituita da cittadini eccellenti della comunità Ikuvina), trascritti su bronzo per essere resi resistenti nel tempo: esse rappresentavano una specie di
"breviario" redatto ad uso del sacerdote.
Durante il Rinascimento ebbe inizio lo studio della loro lingua che è ancora in atto ai nostri giorni! Sarebbe lunghissimo l'elenco degli studiosi, italiani e stranieri, che si sono impegnati nell'interpretazione delle Tavole Eugubine: citiamo i più noti: Stefano da Cremona, Filippo Buonarroti, Scipione Maffei,
Aldo
Luigi Prosdocimi,
Giacomo Devoto, Augusto Ancillotti, Romolo Cerri.
Anche se la Lingua Ikuvina non ha nulla a che vedere con la lingua degli
Etruschi, la decifrazione della scrittura etrusca si è a lungo basata sullo studio di queste Tavole.