Colpalombo è il secondo centro
storico, per ordine d'importanza, nel territorio del comune di Gubbio arroccato
su un piccolo colle (424 m s.l.m.) che domina la valle del fiume
Chiascio. E' luogo ricco
di storia, infatti risalgono al
XII secolo le prime
notizie sul Castrum Collis Palumbi, che già esisteva nel
XI secolo come borgo
fortificato da mura e da una torre.
Uscito, fresco di stampa, un interessante libro su
"Colpalombo genti e tradizioni"
ove le immagini e i ricordi sono al tempo stesso il motivo ispiratore e il
risultato. L'autore è Palmiro Passeri, che tutti a Gubbio conoscono per
essere stato insegnante di scuola guida di diverse generazioni di eugubini.
"Il mio intento, attraverso questa carrellata di foto, di storie e di personaggi
- è scritto nel libro - è stato quello di rendere omaggio al mio paese,
testimoniando il suo evolversi nel tempo, dal punto di vista sociale, economico,
religioso e ambientate.
Molte situazioni, nel corso degli anni, sono cambiate seguendo il naturale
sviluppo del progresso... La "gente" di Colpalombo, però, è rimasta quella di
una volta: semplice, generosa, sempre disponibile ad aiutarsi.
Chiunque arrivi a Colpalombo si sente come a casa sua, perché ha la sensazione
di vivere in una grande famiglia".
Nell'opera sono riprodotte oltre 500 fotografie, tanti i
personaggi che vengono riportati alla memoria, tante le famiglie
passate in rassegna: Bartoletti, Bazzucchi, Belardi, Bellucci, Biccheri,
Biscarini,
Bonifazi, Boschetti, Borio, Brunetti, Busto, Carletti, Casagrande, Cassani,
Catena, Cavallari, Ceccarelli, Cecchetti, Chiocci, Ciaccolini, Commodi, Dragoni,
Donnini,
Elisei, Ercoli, Fioriti, Formica, Fumanti, Garbati, Giombini, Gori,
Grilli,
Lilli, Lucarini, Magellano, Marsili, Marchetti,
Massotti, Mariotti, Meloni, Minelli, Morbidelli, Mischianti, Pannacci, Passeri,
Pierotti, Pimpinella, Polidori, Pompei, Provvedi, Rogari, Rosimini, Rondelli,
Rufini, Rossi, Saracini, Satiri, Sommaco, Tasso, Tognoloni, Tomassoli, Tomassoni,
Uccellani, Vergari, Vinciotti.
Tutte queste famiglie hanno formato la "Grande Famiglia" di
Colpalombo: "La maggior parte dei nuclei familiari del paese erano
numerosi e patriarcali; il capo famiglia era quasi sempre la persona più anziana
e considerata la più saggia; a lui era dovuto rispetto ed obbedienza. Un esempio
significativo può essere rappresentato dalle famiglie Lilli (il conte) e Dragoni
(il tozzo), formate tra fratelli, nonni, figli e nipoti rispettivamente da 56
persone la prima e da 26 la seconda. Era così in quasi tutte le famiglie
contadine, perché, quando un giovane si sposava, la sua famiglia andava ad
unirsi a quella di origine nella stessa casa , dove si viveva in armonia e
collaborazione, nel rispetto degli anziani a cui, tra le altre cose, si serviva
anche il pasto per primi.
Dal censimento del 1951 Colpalombo contava 567 abitanti. Tale popolazione
è rimasta numericamente pressoché invariata fino agli anni '70, quando dopo il
boom economico italiano, anche i colpalombesi hanno abbandonato non solo la loro
principale occupazione, l'agricoltura, ma sono stati anche costretti ad emigrare
per mancanza di terreni fabbricabili.
Cosi le famiglie, a poco a poco, sono rimaste sempre meno, fino a toccare il
minimo storico di circa 270 abitanti, con pochi giovani e con una prevalenza di
anziani che arriva a circa 2/3 dell'intera popolazione, come dire che i funerali
purtroppo sono molti di più dei battesimi. Le famiglie di una volta sono solo
uno sbiadito ricordo di qualche foto d'epoca...."
Ma nel libro trovano posto anche alcune categorie di personaggi extrafamiliari,
ma che hanno fatto parte per un tempo più o meno lungo della famiglia di
Colpalombo così il ricordo investe i "maetri", i "dottori", i "parroci" gli
"sportivi" e gli antichi tratti architettonici.
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