Sul
sito ufficiale della Regione Umbria
di cui Gubbio fa ancora parte, si legge testualmente:
« Perugia, 13 ago. 08 - La Giunta regionale
dell’Umbria ha deciso di aderire alla “Rete dei cammini d’Europa,
via Francigena e Cammino di Santiago”, progetto comunitario di
valorizzazione e promozione turistica, particolarmente rivolto al
turismo cosiddetto “religioso”, di cui è titolare un GEIE (Gruppo di
interesse economico) costituito dai GAL (gruppi di azione locale) di
Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Svezia e da numerose Regioni,
tra le quali, ultimamente, le Regioni italiane Valle d’Aosta e
Abruzzo e che è affidato, nella sua definizione strategica, in
termini di identificazione dei mercati e costruzione di “pacchetti”,
all’Opera Romana Pellegrinaggi (ORP). L’adesione al progetto
europeo costituisce, a giudizio degli esperti della Regione,
un’ottima occasione per il potenziamento dei “volumi” dei flussi
turistici verso l’Umbria, anche alla luce del “successo”,
registrato in altri Paesi, dopo la “apertura” del Cammino di
Santiago.
Il lavoro, che ha portato all’adesione umbra
al GEIE dei “Cammini”, è stato curato, in prima persona, dalla
Presidente Maria Rita Lorenzetti, che conserva a se le ”deleghe”
al turismo, che ha informato la Giunta sulle iniziative programmate
e sui rapporti positivi e forieri di ulteriori vantaggi per il
turismo umbro, instaurati con l’Opera Romana Pellegrinaggi. Il
prossimo 20 settembre sarà inaugurato il cammino denominato
“La via di Roma, il cammino di S. Francesco”
che, coincidendo in larga parte con la via Francigena Est, potrà
essere percorso da pellegrini e turisti a piedi, in bicicletta o a
cavallo fino a Roma, attraverso le città umbre di Assisi,
Foligno, Spoleto, la Valnerina “Ternana”, oltre alla
provincia di Rieti
».
Francamente non comprendiamo perchè in questo progetto non sia
stato incluso anche Gubbio. Evidentemente, per entrare nei
circuiti internazionali non bastano le robuste radici che il
francescanesimo ha in Gubbio. C’è da pensare che nessuno in Regione
ricorda che il Poverello vestì il saio fatto di
stoffa povera e rozza
di color grigio, che rappresentò l'embrione del primo abito dell'Ordine
francescano,
proprio nella casa dei suoi amici eugubini, gli
“Spadalonga”, presso i quali si
era rifugiato dopo essere fuggito da Assisi e aver percorso
l’impervio sentiero che collegava le due città. Quel sentiero è il
“primo e vero sentiero francescano”
ed allora come è successo che non è stato incluso?
La “La via di Roma, il cammino di S. Francesco” certamente
può iniziare da Gubbio, dove
S. Francesco ha indossato
l’abito nel 1207 e finire a Roma dove nel 1210 si è recato per
ottenere l'autorizzazione della regola di vita, per sé e per i suoi
frati, da parte di Papa Innocenzo III che concesse la propria
approvazione orale per l' «Ordo fratum minorum».
Tra l’altro Francesco a Gubbio «amante di ogni forma di umiltà,
si trasferì presso i lebbrosi restando con loro e servendo a loro
tutti con somma cura». Si trattava del lebbrosario eugubino
intitolato a San Lazzaro, e nel suo Testamento disse chiaramente
che la vera svolta verso la piena conversione ebbe inizio per lui
quando si era accostato a queste persone (“quando ero nei
peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il
Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E
allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in
dolcezza d'animo e di corpo”). Anche se Francesco non ebbe mai
una fissa dimora nella nostra città, pochi anni più tardi (nel 1213)
il Beato Villano, vescovo di Gubbio, concesse ai frati di stabilire
una loro sede nell'antica chiesa di
Santa Maria della Vittoria, che
la tradizione indica come il luogo in cui
Francesco ammansì il lupo
(circa nel 1220). Non ultimo, proprio lungo il tragitto che
Francesco percorse per raggiungere Gubbio, si trova la chiesina
di Caprignone che fu il secondo insediamento dei suoi frati
nella Diocesi eugubina. E proprio qui, tra il 1223 ed il 1224, il
Santo d'Assisi, vi tenne il primo grande Capitolo generale
dei francescani fuori Assisi, con l'intervento di circa trecento
frati.
Come si vede, tanti e tali sono i contatti tra Gubbio e S. Francesco
che ci sembra impossibile una “dimenticanza” quella di lasciare
Gubbio al di fuori del “Cammino di S. Francesco” mentre ci sembra
invece “frutto di una chiara volontà”, la stessa che forse non ha
mai permesso al
“Sentiero francescano Assisi – Gubbio”
di decollare veramente ed acquisire quella notorietà che sicuramente
merita.
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