Passato il mese di maggio, puntuale giunge la risposta (con lettera congiunta del Sindaco di Gubbio, Curia e componenti ceraiole) alla lettera del 12 maggio u.s. del presidente del “Gramas – Grandi Macchine a Spalla”, Avv. Luca De Risi. La lettera di risposta viene inviata per conoscenza anche ai sindaci delle Città della Rete, nonchè al Responsabile tecnico-scientifico GRAMAS (dott.ssa Patrizia Nardi):
 ...... Non ci resta, pertanto, che prendere atto che la rete delle GRAMAS " ... in questa situazione non è in grado di sostenere aspettative della Comunità eugubina ... per il progetto di estensione ... " che anche la comunità ceraiola e più estesamente eugubina, considera, con profondo dispiacere, irrevocabilmente concluso.....
 

    In una stupenda giornata di sole, i giovani ceraioli hanno dato vita a una giornata bellissima, ad una corsa eccezionale, ad una festa memorabile.
  Tante le emozioni di una giornata memorabile che era iniziata molto presto con la sveglia di Alessandro Allegrucci e Giuseppe Cecchetti, rispettivamente Primo e Secondo capitano, e dei tre Capodieci: Emanuele Coldagelli (S. Ubaldo), Mattia Pascolini (S. Giorgio) e Lorenzo Fiorini (S. Antonio).
  Il ruolo del Trombettiere è stato affidato ad Alessandro Ercoli, mentre l’Alfiere è stato Aurora Barbacci.
    Anche in questa giornata l’emittente televisiva TRG insieme ad Arancia Live, ha trasmesso le fasi salienti della Festa con collegamenti in diretta per l'alzata da Piazza Grande e per la Corsa.
   La festa si è svolta con il solito e tradizionale cerimoniale proprio della Festa dei Ceri: visita al cimitero, Messa nella chiesetta dei Muratori, benedizione dei Santi, sfilata fino a Piazza Grande, consegna del mazzolino dei fiori, sfilata dei ceraioli che raggiunta Piazza Grande alle 11 hanno proceduto all'Alzata dei tre Ceri seguita da tre girate bellissime e dalla "mostra".
   Poi tutti sotto gli Arconi al pranzo preparato (ad ingresso gratuito per tutti i piccoli ceraioli) dall’Università dei Muratori e dall' Associazione "Maggio Eugubino" organizzatrice di tutta la festa.
   Quindi alle 18… la Corsa!
   Favorita anche dal bel tempo, è stata archiviata una spettacolare Festa dei Ceri Piccoli. I Capodieci, i Capitani hanno guidato i loro giovani ceraioli in una bellissima corsa fino alla Basilica di S. Ubaldo e tanti sono stati i bambini, anche molto piccoli, che hanno potuto assaporare il "dolce peso della stanga".

Libero-free

    L’Associazione Eugubini nel Mondo, in tutte le sue componenti, si stringe in un caloroso abbraccio intorno alle famiglie Nicchi e Vagnarelli per la prematura scomparsa di Eric “Chico” Nicchi, persona dallo spiccato spirito Eugubino, amico di tutti, grazie alla sua grande umanità, giovialità e schiettezza.

    Lo ricorderemo come un grande e appassionato ceraiolo  che era stato estratto, nel 2018, come Primo Capitano dei Ceri.
Però gli anni disgraziati in cui la Festa è stata sospesa a causa della pandemia Covid-19, gli hanno impedito di svolgere il suo ruolo... ma… “Capitano per sempre” !

    Alla mamma Irma, alla moglie Federica, ai figli Maddalena e Leonardo, alle sorelle Floriana e Lorena, al fratello Fabrizio e a tutti i familiari, vanno le nostre più sentite condoglianze.
 

All’alba del 22 giugno fu eseguita la rappresaglia.

    Esattamente 105 anni fa, il 24 giugno 1918, moriva a Bligny in Francia, in seguito a ferite da schegge di granata, il caporale eugubino SETTIMIO ROSATI.
   E’ l’unico dei 13 componenti il comitato organizzatore dei Ceri sul Col di Lana che non ha fatto ritorno a casa, alla fine della guerra. Aveva 29 anni, era nato il 17 gennaio 1889 (figlio di Ciriaco e di Cancellotti Teodola) ed abitava in via dei Consoli, di professione muratore, aveva superato indenne il sanguinoso fronte della Marmolada-Col di Lana e anche il fronte del Piave, ma nel marzo 1918, a seguito di uno scambio di truppe con la Francia, fu deciso l'invio, sul fronte francese, sulle Ardenne, del II Corpo d'Armata italiano, composto anche della Brigata «Alpi» di cui Settimio e tanti altri numerosi eugubini facevano parte con il loro 51° reggimento Fanteria.
   Nei giorni 23-24 giugno i tedeschi sferrarono un violentissimo attacco contro i reparti della Brigata «Alpi» per impadronirsi della Montagna di Bligny, senza peraltro riuscire nell’intento, ma in quella battaglia la fortuna abbandonò Settimio.
   Al termine della guerra, pochi mesi dopo, gli italiani morti su quel fronte saranno oltre 6.000 di cui 5.000 sono sepolti nel cimitero militare italiano costruito proprio a Bligny, vicino Reims.
   Ci siamo proposti di ritrovare i discendenti della sua Famiglia d'origine: i Rosati "De Pifanio" anche con un articolo di gionale e la ricerca è stata proficua!