La
statua di S.Ubaldo, è stata trasferita al
Duomo
dalla
Chiesetta dei Neri,
dove era stata depositata la sera del 15 al termine della Processione che
ha dato il via alla Corsa dei Ceri. |
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In una chiesa gremita di fedeli sono presenti il
Sindaco Filippo Stirati,
i sindaci delle altre città componenti la
Diocesi di Gubbio, i
rappresentanti dell’autorità militari nonché i rappresentanti della
città gemellata di
Thann.
Il vescovo di Gubbio
Mons. Luciano Paolucci Bedini ha celebrato il
solenne
pontificale, in onore di
Sant’Ubaldo
nel giorno della sua Festa e pronunciato l'omelia che riportiamo:
"L’esplosione di gioia e di coralità della
meravigliosa festa dei Ceri quest’anno ha di nuovo
introdotto, come omaggio grato e devoto, la solenne
celebrazione del nostro Santo Patrono Ubaldo. Una festa
nuova e rinnovata che ha riaperto il cammino di questo
popolo e di questa nostra Chiesa diocesana, sulle tracce
luminose del suo nobile concittadino e Santo Vescovo. Le
limitazioni sofferte negli ultimi anni non ci hanno mai
impedito di alzare gli occhi al monte di Ubaldo per
impetrare con filiale fiducia la sua protezione da ogni
male. Lo abbiamo fatto nella solitudine e nella distanza, in
pochi e con gesti semplici, ma finalmente torniamo a
rendergli onore e lode nella pluralità delle appartenenze e
nella comunione della convivialità fraterna.
Rivolgo il mio più cordiale saluto al Sindaco Filippo, ai Sindaci
dei comuni del territorio, alle rappresentanze della Festa
dei Ceri, e alle altre autorità convenute. Sentiamo qui con
noi presenti a questa ricorrenza solenne tutti gli eugubini
che vivono fuori della loro terra, i tanti fedeli legati
alla santità di Ubaldo, e le Città sorelle di Thann e di
Jessup con gli amici che ci hanno visitato in questi giorni.
Il tempo che abbiamo davanti è da molti ritenuto un’occasione di
rinascita, di ripresa e di rinnovamento dopo un lungo e duro
tempo di crisi. Sappiamo bene però che nessuna novità e
nessun miglioramento è possibile nelle nostre comunità se
non ci si decide per un cambiamento, se non ci si impegna
per crescere e ricominciare in maniera nuova. E quando
desideriamo attraversare tempi di prova, e uscirne
rafforzati e rinnovati, occorre poter guardare oltre e al
meglio, riscoprire i valori essenziali e condividerli,
essere sostenuti e guidati nella ripresa del cammino.
Possiamo farlo, dobbiamo poterlo fare insieme, e abbiamo per
questo bisogno di alti insegnamenti, di buoni maestri e di
grandi esempi. Non è difficile rintracciare tutto questo
nella enorme figura umana e spirituale del nostro carissimo
Vescovo Santo.
“Ecco il sommo sacerdote, che nella sua vita riparò il tempio, e
nei suoi giorni consolidò il santuario”. Queste parole del
libro del Siracide mirabilmente lo descrivono nel ministero
che ha vissuto. Ubaldo è ricordato nella Chiesa intera, e
non solo a Gubbio, come un grande santo riformatore. La sua
fede profonda e la sua umile affezione per la Chiesa lo
hanno portato a desiderare fin da giovane una vita retta e
fedele, radicalmente ispirata alle parole del Vangelo, e
nutrita della sola intimità orante con l’altissimo
onnipotente Padre di tutti. Da questo scaturiva
continuamente la sua tenerezza di Padre, la sua cura per
ogni figlio, la sua forza nel combattere ogni male e
difendere il popolo, la sua mitezza per sopportare tante
ingiurie e perseguire sempre il riparo sicuro del perdono e
della riconciliazione.
L’Apostolo Paolo, nel brano della lettera agli Efesini che abbiamo
ascoltato ci indica la strada di questa buona ripresa. Dice:
“Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e
maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece
benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi,
perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in
Cristo”.
Sant’Ubaldo conosceva bene queste parole. Riconosciamo che egli per
primo le ha incarnate. Sono un invito alla conversione, al
cambiamento delle cattive abitudini, al rinnovamento del
cuore, e segnano il tracciato verso la santità, di cui
abbiamo fulgido esempio nel nostro Patrono. Ma sono anche
indicazioni molto concrete, vicine alla vita quotidiana che
insieme attraversiamo. Ciò che abbiamo vissuto e che ci ha
prostrato in questi anni, ora lascia spazio alla nostra
libertà e al nostro desiderio di poter riprendere ogni
nostra relazione e attività con atteggiamenti nuovi,
purificati dagli eventi. E di questo virtuoso itinerario di
rinascita che ci spetta il Beato Ubaldo ce ne insegna anche
il metodo che lui stesso ha sapientemente accolto e messo in
opera.
Fin da giovane cercò l’aiuto e l’accompagnamento di buoni maestri a
cui si affidò. Basti pensare all’accoglienza del vescovo
Giovanni da Lodi nella Canonica di San Mariano che ne
completò la prima formazione. I Canonici di Santa Maria in
Porto a Ravenna, con cui visse un tempo per apprendere la
Regula Clericorum che poi riportò a Gubbio per i suoi
chierici. L’amico Priore di Fonte Avellana che ebbe come
guida per il suo cammino spirituale e da cui poteva
rifuggiarsi ogni volta che ne avesse bisogno. Nessuno di noi
può crescere in età, sapienza e grazia senza l’ausilio e il
riferimento della testimonianza di buoni maestri e dei loro
insegnamenti.
Ubaldo poi comprese ben presto che per rinnovare il mondo e
migliorare la vita dei nostri amici e fratelli occorre
cominciare da se stessi. Inutile sarebbe additare le
mancanze altrui e lamentarsi del tanto che non va come ci si
aspetterebbe, se prima non si è iniziato un lavoro di buona
formazione e di profondo rinnovamento di noi stessi. In ogni
cosa che ritenesse saggia e che volesse insegnare al popolo,
il nostro Patrono prima di tutto si esercitò per se stesso.
Conobbe e ascoltò la sua debolezza, ammise le sue colpe e
chiese aiuto al Signore per mondare se stesso prima degli
altri. Questo lo rese umile e forte di fronte ad ogni
tentazione del male, capace di comprendere la miseria dei
suoi fratelli e di usare loro la stessa misericordia che
sentiva per sé da parte di Dio.
Solo dopo questo Ubaldo non ebbe timore di proporsi ai suoi figli e
concittadini come un esempio da seguire. Ed è questo
l’ultimo passaggio di questo metodo che ci guida alla
santità. Chi ha la sapienza di seguire buoni maestri e di
cominciare da sé il percorso di rinnovamento, poi senza
orgoglio e presunzione, ma con semplicità e senso di
responsabilità si assume l’onere dell’esempio e della guida
nei confronti di altri. E sappiamo bene di quanto oggi ci
sia bisogno, anche nella nostra comunità, di donne e di
uomini, saggi ed umili, che non abbiano paura di offrirsi
come esempio chiaro e retto a beneficio delle generazioni
che man mano ci sostituiscono, così come Ubaldo si fece
Maestro ed esempio per i suoi figli.
Che sia questo il nostro orizzonte, e questa sia per tutti la
strada sulla quale non temiamo di farci sotto per prendere
il peso delle responsabilità che ci competono e per correre
tutti insieme verso l’alto, certi di essere sorretti dal
braccio potente del Vescovo Ubaldo e dalla sua benedizione,
al quale con filiale fiducia ci rivolgiamo:
Ubaldo Santo,
nostro amato Vescovo,
Maestro e Padre della nostra comunità,
tu che hai tanto desiderato il rinnovamento
e la crescita del santo popolo di Dio
ispira e guida oggi i nostri passi
verso un tempo di unità e di pace.
Insegnaci a cercare e a riconoscere
esempi di bontà e rettitudine,
maestri di bellezza e di gioia vera,
e a seguirli sempre con la nostra vita.
Sostienici nella fatica necessaria
di partire da noi stessi e dalle nostre debolezze
per migliorare il mondo in cui viviamo.
Rendici responsabili nell’accompagnare i nostri figli
verso uno nuovo stile di relazione e di condivisione,
offrendo noi stessi come esempio di fiducia e perseveranza.
Si ancora tu ogni giorno la nostra fortezza
per affrontare con fede e amore
ogni turbamento futuro.
Amen.
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Nel pomeriggio solenne celebrazione anche in
Basilica, infine alle ore 18 il
tradizionale
Concerto di S. Ubaldo,
tenuto dalla
Banda comunale di
Gubbio.
Nella serata infine presso il Park Hotel Ai Cappuccini la
tradizionale
"Cena degli
eugubini lontani",
un momento conviviale organizzato dalla
Ass. Maggio Eugubino,
dal lontano 1958. Durante la
cena sono stati consegnati vari attestati di "attaccamento a Gubbio".
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