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   CRONACA APRILE  2022
   
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2 aprile 2022: Ceri 2022, proseguono le attività in preparazione della Discesa dei Ceri
3 aprile 2022: Ricollocazione dell’Ovo di Gubbio, la grande struttura realizzata nel 1976
8 Aprile 2022: E' Ufficiale: nel 2022 tornerà la Festa dei Ceri
10 Aprile 2022: Domenica delle Palme - Lettera del Vescovo di Gubbio
15 Aprile 2022: Venerdì Santo - Ritorna la Processione del Cristo Morto
28 Aprile 2022: Dal Comune gli ultimi dettagli organizzativi per la "discesa dei Ceri"
   
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2 Aprile 2022 - Ceri 2022, proseguono le attività in preparazione della Discesa dei Ceri


Per la prima domenica di maggio mascherine obbligatorie e niente bambini sui Ceri…
l’Amministrazione ha dato mandato ai Capitani, ai Capodieci, alle componenti ceraiole e alle rappresentanze da esse individuate di lavorare allo studio di soluzioni utili ad affrontare in sicurezza, rispetto alla pandemia ancora in corso…. per la
finalità principale condivisa dalla comunità eugubina: svolgere la Festa dei Ceri in pienezza e nel contempo pensare anche ai Ceri mezzani e ai piccoli.
All’arrivo in Piazza Grande i tre Ceri, fatta l’ultima birata, verranno presi in spalla dai Capodieci e dalle mute da loro indicate, che si appresteranno alla base della scalea
…. l’immediata chiusura del portone verrà gestita dall’Università dei Muratori.
Sarà fondamentale mantenere il numero dei contagi sotto una soglia di sicurezza, in funzione anche e soprattutto dello svolgimento della Festa dei Ceri mezzani e piccoli.

Vedi storia e documenti di "Due anni senza i Ceri"

3 aprile 2022 - Ricollocazione dell’Ovo di Gubbio, la grande struttura realizzata nel 1976


    Domenica 3 aprile 2022 la città di Gubbio ha reso omaggio a Mirella Bentivoglio mediante la ricollocazione dell’Ovo di pietra, la grande Struttura realizzata nel 1976, e crollata in seguito al collasso della parte inferiore, avvenuto nel 2004.

   Un numeroso pubblico ha assistito all’Inaugurazione dell’opera, avvenuta anche alla presenza delle figlie dell’artista. La cerimonia è stata preceduta da una conferenza nella Sala trecentesca del Palazzo Comunale.
   L’OVO è stato ricollocato tra il primo e secondo “buchetto”, lungo il percorso della Corsa dei Ceri del 15 maggio, esattamente dove era stato collocato per la prima volta nel 1976, in occasione della “Biennale” di quell'anno, opera dell’artista
Mirella Bentivoglio, di cui ricorrono quest’anno i 100 anni dalla nascita.

   Il presidente dell’
Università dei Muratori Giuseppe Allegrucci ha detto che “le pietre utilizzate per ricostruire l’Ovo sono le stesse dell’opera originale, integrate con alcune della stessa tipologia e provenienza, mentre lo scheletro è stato eseguito in legno e acciaio. Un lavoro fatto insieme ad alcuni volontari eugubini, che hanno avuto l’idea della ricollocazione, l’Università ha poi ripreso in mano tutta la storia e ha ricostruito l’opera d’arte”.
    L’iniziativa infatti è stata promossa dagli “Amici di Mirella“: Toni Bellucci, Leonardo Ceccarelli, Fabrizio Darena, Caterina Panfili, Giampaolo Pauselli, Marco Petrini Elce, Fernando Sebastiani, Giovanna Uccellani.
    Realizzata poi da abili artigiani, per lo più appartenenti all’ Università dei Muratori: Giuseppe Allegrucci, Aleandro Alunno (esecutore materiale, insieme a Dino Agostinucci, della realizzazione originale del 1976), Luca Alunno, Luigino Bei, Gabriele Capannelli, Giziano Fiorucci, Gianluca Ghirelli, Marco Grassini, Fabio Mariani, Fabrizio Monacelli, Maurizio Monacelli, Matteo Pannacci, Vittorio Pelicci, Alessandro Piermattei, Mauro Tognoloni, Giorgio Vispi.
    Il Sindaco Stirati ha detto: “E’ un grande segno di rinascita la ricollocazione dell’Ovo di Mirella Bentivoglio, cosa meravigliosa di cui ha tanto merito l’Università dei Muratori, ma anche aziende professionisti associazioni locali, con il Comune che ha sostenuto questa iniziativa. L’Ovo di Gubbio si è inserito perfettamente nel nostro contesto urbano, nel nostro paesaggio, nella nostra storia, la pietra richiama la nostra essenza, è inserito nel percorso della Corsa dei Ceri, è l’anima degli eugubini, un grandissimo messaggio di speranza e di fiducia per il futuro“.

    Nell’ottobre 2004 l' "Ovo" di Gubbio, il cui titolo originario è "Immagine simbolica", cadde.
Infatti, a seguito del cedimento di buona parte del basamento, la scultura si è miseramente ripiegata su se stessa. E proprio in quei giorni la giornalista Patrizia Antolini Scriveva: “Da tempo molti avevano richiamato l'attenzione sul degrado dell'opera che ora è transennata e coperta in attesa di interventi”.
    Ed ecco che seppure dopo 18 anni l’opera ha ripreso vita!

    L'autrice Mirella Bentivoglio, nata a Klagenfurt (Austria) il 28 marzo del 1922, da genitori italiani, Margherita Cavalli e lo scienziato Ernesto Bertarelli.
    Ricevette un’educazione multilinguistica, studiando nella Svizzera tedesca e in Inghilterra.
    Nel 1949 sposò il docente universitario di Diritto Internazionale Ludovico Matteo Bentivoglio, di cui adotta il cognome. Ha vissuto a Roma. È stata un'artista, poetessa e performer italiana che ha operato nell'ambito delle poetiche verbo-visuali.
    Ha Conseguito per titoli, nel 1968, l’idoneità all’insegnamento di Estetica e Storia dell’Arte nelle Accademie italiane. Vincitrice di borse di studio e di ricerca presso il Salzburg Seminar for American Studies (1958) e il Getty Institute di Los Angeles (1997.
   Dalla pratica della Poesia Concreta, della Poesia Visiva e della Scrittura Visuale, che hanno segnato il suo ingresso nella sfera delle nuove sperimentazioni, passa, dagli anni Sessanta in poi, a una personale forma di poesia-oggetto. Via via, negli anni Settanta e oltre, esplora i linguaggi della performance, della poesia-azione e della poesia-environment, allestendo grandi strutture simboliche di matrice linguistica sul suolo pubblico (tra cui il nostro “Ovo di Gubbio”).
   Ha avuto un ruolo decisivo e illuminante nel campo dell’arte contemporanea anche come animatrice e curatrice di esposizioni dedicate all’arte femminile. In particolare ha curato e realizzato, per la 38esima Biennale di Venezia (1978), la mostra Materializzazione del linguaggio ai Magazzini del Sale, che accoglieva esclusivamente opere di artiste donne, e che rappresenta a tutt’oggi un unicum emblematico del lavoro delle artiste di quegli anni, intenzionate a rivendicare un loro ben definito spazio creativo “al femminile” nella seconda metà del Novecento.
    Nel 2011 ha donato la sua ricca collezione-archivio di arte al femminile, raccolta in anni di forte impegno anche come curatrice di mostre, al “Mart” (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto).
    Autrice, nella prima giovinezza, sia di pitture a olio sia di libri di poesie in italiano e in inglese, esprime in seguito il suo interesse per l’uso congiunto del linguaggio verbale e dell’immagine legandosi ai movimenti verbo-visivi delle neoavanguardie artistiche internazionali della seconda metà del ventesimo secolo, diventandone una protagonista: “Sono considerata, erroneamente, uno scultore, sia pure atipico; in realtà il mio lavoro si svolge, oggi come ieri, in un ambito totalmente «poetico»: tra linguaggio e immagine, tra linguaggio e materia, tra linguaggio e oggetto, tra linguaggio e ambiente”. Sono le sue stesse parole, tratte da una intervista, a delineare la figura e la sua poetica.
    Muore a Roma 23 marzo 2017 e il sindaco di Gubbio Filippo Stirati in quella occasione la ricordò con queste parole: «La città di Gubbio ha fatto in tempo a tributare all’artista e poetessa un ultimo importante omaggio, dedicandole una sezione della 26esima edizione della ‘Biennale di scultura’, a lei che è stata punto di riferimento di questo importante evento contribuendo a farlo crescere nel panorama nazionale. Insieme a Nedda Guidi, fu una delle protagoniste nel 1976 della Biennale di Gubbio e in questi quarant’anni il filo che la legava alla nostra città non si è mai spezzato. Per stessa ammissione dell’artista, il rapporto con Gubbio è stato intenso e reciproco, e ha avuto stimoli e ricadute significative nella realtà locale. Basta pensare agli artisti locali, fotografi o scultori ma anche alle realtà produttivo-artigianali, ai carpentieri e agli scalpellini che hanno contribuito alla realizzazione di alcune opere di matrice simbolica, come il celebre ‘Ovo’, l’Albero Capovolto o il Libro-campo. A nome personale e dell’amministrazione comunale, giungano i sensi del più sentito cordoglio per la scomparsa di una grande artista e di una grande donna »
 

8 Aprile 2022 -  E' Ufficiale: nel 2022 tornerà la Festa dei Ceri


   C’erano il Prefetto Armando Gradone, il Questore Giuseppe Bellassai, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, del 118, della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria in Umbria Massimo D’Angelo, il sindaco di Gubbio Filippo Stirati, l’ingegner Matteo Costantini, i presidenti dell’Associazione Maggio Eugubino Marco Cancellotti, dell’Università dei Muratori Giuseppe Allegrucci e i presidenti delle Famiglie Ceraiole Ubaldo Minelli, Patrick Salciarini e Alfredo Minelli ieri pomeriggio a Perugia, in Prefettura, all’incontro del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, del quale poi, alle 21, il primo cittadino di Gubbio ha reso partecipi, in una riunione tenutasi a Palazzo Pretorio, i rappresentanti delle componenti ceraiole.
     Sul tavolo della discussione col Prefetto la Festa dei Ceri 2022 e le sue modalità di svolgimento.

    “Da oggi - ha esordito Stirati all’inizio dell’incontro a Palazzo Pretorio - possiamo dire ufficialmente che nel 2022 tornerà a Gubbio la Festa dei Ceri, ed è questo certamente l’elemento più importante che è emerso a Perugia, e che corona un bel lavoro caratterizzato dalla serietà e dal grande impegno di tutti. Da parte di Prefetto e Questore abbiamo trovato grandissima disponibilità e comprensione piena delle dinamiche e delle logiche della nostra Festa. Forti dei validissimi presupposti del Piano di Sicurezza del 2018, ci siamo posti come interlocutori seri e puntuali, trovando un’apertura e un’attenzione assolutamente non scontate, per le quali ringrazio davvero il dottor Gradone e il dottor Bellassai e il dottor D’Angelo. Soprattutto dal commissario D’Angelo abbiamo avuto forti raccomandazioni sul versante sanitario, che ci portano a confermare, come peraltro già nei giorni scorsi avevamo insieme convenuto, l’esclusione di tutti gli incontri conviviali ufficiali al chiuso. C’è poi stata da parte di tutti - ha proseguito Stirati - una forte indicazione alla responsabilità, che si è concretamente tradotta in un invito pressante a far utilizzare la mascherina FFP2 non certo ai ceraioli, ma a tutti coloro che si assembrano sul percorso dei Ceri e nei luoghi che tradizionalmente maggiormente producono vicinanza e affollamento, che si tradurrà in un’ordinanza in tal senso. La nostra - ha detto a più riprese il primo cittadino - sarà come sappiamo la prima grande manifestazione del folklore che riprende dopo i mesi terribili della pandemia: non possiamo dare certo rappresentazione di una situazione che scappa subito di mano. E, mi permetto di dire, siamo chiamati a un forte senso di responsabilità anche nel ricordo delle migliaia di vittime che il Covid ha mietuto nel nostro Paese, nonché nel rispetto delle tante persone che continuano a manifestare paure, perplessità e timori”.
   
Nel guardare con soddisfazione all’incontro di ieri con il Prefetto, il sindaco di Gubbio ha sottolineato come “la serietà e l’impegno col quale abbiamo proceduto in questi mesi di lavoro ha pagato: abbiamo fatto, anche grazie all’impegno dell’ingegner Costantini, un lavoro importante e tempestivo, che ha fatto capire da subito a tutti che stavamo marciando in una direzione precisa: la città voleva tornare a vivere la sua Festa dei Ceri, e lo abbiamo detto e ci abbiamo lavorato in mesi e in periodi nei quali sembrava impossibile anche parlarne”.

    Un coro unanime di soddisfazione per il risultato raggiunto si è levato da tutte le componenti presenti ieri all’incontro: il presidente dell’Università dei Muratori Giuseppe Allegrucci ha parlato di “un giorno importante che premia la grande sinergia del lavoro fatto finora: tutte le voci, anche quelle differenti, sono state sempre trasformate in energia positiva, nell’intento vero e unitario di continuare a tramandare e trasmettere i valori della nostra Festa”.
    Del bel clima trovato a Perugia in seno al Comitato ha parlato il presidente dell’Associazione Maggio Eugubino Marco Cancellotti, al quale si sono uniti anche i tre Presidenti delle Famiglie Ceraiole, Ubaldo Minelli, Patrick Salciarini e Alfredo Minelli, concordi insieme ai tre Capodieci designati per il 2020 e ai Capitani Eduardo Amadei e Paolo Procacci nel giudicare positivamente sia l’incontro con Gradone sia il lavoro fatto negli scorsi mesi dalle componenti ceraiole. “Importante, pur nel clima di grande festa - hanno sottolineato - sarà comunque far passare il messaggio di attenzione e sobrietà. Non è un “tana liberi tutti”, ma la possibilità concreta di riavere la nostra Festa senza dimenticare il senso di responsabilità e l’uso della mascherina”.
    Tutti hanno ringraziato l’ingegner Costantini per il lavoro svolto e per la cura nella preparazione del Piano di Sicurezza.
   Prossimo appuntamento per le componenti ceraiole sarà ora dopo la Pasqua, con un incontro esteso anche ad altri protagonisti della Festa utile a definire i dettagli del ritorno, tanto atteso e ora finalmente concreto, dei Ceri a Gubbio.

Vedi storia e documenti di "Due anni senza i Ceri"

10 Aprile 2022 -  Domenica delle Palme -Lettera del Vescovo di Gubbio


 Lettera del Vescovo di Gubbio, Mons. Luciano Paoletti Bedini:

      Sorelle e fratelli pace a voi!

   E’ il saluto del risorto nelle prime apparizioni, eppure la Pasqua di quest’anno ci raggiunge in un tempo denso di fatica, preoccupazione e dolore.
   Temiamo per le conseguenze della tensione mondiale e vediamo ogni giorno le conseguenze delle scelte sciagurate dei potenti del mondo sulla pelle dei popoli. L’umanità sembra accecata dall’odio e dalla violenza, come se avesse smarrito la consapevolezza che la pandemia pareva averci insegnato: siamo tutti sulla stessa barca, fratelli e sorelle, tutti interconnessi e bisognosi del bene dell’altro.

   Il cuore dell’uomo continua a smarrire la memoria dei vissuti e dei valori fondamentali, e anche la comunicazione sapienziale tra le generazioni è come interrotta. Non impariamo più nulla da ciò che viviamo e dimentichiamo troppo presto i racconti di coloro che prima di noi hanno vissuto gli errori del mondo.
   E su tutto questo, lo scandalo silenzioso del vedere schierati, dall’una e dall’altra parte della follia, uomini e donne illuminati dalla luce del Battesimo e graziati dalla misericordia della Pasqua di Cristo Gesù. Popoli che da secoli si dicono cristiani e celebrano le lodi del Dio altissimo. Forse non è bastato il sangue di Gesù versato per amore? Dio non ha sacrificato suo Figlio perché il sangue dei suoi figli non venisse più versato dalla mano del fratello?

   Se, come sembra, quest’anno potremo vivere con più libertà e pienezza le nostre sante celebrazioni pasquali. Non sprechiamole! Non torniamo a partecipare a qualcosa di scontato, di solito e abitudinario. Pensiamo alla novità che annuncia il Risorto: la morte è vinta. Accogliamo la grazia della vita nuova liberata dal male. Esultiamo di gioia per la misericordia gratuita del Padre che guarisce le ferite che ci ha inferto il peccato. Rendiamo grazie con forza per la potenza che lo Spirito ci dona per vivere come fratelli e sorelle.

   Nessuno che creda nell’amore misericordioso di Dio Padre, nessuno che abbia sentito su di sé lo sguardo di Gesù risorto, nessuno che si lascia guidare dallo Spirito di santità, può dimenticare il cuore del Vangelo nel comandamento dell’amore: “amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi!”
   Questa è la novità della Pasqua, e questa è la sorgente di grazia a cui si disseta la Chiesa. Prima di morire di sete per l’orgoglio della nostra presunzione incamminiamoci insieme verso la fonte che zampilla per la vita eterna.

   Ci consoli la parola di Gesù: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.”

   Buon incontro con il Risorto!

                                                                                             don Luciano, vescovo
 

15 Aprile 2022 - Venerdì Santo - Ritorna la Processione del Cristo Morto


    Gubbio 15 aprile 2022 - Venerdì Santo - dopo due anni di interruzione a causa della Pandemia Covid-19 ritorna la tradizionale Processione del Cristo Morto, seppure con l'uso delle mascherine
   Le statue del Cristo morto e della Madonna addolorata, in una fresca serata di primavera, sono state portate a spalla e precedute dai “Sacconi” con i simboli della Passione, hanno  percorso il tradizionale itinerario cittadino tra i canti del “Miserere”, le preghiere dei fedeli, il calore e le luci dei “focaroni” accesi in vari punti del percorso.
    La Processione del Cristo Morto ha preso il via
alle ore 19.30 (7.30pm) dalla Chiesa di Santa Croce, ove sono terminati importanti lavori di restauro e si è conclusa presso la chiesa di S. Domenico.

28 aprile 2022 - Dal Comune gli ultimi dettagli organizzativi per la "discesa dei Ceri"


GUBBIO (28/04/2022) – Tutto è pronto per il ritorno dei tre Ceri in città: ieri sera, nel corso dell’incontro delle componenti ceraiole tenutosi a Palazzo Pretorio, sono stati definiti gli ultimi dettagli organizzativi riguardanti la giornata di domenica 1 Maggio.

Come di consueto la Messa in Basilica inizierà alle 8, e per partecipare sarà obbligatorio indossare la mascherina, mentre le attuali normative che regolamentano il rapporto Stato – Chiesa non prevedono più il distanziamento tra i partecipanti alle celebrazioni religiose. Un’ordinanza recentemente emanata dal sindaco dispone che per tutta la giornata di domenica quanti parteciperanno alla discesa dei Ceri (ceraioli, membri della banda comunale, partecipanti alla sfilata e astanti in generale) dovranno indossare le mascherine, preferibilmente di tipo FFP2, all’aperto (sono esentati dall’obbligo i bambini di età inferiore a 6 anni, i membri della banda che suonino strumenti a fiato, le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, le persone che devono comunicare con un disabile in modo incompatibile con l’uso della mascherina). Nella stessa ordinanza, inoltre, viene espresso il divieto di far salire sui Ceri e sulle barelle i piccoli ceraioli: i ceri, pertanto, scenderanno in città senza i bambini sopra.

Una volta arrivati in Piazza Grande, i tre Ceri resteranno sulla stessa piazza per un tempo sufficiente per permettere a tutti coloro che vorranno di salutarli e dare loro il bentornato in città, poi l’accesso al Palazzo dei Consoli, per motivi legati alla prevenzione del contagio da Covid-19, sarà riservato solo a un ristretto gruppo di ceraioli accompagnati dai tre Capodieci. Dopodichè il museo del Palazzo tornerà ad aprire le sue porte il pomeriggio, così da consentire agli eugubini che vorranno rivedere i Ceri all’interno della Sala dell’Arengo di farlo fino a sera.

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