130 anni fa, il 29 aprile 1890,
nasceva ad Assisi Rinaldo Chelli “Dino” per i familiari.
Lo ricordiamo perché il
“Capitano Chelli” ebbe un ruolo importante e decisivo nel famoso
episodio della
Festa dei Ceri sul Col di Lana il 15 maggio 1917
e per questo è rimasto nel ricordo e nel cuore degli Eugubini e di tutti gli
amici di Gubbio.
Il figlio Claudio lo ha ricordato così: “da giovane amava la musica e
l'archeologia ed era molto attratto dalle scienze umanistiche e dagli studi
letterari - discipline nelle quali a vent'anni si era già distinto – e non aveva
nessuna intenzione di intraprendere la carriera militare. Quando nel 1911 fu
chiamato alle armi per compiere il servizio di complemento, pensava che si
trattasse soltanto di una inevitabile parentesi. Ma in quel momento sopravvenne
l'impresa giolittiana della guerra italo-turca e il suo reparto fu inviato in
Libia.
Nelle operazioni belliche il sottotenente Rinaldo Chelli si distinse per
capacità e atti di valore, e quindi per i suoi meriti fu nominato «ufficiale in
servizio permanente effettivo». Dopo qualche tempo, mentre ancora rifletteva se
restare nell'esercito o tornare ai suoi studi prediletti, scoppiò la prima
guerra mondiale. La fece sui fronti più rischiosi dal primo all'ultimo giorno,
fu ferito due volte e tra le molte decorazioni ne ricevette cinque al valor
militare. Ormai era diventato capitano e la sua strada era segnata e così rimase
nell'esercito, fino al grado di generale di divisione, convinto di svolgervi una
funzione educativa fondata soprattutto sull'esempio. Mio padre, dunque, era un
intellettuale, per gli scherzi del destino prestato alla carriera delle armi.”
Ma per un altro scherzo del destino anche Gubbio entra nella vita di Rinaldo,
infatti nei primi mesi del 1915 viene inviato a Gubbio, come sottotenente, al
comando di un plotone e in quel breve periodo conosce una giovanissima ragazza,
Emilia Brizzi con cui si fidanza.
Poco dopo, a maggio, l’Italia entra nella prima guerra mondiale e Rinaldo
partì per il fronte come tenente nel 51° Reggimento fanteria della Brigata
Alpi.
Chelli già nell’ottobre 1915 nell'attacco al Pizzac
verrà decorato con la medaglia d'argento al valor militare: "Durante
l'assalto alle trincee nemiche, per agevolare il compito al suo plotone, sotto
il fuoco violento di mitragliatrici avversarie, sconvolgeva, col calcio del
proprio moschetto, i cavalli di frisia, e giungendo per primo sulle trincee
medesime, al grido di "Savoia" incitava i dipendenti a seguirlo. Pescai, 21
ottobre 1915 ".
Dopo questa azione verrà promosso
capitano e gli sarà assegnato
il comando della 12° compagnia del 51° fanteria.
Alla testa della sua compagnia, negli attacchi contro il
Sasso Undici in Marmolada, si meriterà la seconda medaglia d'argento al valor
militare: "Comandante di una compagnia, in alta montagna, con fede,
sagacia ed ardimento singolari, preparò e condusse un attacco contro forte
posizione nemica, persistendovi, sebbene ferito, fino a quando, date le
condizioni del terreno e della difesa avversaria, non si persuase
dell'impossibilità dell'impresa. Punta di Mezzo (Marmolada), 30 giugno - l
luglio 1916".
Certamente quelle due medaglie hanno avuto il loro peso nell’ottenere dall’alto
comando militare il permesso a far svolgere la
Festa dei Ceri alle pendici del Col di Lana, il 15 maggio
1917.
|
Dopo la ritirata in seguito ai fatti di Caporetto, Rinaldo seguì le sorti del
51° fanteria quindi lo ritroviamo sul Piave, al Ponte di Vidor, ed
successivamente, a partire dall'aprile 1918, sul
fronte francese, dove il 23 giugno 1918 si meriterà
una croce al merito di guerra poi commutata in croce al valor militare:
"Comandante di una compagnia di rincalzo lanciata nottetempo al contrattacco
di una posizione perduta che comprometteva il fianco destro di un battaglione,
eseguiva con prontezza ed energia l'azione, riuscendo a rioccuparla ed a
mantenerla. Montagna di Bligny (Francia), 23 giugno 1918".
Il 15 luglio 1918, durante la tremenda
seconda battaglia della Marna, il tenente
colonnello Vincenzo Colagè venne ferito e Chelli prese il suo posto al comando
del 2° battaglione del 51° fanteria che mantenne fino al termine del conflitto.
Finita la guerra gli sarà concessa la seconda croce
al valor militare: "Comandante di battaglione durante le giornate della
vittoriosa avanzata in Francia, seppe infondere nell'animo dei suoi dipendenti
elevato sentimento del dovere, riuscendo così a superare serenamente accanite
resistenze nemiche ed avversità di clima e di terreno. Impegnato contro
soverchianti forze nemiche, per la conquista del villaggio di Disy Le Gros,
seppe, con abili mosse e con slancio ammirevole, attaccare decisamente
l'avversario a più riprese, riuscendo a scacciarlo dalle posizioni disputate.
Fronte Francese, 10 ottobre - 11 novembre 1918".
Nel novembre 1919, a Gubbio, nella chiesa di S. Pietro, sposò Enrica
Brizzi quella ragazza di Gubbio con cui si era fidanzato prima di partire
per la guerra.
Dal matrimonio nascerà Claudio che gli darà due nipoti: Maria
Rita e Raniero Chelli
Ormai sarebbe stato difficile non proseguire nella carriera
militare e pertanto ritornò a più riprese in Africa ed in Cirenaica con
incarichi importanti. Il 10 giugno 1940 verrà nominato comandante del Distretto
Militare di Rodi, nel Dodecaneso, dove assumerà poi il comando del 10° fanteria.
Dislocato nel 1941 a Creta assumerà il comando, quale
tenente colonnello, del 265° fanteria brigata "Lecce': Svolse nell'isola
anche la funzione di Presidente del Tribunale Militare di Guerra.
Terminerà la carriera con il grado di generale di divisione.
Si spense a Urbino il 16 dicembre 1981 dove è sepolto
nel cimitero cittadino di S. Bernardino.
|
|
|