In una chiesa gremita di fedeli sono presenti il
Sindaco Filippo Stirati,
i sindaci delle altre città componenti la
Diocesi di Gubbio, i
rappresentanti dell’autorità militari nonché rappresenta delle
città gemellate di
Thanne
Jessup
Il vescovo di Gubbio
Mons. Luciano Paolucci Bedini ha celebrato il
solenne
pontificale, in onore di
Sant’Ubaldo
nel giorno della sua Festa e pronunciato l'omelia che riportiamo:
"È Dall’alto del suo splendente rifugio sul monte
Ingino il nostro Vescovo Ubaldo oggi, come ogni giorno
dell’anno, stende il suo amorevole abbraccio di padre a
cingere, come le mura della città, ciascuno dei suoi figli,
per difenderli da ogni male. Sicuri e lieti di tanta grazia
possiamo cantare e gioire insieme per questo grande dono che
il Signore ha elargito per radunare in questa terra il suo
santo popolo, scegliendo tra i suoi figli un uomo buono,
cresciuto dalla tenerezza di Dio Padre; un uomo umile,
scolpito dalla pazienza e dalla mitezza di Cristo; un uomo
forte, forgiato dalla potenza dello Spirito Santo. Reso
padre e guida dei suoi fratelli per vincere la lotta della
vera vita.
Saluto e ringrazio le presenti autorità. Il Signor Sindaco. I
Responsabili delle forze dell’ordine e sicurezza. Tutti i
responsabili della bella Festa dei Ceri che ieri abbiamo
vissuto insieme, in un clima di gratitudine e di forte
coesione. Una giornata di gioia, che ha permesso a tutti,
grandi e piccoli, di godere la bellezza di questa città e la
tensione verso l’incontro tanto atteso con il santo Vescovo
Ubaldo. Un saluto fraterno alle delegazioni amiche delle
città di Thann e di Jessup, come anche a tutti coloro che in
questi giorni si sono uniti a noi nella festa.
Nelle pagine che raccontano la vita e il ministero di Sant’Ubaldo
molte volte lo si vede impegnato nel lottare contro il male
che offende l’uomo, che minaccia la sua integrità di vita e
che fa vacillare la speranza della sua fede in Dio. E
sempre, il nostro pastore beato, ci dona l’esempio di una
risposta ferma e risoluta che oppone al male il bene, alla
sofferenza la compassione, all’offesa il perdono, alla
divisione la riconciliazione e alla vessazione la potenza
della grazia divina.
“Ai miei fratelli annunzierò la pace”, abbiamo ripetuto insieme nel
ritornello al salmo responsoriale. Di fronte a chi lo
attaccava con offese e brutte maniere Ubaldo ha sempre
difeso la dignità del fratello che gli si opponeva. Non ha
cercato riscatto o vendetta. Non ha opposto male a male.
Ritirandosi con umiltà ha impedito che il male crescesse, e
ha provocato la conversione del fratello divenuto nemico.
Così ha evitato di lasciarsi coinvolgere nelle vie del male
e ha offerto agli altri, riconosciuti sempre e solo come
suoi fratelli, la possibilità di scegliere ancora tra la
voce del male e lo Spirito del bene. Quanto abbiamo bisogno
di essere ammaestrati da questo glorioso esempio. Quanto la
persona di Ubaldo, figlio di questa terra, ci restituisce la
letizia di una vita vissuta con semplicità, con cuore grande
e libero, con uno sguardo sereno e limpido che non ci chiude
su noi stessi, ma ci mantiene vigili e fermi verso il bene.
San Paolo nella lettera agli Efesini raccomanda ai suoi
fratelli: “Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida
e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece
benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi,
perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in
Cristo”.
Il secondo campo di lotta in cui Sant’Ubaldo ha combattuto le
conseguenze del male è stato quello della divisione e del
conflitto tra i suoi figli e fratelli, concittadini della
sua Gubbio. Intollerante ad ogni forma di contrapposizione,
che mettese in pericolo la solidarietà del suo popolo, egli
non mancò di intervenire direttamente e rischiando di
persona. Quante volte offrì se stesso e la sua parola per
evitare lo scontro, profondamente convinto che sempre la
violenza è inutile e sempre il conflitto è una sconfitta.
Non raramente, nelle occasioni di litigio tra i suoi, egli
intervenne mettendosi fisicamente in mezzo, ad impedire che
il male facesse il suo corso e vincesse la sua meschina
battaglia sulla pelle degli uomini, lasciando sul campo solo
perdenti dall’una e l’altra parte. Troppe volte i nostri
dissidi hanno motivi futili, e sempre comunque potrebbero
essere affrontati per altre vie. Quanto abbiamo bisogno
anche a Gubbio di servitori umili della comunione e della
fraternità. Di singoli e di gruppi che lavorino con forza
per una solidale convivenza. Quanto è urgente e necessario
che tutti ci si senta responsabili di ciò che appartiene a
tutti ed è per tutti, e che alcuni a nome di tutti si
sentano incaricati dell’amministrazione del bene comune e
mai contro qualcuno. E quanto è più che mai auspicabile che
i cristiani di questa Chiesa eugubina, forti della
testimonianza del loro patrono, si espongano con generosa
prodigalità a servizio del bene, con semplice concretezza e
trasparente intenzione, specialmente verso le membra più
deboli e sofferenti della nostra comunità.
“Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo
nome”, dicono stupiti gli apostoli di ritorno dalla loro
prima missione in cui Gesù li ha inviati. Ed egli disse
loro: “Vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco,
io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e
scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà
danneggiarvi”. La potenza di Dio sul male è totale e
definitiva. La vittoria della Pasqua di Gesù è sicura
speranza di ogni nostra tribolazione. Certo di questo il
vescovo Ubaldo si è fatto difensore di tutti coloro che
subivano l’ingiuria del maligno, prima e dopo la sua morte.
Lo ricordiamo come guaritore potente, potente della potenza
di Dio, verso tutti coloro che vivevano tempi di sofferenza
nel corpo e nello spirito. Non pensiamo che oggi il nemico
di Dio non sia più interessato a ferire la vita degli uomini
per odio verso la sorgente dell’amore eterno. Non potendo
combattere contro l’onnipotenza di Dio meschinamente si
accanisce sulla debolezza dell’umanità e della sua
creazione. Anche per questo abbiamo fiducia nella paterna
intercessione del Vescovo patrono e con lui lasciamoci
coinvolgere nel affiancare le sorelle e i fratelli che si
trovano in ogni genere di afflizione perché arrivi loro
tramite la nostra compassione la stessa consolazione di Dio.
“Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono
a voi; rallegratevi piuttosto perchè i vostri nomi sono
scritti nei cieli”, dice Gesù. La gioia di oggi è fondata
sulla bellezza di avere un così grande protettore e sulla
continua possibilità di poter ricorrere a lui per attingere
all’eterna grazia della Santissima Trinità.
Anche Sant’Ubaldo, “avendo premura di impedire la caduta del
suo popolo, fortificò la città nell’assedio”. E da ogni male
che possa assediare la nostra vita, con fiducia di figli, al
nostro patrono ci rivolgiamo:
Vescovo Ubaldo,
patrono e protettore nostro,
ascolta la nostra supplica di figli.
Tu, che con la forza di Dio combattesti le insidie del male,
veglia su ciascuno di noi e difendici dagli attacchi del
maligno.
Aiutaci a non rispondere al male con il male,
e insegnaci a scegliere sempre la via della pazienza e del
dialogo quando il conflitto ci divide.
Accompagna la crescita dei piccoli e dei giovani,
perchè fondino la loro esistenza nel servizio del bene, con
l’aiuto e l’esempio dei grandi.
Cingi con il tuo amore le nostre famiglie,
perchè non subiscano l’assedio del male.
Rimani con noi accanto ai sofferenti nel corpo e nello
spirito,
perchè sentano la carezza della consolazione di Gesù buon
pastore,
che tu hai reso vivo e presente in mezzo a questo tuo
popolo.
Abita la vita di ogni cittadino e di tutti i fedeli di
questa terra eugubina,
fa che condividiamo i frutti del bene e diamo esempio di
fraterna solidarietà.
Amen.
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Nel pomeriggio solenne celebrazione anche in
Basilica, infine alle ore 18 il
tradizionale
Concerto di S. Ubaldo,
tenuto dalla
Banda comunale di
Gubbio.
Nella serata infine presso il Park Hotel Ai Cappuccini la
tradizionale
"Cena degli
eugubini lontani",
un momento conviviale organizzato dalla
Ass. Maggio Eugubino,
dal lontano 1958. Durante la
cena sono stati consegnati vari attestati di "attaccamento a Gubbio".
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