Una Messa
solenne
concelebrata dal
Vescovo di Gubbio Mons. Luciano Paolucci
Bedini e dal
Vescovo emerito Mario Ceccobelli
a Pian di Molino
alle pendici del Monte
Nerone (circa a metà
strada tra i Comuni di Apecchio e Piobbico, situati nella Regione
Marche), dove nei pressi della
chiesa di San Andrea (che
tutti chiamano “chiesa di sant’Ubaldo”)
si trova la “grotta di S.
Ubaldo” dove il nostro santo patrono si ritirava in
preghiera, nel periodo (1126) in cui volle evitare la sua nomina a
Vescovo di Perugia.
Era successo che
quando venne a mancare
a Perugia il vescovo Stefano, i perugini, a cui era già nota la sua
fama di uomo santo, decisero di nominare
Ubaldo Baldassini, allora
priore della canonica eugubina dei Santi Giacomo e Mariano, come suo
successore.
Una scelta che avrebbe consentito di centrare diversi
obiettivi: stringere un legame indissolubile tra le due città
rivali, e consentire a Ubaldo di intraprendere una carriera degna
del suo rango nobiliare, ma soprattutto delle sue qualità.
Ma evidentemente per l’umiltà del suo animo, al sentir
parlare di onori la sua reazione più naturale fu la fuga.
Un attento studio di Elisabetta Carlino ricalca quello
che Ubaldo fece partendo da Gubbio, passando per Cantiano, per la
Pieve di San Crescentino dove avvenne il miracolo del cieco, poi per
Acquapartita dove su una grande lastra, giaciglio per un temporaneo
riposo, resta l’impronta della mano del santo, giù per Rio Vitoschio
fino alle alle pendici di monte Nerone dove si nascose per qualche
tempo, lasciando però ovunque ricordi e testimonianze del suo
passaggio e della sua presenza.
Le celebrazioni della giornata si sono concluse con una processione
che ha raggiunto la grotta che contiene
una piccola statuina e
un bassorilievo del santo
in preghiera,
realizzato da Marino Rossi.
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