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   CRONACA DICEMBRE 2017
   
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03 dicembre 2017: Mons. Luciano Paolucci Bedini viene ordinato Vescovo di Gubbio
07 dicembre 2017: Accensione dell'Albero di Natale
09 dicembre 2017: Ricordato il Dott. Evelino Leonardi
19 dicembre 2017: Il Vescovo emerito Ceccobelli, cittadino Onorario di Gubbio

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3 Dicembre 2017 - Mons. Luciano Paolucci Bedini viene ordinato Vescovo di Gubbio


   Mons. Luciano Paolucci Bedini viene ordinato Vescovo di Gubbio nella chiesa di S. Domenico, data la non disponibilità della Cattedrale. E' il 60° successore di S. Ubaldo.
    “Accogli i poveri, carne crocifissa di Cristo, gli scartati, i feriti, i malati, gli abbandonati, consapevole che viviamo in una società che genera poveri - ha detto
il card. Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo - cerca le ‘pecore’ senza identità, che brancolano e vivono nel peccato. Tutto questo è nelle tue mani, qui a Gubbio”.


   Con il porporato hanno concelebrato 25 arcivescovi e vescovi, tra cui il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, mons. Mario Ceccobelli, predecessore del neo vescovo, mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo, mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu), con gli altri vescovi umbri. Oltre 200 i sacerdoti, numerosi i diaconi e i seminaristi umbri e marchigiani, che hanno partecipato alla concelebrazione. Oltre 1.500 i fedeli presenti.
    Nell’omelia, il card. Menichelli ha ringraziato il Vescovo emerito mons. Mario Ceccobelli (che vediamo nella foto imporre le mani sul capo del nuovo Vescovo) per il “bene fatto e per la pazienza con cui ha esercitato il ministero episcopale a Gubbio”. Poi, rivolgendosi a mons. Paolucci Bedini: “Ti esorto a celebrare il tuo episcopato nella predilezione dell’esultanza di Dio. Non cercare progetti, ma sii consapevole che oggi entri in una libertà di adesione a Dio con il potere dato ai servi. Predica, caro don Luciano, racconta Cristo, l’unico che salva; custodisci la fede della Chiesa di Gubbio; abbi cura dei presbiteri e dei fedeli laici, tutti conduci a Cristo”.

   Mons. Luciano Paolucci Bedini è nato a Jesi (AN) il 30 agosto 1968, primogenito di due figli. Dal 1989 al 1995 ha frequentato il Seminario e conseguito la laurea in Teologia presso il Pontifico Seminario regionale “Pio XI” e l’Istituto teologico marchigiano di Fano e Ancona.
    Il 30 settembre 1995 viene ordinato presbitero da mons. Franco Festorazzi nella Cattedrale di San Ciriaco ad Ancona. Dal 1995 al 2004 è viceparroco nella comunità di San Paolo Apostolo a Vallemiano di Ancona.
Dal 1996-1999 frequenta il corso di Teologia pastorale con specializzazione in Pastorale giovanile e catechetica presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, dove consegue la licenza discutendo la tesi “Gesù Cristo, il perfetto comunicatore. Criterio e modello di una rinnovata prassi comunicativa nell’educazione della fede”.
   Dal 1999 è direttore dell’Ufficio catechistico diocesano e dal 2003 direttore dell’Ufficio catechistico regionale. Dal 2001 al 2011 è insegnante di Catechetica, Pastorale giovanile e Pastorale dell’iniziazione cristiana presso l’Istituto superiore marchigiano di Scienze religiose “Redemptoris Mater” di Ancona.
    Ha svolto dal 2004 il ruolo di vice-rettore presso il Pontificio Seminario regionale “Pio XI” di Ancona, dove – dall’agosto 2010 a oggi – ha ricoperto poi l’incarico di rettore. E’ membro della Commissione presbiterale regionale.


                                                                   
 

7 dicembre 2017 - Accensione dell'Albero di Natale


   Quest'anno è arrivato dallo spazio il messaggio e l’augurio che ha dato il “via” all’accensione dell’Albero di Natale più grande del mondo.
    Per la 37° volta il 7 dicembre gli “Alberaioli” eugubini hanno mantenuto l’impegno preso da chi,  nel 1981 per la prima volta, realizzò l’Albero sulle aspre pendici del monte Ingino.
    «Per il nostro Comitato – spiega il presidente Lucio Costantini – è un onore aver dedicare l’Albero 2017 alla European space agency (Esa) e all’Agenzia spaziale italiana (Asi), tra le massime testimonianze di impegno per la ricerca scientifica, raro esempio di collaborazione oltre ogni confine nazionale, di sacrificio, competenza, passione e coraggio, senza protagonismi, personalismi e nazionalismi».

   Esa raggruppa 22 stati europei e lavora da oltre 50 anni con l’obbiettivo di sostenere e promuovere, per scopi esclusivamente pacifici, la cooperazione tra gli Stati europei nella ricerca e tecnologia spaziale e loro applicazioni.

   Asi è il partner italiano di Esa e uno dei più importanti attori mondiali sulla scena della scienza spaziale, con uno stretto e costante rapporto di collaborazione con la Nasa. L’International space station (la Stazione spaziale internazionale, Iss) è tra i più prestigiosi progetti a cui partecipa Asi, sia con la realizzazione di apparati, sia con la partecipazione diretta di astronauti (Franco Malerba, Maurizio Cheli, Umberto Guidoni, Roberto Vittori, Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti, Paolo Nespoli).

   Per la terza volta, Paolo Nespoli è a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) che sta orbitando alla velocità di circa 37.000 km/h a 400 chilometri di altezza. Partito dalla base spaziale russa di Baikonur il 28 luglio, è impegnato a portare a termine la missione “Vita” (acronimo di Vitality, Innovation, Technology, Ability) con il compito di seguire oltre 200 esperimenti, la gran parte dei quali biomedici e il resto tecnologici; è altresì impegnato in una forte azione di comunicazione con l’intento di portare le attività di Esa e Asi alla conoscenza e comprensione di tutti.

 Dalla Stazione Spaziale, dove si trova dalla fine del luglio 2017, l'astronauta dell'Esa ha inviato il segnale che ha acceso le centinaia di luci che disegnano il gigantesco abete sul versante Sud-Ovest del monte Ingino. Lo ha fatto nel momento in cui la Stazione Spaziale Internazionale sorvolava l'Umbria.
   "Per quanto sia bello e appagante essere nello spazio, questa sera avrei voluto essere lì a godere lo spettacolo con voi" ha detto Nespoli alle tante persone riunite per assistere all'accensione. ha quindi inviato anche un saluto particolare dallo spazio agli oltre 50 volontari che ogni anno allestiscono l'albero.

    Per l'occasione Gubbio è stata raggiunta da una folla davvero enorme di turisti, richiamati dall'evento che assume sempre più le caratteristiche di un fatto internazionale.

    Ha contribuito al richiamo turistico anche il consueto raduno di Camperisti organizzato dal Camper Club Gubbio, giunto alla 16° edizione.


                                                                   
 

09 dicembre 2017 - Ricordato il Dott. Evelino Leonardi


    Gubbio rende omaggio ella figura di Evelino Leonardi, scienziato e umanista di inizio 900. Presentata anche la riedizione della sua opera "L'Unita' della Natura" (1933).
 
    Il Dott. Evelino Leonardi è stato un personaggio che merita di essere ricordato e la sua opera valorizzata: è quanto emerso in occasione della presentazione della riedizione della sua opera.

   L'occasione di parlarne è stata voluta dai nipoti, Gerard Percivalle e Luigi Leonardi, che attraverso la presenza e il contributo di studiosi e docenti universitari, hanno promosso un incontro alla Sala degli Stemmi di Palazzo Pretorio che ha permesso di raccontare vita e opere del medico.

 

     Evelino nato a Gubbio nel 1871, omeopata tra i pionieri, ma anche giornalista e filologo, affiliato alla Massoneria, giovanile socialista – è stato anche collaboratore de L'Avanti – e poi aderente al fascismo, prima di morire nel 1939. Tanti i personaggi che hanno condiviso con lui amicizie e scambi epistolari. Su tutti, Gabriele D'Annunzio.

     Ma Evelino Leonardi è soprattutto stato ricordato, da chi ha avuto la ventura di conoscerlo, come persona di straordinaria rettitudine, di grande umanità e disponibilità, da medico, di integerrima determinazione nelle scelte che caratterizzeranno la sua vita.
    Dagli anni turbolenti dell'Università a quelli più maturi ma sempre fervidi e carichi di energia e conoscenza. La sete di sapere è stata per questo personaggio una bussola costante, è stato detto dai numerosi relatori presenti. Dal prof. Alessio Galletti, che a Leonardi ha dedicato la sua tesi, al prof. Marco Pucciarini, storico delle religioni dell'Istituto teologico di Assisi, come anche da Paolo Capitanucci e Cristian Scimiterna.
    A ricordarne il contributo straordinario in campo medico sono stati i dottori Mattia Canetta e Marco Cesarini, dell'istituto nazionale di omeopatia Simoh, mentre l'avv. Marco Marchetti ne ha tracciato i caratteri di figura di spicco della Gubbio intellettuale del primo Novecento.
    Ad aprire l'incontro, oltre ai saluti del sindaco, anche l'illustrazione dell'arch. Francesco Riccardini che ha descritto il recente restauro della tomba di famiglia nel cimitero di Gubbio, contraddistinta da una pregevole scultura raffigurante un leone sulla soglia di una porta, e ormai da decenni familiare nell'immaginario collettivo.
    Una breve cerimonia si è svolta poco prima dell'incontro nello stesso cimitero cittadino.
    Non esiste una biografia di Evelino Leonardi ma l'incontro dedicato alla riedizione di una delle sue opere più significative, potrebbe ispirarla così come è stato auspicato che la città possa dedicargli un luogo toponomastico per l'indiscusso contributo culturale in campo umanistico e scientifico.

    Evelino Leonardi nacque a Gubbio il 5 giugno 1871 da Gaetano Leonardi e Mantovani Marzia, si laureò presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna il 18 novembre 1897, discutendo una tesi dal tirolo: "Un caso di lesioni cutanee di natura isterica".
    Sposò Giuseppina De Lenne ed ebbe una figlia, Liviana Marzia.

   È il contatto con filoni dell’ermetismo italico da cui trasse ispirazione sia la sua vocazione terapeutica sia la sua ricerca della sapienza e delle origini italiche. Di questi contatti alcuni sono documentati, come ad esempio quelli con Camilla Mongenet, altri sono ormai ben noti, come quelli con Ercole Quadrelli.
    Inoltre va segnalato anche un altro lignaggio con il quale il Leonardi sembra abbia avuto contatti. Infatti eugubino era anche un altro esponente di un’antica tradizione familiare, quel Pietro de Angelis il quale, bibliotecario in Roma dell’Ospedale di Santo Spirito in Saxia, certamente condivise col Nostro la vicinanza all’ambiente medico.
    Comunque, al di là del rintracciare filologicamente chi e come veicolò tali insegnamenti tradizionali, vogliamo altresì rimarcare che essi costituiscono un corpus pressoché unitario di conoscenze di solito indicato in termini di "Schola Italica" (comprendente, tra i tanti, i temi dell’italicità di Pitagora e quello del mito atlantideo-saturnio dell’età dell’oro che rese e rende a priori Roma Caput Mundi).
    In un suo libro del 1937
Evelino Leonardi azzarda una teoria molto interessante che considera Tirrenide come una colonia di Atlantide nel Mediterraneo. Partendo dallo studio delle misteriose Mura Ciclopiche o Poligonali presenti nel basso Lazio (forse di almeno 10.000 anni fa), ipotizza una vasta colonia di Atlantide in un territorio tra Sardegna, Corsica, Toscana e Lazio, adesso in prevalenza coperto dalle acque.
    Conobbe sia Gian Carlo Maroni (1893-1952), architetto artefice del Vittoriale degli Italiani, sia Gabriele D’Annunzio.
   A Roma, al fine di promuovere gli studi concernenti l’ipotesi tirrenico-atlantica, fonda nel gennaio 1930 la Società Romana per gli studi mediterranei.

   Morì a Gaeta il 5 ottobre 1938 nella sua villa sulla Montagna Spaccata. Oggi riposa al civico cimitero di Gubbio accanto a sua moglie Giuseppina De Lenne in una stupenda tomba, vero e proprio libro di pietra al pari di quelle antichissime rocce italiche di cui, moderno Omero, aveva cantato il primato.
    Nel 1991 è stata istituita la Biblioteca Italiana di Medicina Omeopatica intitolata a “Evelino Leonardi” (in quanto ritenuto uno dei più illustri clinici omeopatici italiani della prima metà del novecento, fondatore e direttore della Clinica Morgagni a Roma). La biblioteca ha sede presso l’Istituto Omeopatico S.I.M.O.H., Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana (via Giovanni Miani 8, Roma)  e conta un patrimonio librario di oltre 3000 volumi, del quale fanno parte fondi di particolare interesse culturale, storico ed editoriale.
   La Biblioteca rappresenta, con il suo patrimonio, un’importante fonte bibliografica per la formazione del medico nello studio unitario della persona umana quale compositum unitario ed irripetibile di spirito, mente e corpo. In tal senso la Biblioteca raccoglie e conserva prevalentemente libri e documenti relativi alla medicina omeopatica hahnemanniana, con particolare riferimento ai trattati dottrinali, alle materie mediche sperimentali e cliniche ed alle verifiche sperimentali ad indirizzo clinico.

19 dicembre 2017 - Il Vescovo emerito Ceccobelli, cittadino Onorario di Gubbio


    Una seduta speciale del Consiglio Comunale ha sancito il rapporto della città con il Vescovo Emerito Mario Ceccobelli, che in questi anni non ha fatto mai mancare la sua vicinanza e che ha accompagnato e seguito anche in momenti difficili la Città e le sue istituzioni.

    In un’affollata Sala Consiliare, con la presenza di tanti cittadini e con il gradito arrivo, durante la cerimonia, del nuovo vescovo Luciano Paolucci Bedini, ha avuto luogo oggi pomeriggio la "Consegna del Conferimento della Cittadinanza onoraria al Vescovo emerito S.E. Mons. Mario Ceccobelli", introdotta dal saluto del presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Biancarelli, che ha sottolineato l’importanza dell’evento, deliberato dall’assemblea cittadina il 28 novembre scorso.

   Il sindaco Filippo Mario Stirati, prima di leggere la motivazione, ha rivolto al vescovo un sentito ringraziamento:
“E’ per noi motivo di orgoglio e segno di riconoscenza conferire la cittadinanza onoraria ad una figura che ha svolto un ruolo significativo in 13 anni di ministero pastorale. Al di là dell’ufficialità e della distinzione dei reciproci ruoli, sono grato per la vicinanza affettuosa e attenta nei confronti della comunità eugubina tutta, per l’impegno essenziale nelle tante occasioni di crescita umana e spirituale, per la proficua collaborazione che ha consentito di raggiungere traguardi importanti. Il recente ritorno a Gubbio della Lumsa, è un risultato a cui ha fortemente contribuito, così come profondo è stato l’impegno per contrastare nuove e vecchie povertà, a sostegno dei più poveri e dei più fragili”.

   Questo il testo della motivazione: "In segno di riconoscenza per l’ufficio pastorale svolto, per l’esempio di vita ispirata ai valori dell’amore e dell’aiuto al prossimo, per il contributo alla convivenza sociale ed al progresso spirituale e culturale della comunità eugubina e diocesana, per l’opera e l’attività espletate in sinergia con il Comune di Gubbio, per aver favorito, nella naturale distinzione dei ruoli tra le istituzioni, il bene comune"

   Il Vescovo emerito, 59° successore del vescovo Sant’Ubaldo, ha ringraziato tutti, ricordando che proprio nella data di oggi, 13 anni fa, riceveva l’incarico di nuovo vescovo di Gubbio: “E’ una coincidenza forse non voluta ma ugualmente straordinaria. Sono lieto e orgoglioso di appartenere a questa antica e gloriosa città, alla quale voglio lasciare insieme al mio affetto, qualche riflessione su temi che mi stanno a cuore. L’augurio è che possa ritrovare le ragioni di una nuova unità, e che i valori che stanno alla base siano di crescita e non di divisione - poi ha sottolineato come - i giovani vadano considerati una risorsa, una speranza e mai un problema” e quanto il tema centrale del lavoro rappresenti “un’emergenza su cui impegnarsi per trovare nuovo slancio, superando la crisi e cogliendo la sfida dello sviluppo, a cui va collegata anche la crisi demografica”. Di pari passo, va mantenuto il rispetto e la cura degli anziani, che a Gubbio si concretizza in esempi diretti come la ‘Casa di riposo Mosca’. Gubbio deve essere un esempio di città aperta e solidale – ha proseguito Ceccobelli – avendo due fari guida come Ubaldo, patrono della città, e Francesco, che qui è venuto muovendo da Assisi, e qui ha trovato la piena vocazione. Gubbio è anche la città della ‘Custodia del Creato’ e della Riconciliazione. Con queste premesse la Diocesi piccola ma dalla voce robusta, può ancora avere lunga vita“.

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