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   CRONACA OTTOBRE 2015
   
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01 ottobre 2015: I Dinosauri in mostra a Gubbio fino a giugno
01 ottobre 2015: Natale 2015 - Adotta una luce dell'Albero di Gubbio
01 ottobre 2015: Ottobre 2015 - Claudio Sannipoli & Spot pubblicitari dell'Umbria
24 ottobre 2015: Gara per Cani da Tartufo: Primo trofeo "Nello Procacci"
30 ottobre 2015: Il Campanone festeggia il "suo" Compleanno

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Ottobre 2016 - I Dinosauri in mostra a Gubbio finio a giugno


   Una mostra «DINOSAURI A GUBBIO – SULLE TRACCE DELL’ESTINZIONE», aperta dal 19 settembre 2015 al 30 giugno 2016.

    La mostra è allestita a Gubbio, all’interno dell’ex Convento di S. Benedetto, a due passi dalla Gola del Bottaccione, famosa in tutto il mondo per le tracce di iridio stratificate nelle rocce, collegate alla teoria della scomparsa dei dinosauri. Non a caso in questo ex convento, nel 2009, è stato inaugurato il laboratorio multimediale "Archivio della Terra", che documenta lo stretto legame tra Gubbio, la scomparsa dei dinosauri e la Gola del Bottaccione, evidenziato dagli studi di Luis Alvarez (Premio Nobel per la Fisica nel 1968) e di suo figlio Walter, archeologo e geologo, che dagli anni settanta del secolo scorso studiarono le rocce della Gola del Bottaccione che rivelano un'alta concentrazione di Iridio, elemento molto raro nella crosta terrestre ma abbondante nei meteoriti, perciò di origine extra-terrestre.

    Questa esagerata presenza di iridio nelle rocce del Bottaccione indusse gli Alvarez a formulare diverse ipotesi, finché, nel 1979, proposero la soluzione: un grosso meteorite di 12 km. di diametro doveva aver colpito la terra immettendo nell'atmosfera un'enorme quantità di iridio.
   L'impatto, avvenuto alla velocità di 40 km al secondo, avrebbe provocato un'esplosione equivalente a 100 milioni di megatoni. Poiché un megatone corrisponde ad un milione di tonnellate di tritolo, l'esplosione fu di proporzioni tali da sprigionare un'energia 10.000 volte superiore a tutto il materiale nucleare oggi accumulato nel mondo.
   L'impatto dovette produrre un cratere di 150-200 km. di diametro: una catastrofe di dimensioni immani che causò la distruzione di interi ecosistemi e di tutti gli animali, terrestri e marini, superiori ai 25 kg di peso e, tra questi, i grandi dinosauri che avevano dominato la terra per 160 milioni di anni.
  A Gubbio non ci sono resti di dinosauri, ma a Gubbio c'è, dunque, l'identikit (l'iridio) del " killer" (il meteorite) che li uccise, cioè a Gubbio si trova la spiegazione del mistero della loro scomparsa.

    «Cogliamo due obiettivi – ha affermato il sindaco Stiratiquello di collocare una mostra tematica di alto profilo scientifico e culturale e quello di restituire alla godibilità di tutti, in primo luogo degli Eugubini, un contenitore chiuso da decenni e la cui valorizzazione a nuova vita rientra in pieno negli obiettivi strategici indicati nel Quadro Strategico del Centro Storico, di recente approvato dalla Giunta.»

    L’esposizione, di proprietà dell’argentino Fabio Frachtenberg, è allestita all’interno del vecchio complesso benedettino, appena ristrutturato grazie al co-finanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
 

   Gli esemplari dei fossili di dinosauri che saranno esposti permetteranno di osservare le caratteristiche morfologiche a grandezza naturale, gli ambienti e gli stili di vita di questi animali che dominarono la superficie terrestre per oltre 180 milioni di anni. I fossili esposti provengono per la gran parte dal Sud America e dalla Patagonia in particolare. Era questa una delle regioni privilegiate dai dinosauri, dove erano particolarmente sviluppate le foreste di conifere e di alberi molto grandi come le araucarie.

   La mostra è allestita in maniera tale da dare una panoramica sull’evoluzione dei dinosauri partendo dai più antichi conosciuti, come i piccoli Eoraptor Lunensis che vivevano in Sud America già 225 milioni di anni fa o le uova di dinosauri con nidi di piccoli Mussaurus Patagonicus che vivevano circa 200 milioni di anni fa.
   Uno degli esemplari principali che caratterizzeranno la mostra è lo scheletro completo di un Giganotosaurus Carolinii, un dinosauro lungo circa 15 metri e pesante otto tonnellate, che dominava le pianure patagoniche all’inizio del Cretaceo (circa 100 milioni di anni fa), un carnivoro più grande del più noto Tyrannosaurus Rex. Quest’ultimo viveva nelle regioni del nord America e non sembra che Giganotosaurus carolini e
Tyrannosaurus Rex si siano mai incontrati.

   Un altro grande esemplare esposto è il Rebbachisaurus Tessonei, un erbivoro lungo oltre 17 metri e pesante oltre 10 tonnellate che popolava le sterminate foreste patagoniche alla fine del periodo Cretaceo. Questo erbivoro, molto probabilmente, è parente di un altro genere simile trovato in Marocco: questa sarebbe un’ulteriore conferma della teoria della tettonica a zolle in quanto, nel Cretaceo inferiore (120 milioni di anni fa), non si era ancora formato l’Oceano Atlantico centrale e Africa e Sud-America sarebbero state collegate via terra.
    Nello stomaco di questi dinosauri erbivori sono stati trovati frammenti di pietre (gastroliti) che venivano utilizzate nelle fasi digestive dei vegetali, lo stesso processo che oggi avviene in molti uccelli erbivori, lontani parenti dei dinosauri.
   Molto interessante è lo scheletro del grande Megaraptor Namunhuaiquii, un carnivoro con zampe gigantesche munite di artigli lunghi anche 46 centimetri e che venivano utilizzati come coltelli per infierire sulle prede.

    Un altro importante dinosauro carnivoro esposto è il Carnotaurus Sastrei, lungo 8 metri e del peso di una tonnellata, dotato di due corna frontali nel cranio che gli conferiva un aspetto veramente terrificante. Infine lo scheletro completo di un Tuaranginsaurus Cabazai, un plesiosauro marino lungo 2,7 metri che viveva nei mari dell’emisfero australe. Non può essere considerato un dinosauro, ma un rettile marino coevo dei dinosauri.
    Questi e tanti altri esemplari, insieme a femori, vertebre e crani di diversi altri dinosauri, e accanto a ricostruzioni originali degli ambienti e delle forme di questi animali nei vari stadi evolutivi, saranno esposti nella mostra.
   Il percorso museale ed espositivo realizzato si collega alla vicina Gola del Bottaccione in un facile itinerario, fruibile da tutti, che include anche la stessa città di Gubbio. La mostra e gli itinerari a essa collegati permetteranno a singoli, gruppi, famiglie e scuole di conoscere, a diversi livelli di approfondimento, una parte importante della storia della vita sulla terra.

    Gli esemplari dei fossili di dinosauri esposti nella mostra permetteranno di osservare le caratteristiche morfologiche a grandezza naturale, gli ambienti e gli stili di vita di questi animali che dominarono la superficie terrestre per oltre 180 milioni di anni. I fossili esposti provengono per la gran parte dal Sud America e dalla Patagonia in particolare.

Per ulteriori e maggiori info:
http://www.dinosauriagubbio.com/ 

 


 

Natale 2015 - Adotta una luce dell'Albero di Gubbio


   Il Comitato Albero di Natale più grande del Mondo dall'accensione 2015 ha reso operativa l'operativa l'iniziativa:
ADOTTA UNA LUCE
Una luce dell’Albero, quella che verrà scelta, prenderà il nome di qualcuno a te caro (figlio, partner, nepote, ecc) e la piccola offerta richiesta (10 Euro) la terrà accesa per tutto il periodo in cui l’Albero illuminerà questo nostro Natale, dell'anno in questione.

    E’ un modo concreto per dare continuità a questa splendida opera dell’ingegno eugubino e farla sentire sempre più proprietà di tutti.

Per accedere:
http://adottaunaluce.dotstage.net/

Ottobre 2015 - Claudio Sannipoli & Spot pubblicitari dell'Umbria


 

    Sulle reti della Televisione nazionale (RAI) da qualche tempo si possono vedere alcuni spot che promuovono turisticamente la nostra Regione Umbria.
  

    Sono dei brevissimi videoclips in cui è la nostra regione a lasciarsi direttamente ascoltare dagli spettatori, senza filtri, senza intermediari con le sue campane, la sua natura, il suo folklore, i suoi canti...


      Queste brevi opere d'arte sono realizzate dall'eugubino Claudio Sannipoli, giovane ed eccellente professionista dell'immagine e della comunicazione, con la passione della cinematografia fin da piccolo, formatisi presso la scuola della comunicazione dell'Università degli Studi di Perugia dove si è laureato nel 2006, prima di conseguire, nell'anno seguente, il diploma di Filmmaker presso la Scuola di Cinema di Roma, in via Panisperna.


    Claudio ha nel suo curriculum anche la collaborazione con importanti televisioni private ed ha collaborato con il cast di Don Matteo sia a Gubbio che a Roma.
    Ora, dal 2012, ha un proprio Studio a Gubbio, in Corso Garibaldi.

  
 
Vedi i videoclips

24 Ottobre 2015 - Gara per Cani da Tartufo: Primo trofeo "Nello Procacci"


   La fama del Tartufo di Gubbio non ha bisogno di essere enfatizzata, ma è risaputo che un ruolo imprescindibile nella "caccia" al Tartufo l'hanno i cani con il loro magico fiuto.
   Per questo a Gubbio si è voluto creare un'occasione per mettere in risalto l'importanza dei "Cani da Tartufo" con una gara che premiasse il più bravo.
   Oltre 100 cani, provenienti anche alle Regioni confinanti, si sono cimentati nella ricerca del nostro prelibalo tubero. La gara è stata organizzata nel terreno attiguo al Teatro Romano, in uno scenario di grande bellezza e suggestione.
   Al vincitore è andato il primo trofeo "Nello Procacci".

   "Valbonella", come da tutti era chiamato Nello, è stato un grande punto di riferimento per tantissimi cercatori di Tartufi.

   Nello Procacci, prematuramente scomparso nel 2007, è stato ricordato, alla presenza dei suoi familiari e del Sindaco Stirati, nel corso della manifestazione organizzata da Mirko Palicca per conto  dell'Associazione Tartufai "Tartufiamo" e dell' Associazione Cinofila Eugubina.

    L'avvenimento dà l'opportunità anche a noi di ricordare Nello non solo per la sua grande capacità e conoscenza nel campo dei tartufi ma anche come appassionato ceraiolo del Cero di S.Ubaldo, da tutti apprezzato e ricordato.


 
                                                               

30 Ottobre 2015 - Il Campanone festeggia il "suo" Compleanno


  Il Campanone compie 246 anni e lo ha festeggiato alla sua maniera... con una “sonata” eccezionale con la quale i suoi  campanari deliziano la città.
   245 candeline sono tante, se poi pensiamo che il nostro
Campanone fu fuso nello stesso anno (1769) in cui nacque Napoleone Bonaparte, riusciremo sicuramente meglio a percepirne la longevità.
   Il 30 ottobre 1769, Giovanni Battista Donati di Aquila eseguì
la fusione sotto gli Arconi di Piazza Grande. Di tale fatto gli interessati possono prendere visione dell'ampia documentazione, fornitaci dal storico eugubino Fabrizio Cece.

  
Sei, sono stati i Campanoni che, in circa sette secoli, hanno dato voce al Palazzo dei Consoli e hanno fatto sussultare noi Eugubini.
   Il primo di cui si ha notizia è del 1380, ma non durò molto, infatti nel 1446 ne fu fatto un altro. Anche questo rapidamente cedette il posto al successivo, nel 1503, che durò un po' più dei due precedenti, ma si ruppe nel 1677.
   Difficoltà economiche fecero attendere il 1716 per sentire il nuovo Campanone, sostituito da quello del 1766 che durò solo due anni e lasciò il posto all'attuale nel 1769.


 
                                                               

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