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   CRONACA FEBBRAIO 2015
   
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01 Febbraio 2015: Scelto il Capodieci di S.Ubaldo
10 Febbraio 2015: il "Giorno del Ricordo"
Febbraio 2015: Procede l'iniziativa per il nuovo organo per S. Ubaldo
Febbraio 2015: I Dinosauri in mostra a Gubbio
13 Febbraio 2015: Gaggiotti presenta il suo libro di "Favole senza Occhiali"
15 Febbraio 2015: "Premi Bandiera" Città di Gubbio 2014" - 29° edizione
21 Febbraio 2015: Muore il regista Luca Ronconi
   

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01 Febbraio 2015 - Scelto il Capodieci di S.Ubaldo

  

 

 

    Oggi l'Assemblea dei Ceraioli di S. Ubaldo ha eletto il Capodieci per l'anno 2015.
  
Tre i candidati che  sono stati votati, a scrutinio segreto da 573 ceraioli, sui 680 aventi diritto, convocati presso la taverna della Famiglia dei Santubaldari.

 



 

 

 

     E' stato eletto Andrea Marcheggiani "Beldente" che ha prevalso con 275 voti su Stefano Rossi (193 voti), e su Matteo Minelli ("Billo") (95 voti). Schede nulle 9, schede bianche 1.
 

 

 

                                                           

10  febbraio 2015 - il "Giorno del Ricordo"


   Gubbio celebra il 27 gennaio la Giornata della Memoria con una serie di iniziative in ricordo dello Olocausto: lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti.
   Il “Giorno della Memoria” è stato istituito dal Parlamento Italiano, con Legge n.211 approvata il 20 luglio 2000. Il testo dell'articolo 1 della legge definisce così le finalità del Giorno della Memoria:
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»
   Pertanto lo scopo della legge è quello di ricordare lo sterminio del popolo ebraico nei campi nazisti, le leggi razziali ed in generale si commemorano tutte le vittime del nazismo, comprese le migliaia di vittime civili, tra queste molte donne e bambini che furono barbaramente uccise in Italia nel periodo 1943-45.
  Crediamo anche che il
"Giorno della Memoria" non possa non essere associato al "Giorno del Ricordo" riguardante il dramma delle Foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, quantunque il giorno del loro ricordo sia stato fissato al 10 febbraio dalla legge 30 marzo 2004, n. 92
  
   Molteplici le iniziative a Gubbio per ricordare gli orrori della seconda guerra mondiale. 
  Nella nostra città oltre alla tragica vicenda dei nostri 40 Martiri, molti altri sono stati i civili che hanno trovato la morte nel 1944. Tra questi le vittime del bombardamento del 13 giugno a Branca, le due di Sant'Angelo dopo Serra, le tre di Villamagna, le tre a Padule, e tante altre secondo quanto testimoniato da alcuni studiosi e ricercatori.
   Non esiste un elenco completo di queste altre vittime, elenco che necessita pertanto di essere sistemato, come recita  L'ordine del giorno del 18 gennaio 2011 approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale della nostra città: «
Riconoscimento della memoria di tutti i civili che morirono nel comune di Gubbio nel 1944 durante la seconda guerra mondiale».
   Dell'argomento ci siamo già ampiamente interessati nel luglio 2010, sollecitando le istituzioni e la società civile proprio nella direzione della delibera del Consiglio. Allora sollecitammo la stesura di un elenco definitivo, per poter restituire alla memoria i nomi dei "civili" che trovarono la morte nel Comune di Gubbio a seguito dei fatti storici del 1944, ma proponemmo alle istituzioni e agli enti interessati di dare "anche"  una degna sistemazione ad una lapide o cippo riportante i nomi di tutte queste vittime della guerra, innocenti e dimenticate, come fossero figli di un Dio minore.
  Purtroppo non abbiamo registrato alcun riscontro alla nostra proposta, che allora fu riportata anche dalla stampa cittadina.(1) - (2)
   Con soddisfazione ricordiamo invece che un giovane eugubino (Filippo Fumaria) si è laureato nel novembre 2011 in Scienza Politiche presso l'Università di Perugia (relatore il Prof. Giancarlo Pellegrini) discutendo un'interessantissima tesi dal titolo:
  
“Cittadini uccisi per azioni militari durante il passaggio del fronte nel Comune di Gubbio e nei comuni vicini”
che invitiamo a scaricare e  leggere

  Da parte nostra, non potendo fare di più, pubblichiamo da qualche anno a questa parte, un elenco dei "dimenticati" che persero la vita a Gubbio in quel tragico 1944. Quest'elenco probabilmente non è completo, altrettanto probabilmente è possibile che contenga anche delle inesattezze su cui, speriamo, la storia faccia chiarezza, ma ci è sembrato comunque giusto che il giorno della memoria sia "memoria per tutti".

01. Anemone Lamberto, di anni 61
02. Anemone Tolmino, di anni 20
03. Angeletti Ubaldo, di anni 66
04. Angeloni Sergio, di anni 19
05. Bellucci Dante, di anni 22
06. Bicchielli Adolfo, di anni 24
07. Boriosi Roberto
08. Boriosi Ruggero
09. Calzuola Orlando, di anni 12
10. Camelia Nello
11. Carfora Giovanni, di anni 22
12. Cicci Maria
13. Di Palma Cosimo Antonio
14. Ercoli Lucia, di anni 9
15. Ercoli Maria Orlanda, di anni 8
16. Fioroni Erminia, di anni 43
17. Fioroni Giuseppe, di anni 60
18. Fiorucci Latina, di anni 27
19. Fiorucci Maria, di anni 65
20. Forgione Diego
21. Girelli Floriano, di anni 19
22. Guetta Alberto, di anni 22
23. Guetta Pierluigi, di anni 19
24. Ingrosso Gustavo, di anni 27
25. Lorenzi Amato, di anni 18
26. Luigi Violini,
 
27. Manuali Giovanni, di anni 51
28. Marchegiani Antonia,di anni 82
29. Mazzacrelli Giambattista  anni 21
29. Menichetti Alfredo, di anni 30
31. Menichetti Fernando, di anni 26
32. Menichetti Mario, di anni 17
33. Paciotti Gaudenzio, di anni 35
34. Palazzari Ubaldo, di anni 18
35. Pascolini Fernanda, di anni 19
36. Pascolini Salvatore, di anni 46
37. Passeri Enrico, di anni 69
38. Perugini Ubaldo, di anni 54
39. Petrini Gina
40. Petrini Rossi Nazzareno,anni 39
41. Pierucci Luigi, di anni 45
42. Radicchi Adelmo
43. Romitelli Luigi
44. Sannipoli Maria, di anni 42
45. Smacchi Maria Palma, anni 51
46. Stirati Filippo Antonio, anni 27
47. Stirati Maria, di anni 68
48. Tarini Ciro, di anni 21
49. Turrisi Rodolfo, di anni 23
50. Turziani Domenico
51. Viterbo Piero, di anni 22
 

                                                  

Procede l'iniziativa per il nuovo organo per S. Ubaldo


   Il progetto del nuovo organo per la Basilica di Sant'Ubaldo è quasi arrivato a conclusione. Inizialmente si era pensato di poterlo inaugurare in occasione della ricorrenza della festa della Canonizzazione, che quest'anno viene celebrata domenica 8 marzo, in realtà l'inaugurazione dell'Organo avverrà verso la fine del mese di aprile, a ridosso delle feste di Maggio, ma la data precisa non è stata ancora fissata.

    Il nuovo Organo, un modello composto da circa 1.000 canne suddivise nelle due tastiere e pedaliera realizzato da Emanuel Kemper, artista di Lubecca, nel 1956. Uno strumento pregevole artisticamente e funzionale sul piano acustico che, per caratteristiche tecniche, si adatta perfettamente alla Basilica di S.Ubaldo. Troverà sistemazione nella seconda navata sotto la vetrata raffigurante la discordia tra gli uomini, una nuova armonia renderà ancora più bella la partecipazione dei fedeli ai riti nel luogo sacro più caro agli Eugubini.

   Tanti sono stati gli Eugubini che hanno aderito alla sottoscrizione popolare, attraverso l'
acquisto di una canna al costo simbolico di 30 euro.

   Chiunque desideri partecipare a questa iniziativa, può ancora acquistare una o più canne, rivolgendosi direttamente al Rettore della Basilica Mons. Fausto Panfili o a don Stefano: il contributo sarà registrato nell'apposito libro contabile.

     Ma per chi non può recarsi direttamente in Basilica, per chi vive lontano da Gubbio, ma desidera ugualmente partecipare, ci sono altre comode modalità di contribuzione:
• Mediante conto corrente postale n. 1014903833 intestato a: Santuario Sant'Ubaldo Diocesi di Gubbio, 06024 Gubbio
(PG) – causale “costruzione nuovo organo”;
• Mediante bonifico bancario, IBAN: IT 83 A 02008 38484 000040721691 – causale “costruzione nuovo organo”.


 

2015-2016 - I Dinosauri in mostra a Gubbio


   Una mostra «DINOSAURI A GUBBIO – SULLE TRACCE DELL’ESTINZIONE», che si terrà in due fasi, dal 27 febbraio 2015  al 17 maggio 2015 e successivamente, sempre nello stesso luogo, dal 15 settembre 2015 al 1 luglio 2016.

    La mostra sarà allestita a Gubbio, all’interno dell’ex Convento di S. Benedetto, a due passi dalla Gola del Bottaccione, famosa in tutto il mondo per le tracce di iridio stratificate nelle rocce, collegate alla teoria della scomparsa dei dinosauri. Non a caso in questo ex convento, nel 2009, è stato inaugurato il laboratorio multimediale "Archivio della Terra", che documenta lo stretto legame tra Gubbio, la scomparsa dei dinosauri e la Gola del Bottaccione, evidenziato dagli studi di Luis Alvarez (Premio Nobel per la Fisica nel 1968) e di suo figlio Walter, archeologo e geologo, che dagli anni settanta del secolo scorso studiarono le rocce della Gola del Bottaccione che rivelano un'alta concentrazione di Iridio, elemento molto raro nella crosta terrestre ma abbondante nei meteoriti, perciò di origine extra-terrestre.

    Questa esagerata presenza di iridio nelle rocce del Bottaccione indusse gli Alvarez a formulare diverse ipotesi, finché, nel 1979, proposero la soluzione: un grosso meteorite di 12 km. di diametro doveva aver colpito la terra immettendo nell'atmosfera un'enorme quantità di iridio.
   L'impatto, avvenuto alla velocità di 40 km al secondo, avrebbe provocato un'esplosione equivalente a 100 milioni di megatoni. Poiché un megatone corrisponde ad un milione di tonnellate di tritolo, l'esplosione fu di proporzioni tali da sprigionare un'energia 10.000 volte superiore a tutto il materiale nucleare oggi accumulato nel mondo.
   L'impatto dovette produrre un cratere di 150-200 km. di diametro: una catastrofe di dimensioni immani che causò la distruzione di interi ecosistemi e di tutti gli animali, terrestri e marini, superiori ai 25 kg di peso e, tra questi, i grandi dinosauri che avevano dominato la terra per 160 milioni di anni.
  A Gubbio non ci sono resti di dinosauri, ma a Gubbio c'è, dunque, l'identikit (l'iridio) del " killer" (il meteorite) che li uccise, cioè a Gubbio si trova la spiegazione del mistero della loro scomparsa.

    «Cogliamo due obiettivi – ha affermato il sindaco Stiratiquello di collocare una mostra tematica di alto profilo scientifico e culturale e quello di restituire alla godibilità di tutti, in primo luogo degli Eugubini, un contenitore chiuso da decenni e la cui valorizzazione a nuova vita rientra in pieno negli obiettivi strategici indicati nel Quadro Strategico del Centro Storico, di recente approvato dalla Giunta.»

    L’esposizione, di proprietà dell’argentino Fabio Frachtenberg, verrà allestita all’interno del vecchio complesso benedettino, appena ristrutturato grazie al co-finanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
 

   Gli esemplari dei fossili di dinosauri che saranno esposti permetteranno di osservare le caratteristiche morfologiche a grandezza naturale, gli ambienti e gli stili di vita di questi animali che dominarono la superficie terrestre per oltre 180 milioni di anni. I fossili esposti provengono per la gran parte dal Sud America e dalla Patagonia in particolare. Era questa una delle regioni privilegiate dai dinosauri, dove erano particolarmente sviluppate le foreste di conifere e di alberi molto grandi come le araucarie.

   La mostra è allestita in maniera tale da dare una panoramica sull’evoluzione dei dinosauri partendo dai più antichi conosciuti, come i piccoli Eoraptor Lunensis che vivevano in Sud America già 225 milioni di anni fa o le uova di dinosauri con nidi di piccoli Mussaurus Patagonicus che vivevano circa 200 milioni di anni fa.
   Uno degli esemplari principali che caratterizzeranno la mostra è lo scheletro completo di un Giganotosaurus Carolinii, un dinosauro lungo circa 15 metri e pesante otto tonnellate, che dominava le pianure patagoniche all’inizio del Cretaceo (circa 100 milioni di anni fa), un carnivoro più grande del più noto Tyrannosaurus Rex. Quest’ultimo viveva nelle regioni del nord America e non sembra che Giganotosaurus carolini e
Tyrannosaurus Rex si siano mai incontrati.

   Un altro grande esemplare esposto è il Rebbachisaurus Tessonei, un erbivoro lungo oltre 17 metri e pesante oltre 10 tonnellate che popolava le sterminate foreste patagoniche alla fine del periodo Cretaceo. Questo erbivoro, molto probabilmente, è parente di un altro genere simile trovato in Marocco: questa sarebbe un’ulteriore conferma della teoria della tettonica a zolle in quanto, nel Cretaceo inferiore (120 milioni di anni fa), non si era ancora formato l’Oceano Atlantico centrale e Africa e Sud-America sarebbero state collegate via terra.
    Nello stomaco di questi dinosauri erbivori sono stati trovati frammenti di pietre (gastroliti) che venivano utilizzate nelle fasi digestive dei vegetali, lo stesso processo che oggi avviene in molti uccelli erbivori, lontani parenti dei dinosauri.
   Molto interessante è lo scheletro del grande Megaraptor Namunhuaiquii, un carnivoro con zampe gigantesche munite di artigli lunghi anche 46 centimetri e che venivano utilizzati come coltelli per infierire sulle prede.

    Un altro importante dinosauro carnivoro esposto è il Carnotaurus Sastrei, lungo 8 metri e del peso di una tonnellata, dotato di due corna frontali nel cranio che gli conferiva un aspetto veramente terrificante. Infine lo scheletro completo di un Tuaranginsaurus Cabazai, un plesiosauro marino lungo 2,7 metri che viveva nei mari dell’emisfero australe. Non può essere considerato un dinosauro, ma un rettile marino coevo dei dinosauri.
    Questi e tanti altri esemplari, insieme a femori, vertebre e crani di diversi altri dinosauri, e accanto a ricostruzioni originali degli ambienti e delle forme di questi animali nei vari stadi evolutivi, saranno esposti nella mostra.
   Il percorso museale ed espositivo realizzato si collega alla vicina Gola del Bottaccione in un facile itinerario, fruibile da tutti, che include anche la stessa città di Gubbio. La mostra e gli itinerari a essa collegati permetteranno a singoli, gruppi, famiglie e scuole di conoscere, a diversi livelli di approfondimento, una parte importante della storia della vita sulla terra.

    Gli esemplari dei fossili di dinosauri esposti nella mostra permetteranno di osservare le caratteristiche morfologiche a grandezza naturale, gli ambienti e gli stili di vita di questi animali che dominarono la superficie terrestre per oltre 180 milioni di anni. I fossili esposti provengono per la gran parte dal Sud America e dalla Patagonia in particolare. 

   Per ulteriori e maggiori info:
http://www.dinosauriagubbio.com/ 

 


 

13 febbraio 2015 - Gaggiotti presenta il suo libro di "Favole senza Occhiali"


    13 febbraio 2015 - presso la Biblioteca Sperelliana di Gubbio è stato presentato il libro: "Favole senza occhiali" di Giancarlo Gaggiotti.
  
Sono intervenuti Gianluca Sannipoli, Augusto Ancillotti (assessore alla cultura del Comune di Gubbio) e Giorgia Gaggiotti (autrice delle illustrazioni).

    Le favole custodiscono messaggi e insegnamenti che arrivano dritti al cuore e alla mente, scrigni di verità e saggezza. Protagonisti sono spesso figure magiche e fantastiche oppure gli animali, dietro le cui azioni si ravvedono altrettante tipologie di comportamento umano e che, parlando in modo colorito, interpretano scene quotidiane di ironia e comicità. D'altronde è spontaneo il rimando alle favole di Esopo, dove gli animali sono i protagonisti e talvolta forniscono lezioni di vita agli uomini stessi. Ecco allora che leggendo una dopo l'altra le animate favole di questa raccolta, prendono forma tante storie divertenti con personaggi fantastici e a volte irriverenti, tanto che ai nostri occhi sembrano quasi reali la Luna intenta a correre su e giù per il cielo o i tanti protagonisti delle varie favole come il malandrino Fuffolo, il signor Papirio, il venditore di lacrime, la gallina Rebecca e il vecchio Barbalunga o Lulù la lucciola astronauta, e pagina dopo pagina la fantasia diventa più vera della realtà.

Giancarlo Gaggiotti

   Eugubino, nato a Gubbio nel 1952,  vive a Perugia dove lavora nel Consiglio regionale. E' laureato in Lettere moderne ed è autore di numerose pubblicazioni di carattere antropologico e linguistico.
   Ricordiamo alcuni dei suoi lavori: Il lupo di Gubbio era un lupo? Rivisitazione di una parola (1977), Dove l'anno è un giorno (1988), Sulle orme degli antichi Umbri (2001), Cesna. A tavola con gli dei e Piccolo dizionario gastronomico antico Umbro-Italiano (2001), La memoria del tempo. Le feste popolari tradizionali dell'Umbria (2008, 2009), Carlo Spiridione Mariotti e la Perugia del Settecento (2011), coautore di L'ultima Sibilla di M. Luciana Buseghin (2012), tre saggi Ahatrepursatu. La danza a ritmo ternario fra saturnio e saltaretto, Perché proprio l'upupa (... ) e Nomi e fogge dei capi di abbigliamento nell'Italia antica sono in corso di stampa in Ombrikà, rivista dell'lrdau (Istituto di Ricerche e Documentazione sugli Antichi Umbri, già diretto dall'autore), Le Sette Tavole di Bronzo, studio inedito sulle Tavole Iguvine. Di recentissima pubblicazione L'Umbria e i suoi dialetti da parte dell'Assemblea legislativa regionale dell'Umbria.


                                                 

15 febbraio 2015 - "Premio Bandiera Città di Gubbio 2014" - 29° edizione


    Domenica 15 febbraio 2015 ore 18.00 presso la "Sala Trecentesca" del  Comune di di Gubbio si è svolta La cerimonia di consegna del "Premio Bandiera Città di Gubbio" 2014, istituito dal "Gruppo Sbandieratori" e dall’Amministrazione Comunale.

   Fin dall’anno del 1986, anno della sua fondazione, il premio ha riscosso grandi consensi e partecipazione.
   Quest’anno il tradizionale “Premio
Bandiera Città di Gubbio” è andato al Cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, elevato al rango di cardinale da papa Giovanni Paolo II nel concistoro del 21 febbraio 2001, divenendo il primo cardinale della storia dell’Honduras. Presidente della Caritas Internazionale, è stato nominato da Papa Francesco nell’aprile 2013 coordinatore del gruppo di cardinali chiamati a consigliare il Sommo Pontefice nel governo della Chiesa e a studiare un progetto di revisione della Curia romana.

   L’altra assegnazione del Premio è stata destinata alla
"Festa dei Ceri", bene immateriale della Città, che da questa particolare intuizione potrebbe trarre il giusto stimolo per la sempre più necessaria tutela culturale, folclorica, sociale e tradizionale di un patrimonio dell’umanità che incarna ed interpreta lo spirito di un popolo per i suoi valori più autentici legati indissolubilmente al proprio territorio.
    A fare gli onori di casa ai premiati, il sindaco Filippo Mario Stirati e il presidente del "Gruppo Sbandieratori" Giuseppe Sebastiani, mentre i rispettivi relatori sono stati don Manlio Sodi dell’Università Salesiana, l’ingegnere Paolo Belardi direttore Accademia Belle Arti di Perugia e il prof. Raniero Regni della LUMSA.
    Per il Cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, assente in quanto richiamato d'urgenza a Roma da Papa Francesco, ha ritirato il premio il Cardinale Gualtiero Bassetti, mentre per la Festa dei Ceri, ha ritirato il premio il Sindaco Stirati, alla presenza del Vescovo Ceccobelli e del Vescovo emerito Bottaccioli,  dei Cantores Beati Ubaldi e di di una sala trecentesca gremita di pubblico

                                             

21 febbraio 2015 - Se ne va il regista Luca Ronconi


    Il 21 febbraio 2015, muore a Milano il famoso regista Luca Ronconi, da anni cittadino eugubino, in quanto regolarmente residente presso il Comune di Gubbio.
   Era nato a Susa in Tunisia nel 1933. Per caso, perchè il padre, che presto abbandonerà lui e la madre, era lì a lavorare. Tornato a Roma con la madre, si era diplomato all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica nel 1953. Il teatro era stata la sua passione fin da bambino. Fu la madre, donna forte, ormai separata dal marito, maestra di scuola, ad averlo avvicinato ai libri e al teatro e fu così che Luca una volta cresciuto aveva finito per trovare lì, sul palcoscenico, la sua realizzazione. "La mia prima volta da spettatore non l'ho mai dimenticata, è fra le mie memorie più vive. Mia madre mi portò in un teatro di Roma a vedere una commedia. Non saprei dire che cosa fosse. Era una commedia in genovese con Gilberto Govi. Ricordo che si parlava di una gallina, ricordo che mia madre me ne parlava, ricordo che ero in uno stato di sovreccitazione".
    Ronconi esordì come attore in Tre quarti di luna di Luigi Squarzina, accanto a Vittorio Gassman. Recita ancora per qualche anno appena uscito dall'Accademia, ma capisce presto che è la regia, l'analisi dei testi, il lavoro sull'attore la sua vera vocazione. Inizia a lavorare come regista nel 1963, con la compagnia di Corrado Pani e Gianmaria Volonté. Ma il suo primo capolavoro nel 1969 è l'Orlando furioso di Ariosto. Cose d'avanguardia se ne erano viste in teatro in quegli
anni, ma quello spettacolo era una cosa completamente nuova per come lucidamente scardinava i linguaggi della scena e li forzava con esiti mai visti. Fu un successo enorme con echi mondiali, e da subito lo proietta tra i grandi registi europei, lui poco più che trentenne accanto a grandi come Strehler e Stein.
Di Ronconi andrebbe ricordato tutto, perchè tutto è stato importante e decisivo per l'evoluzione del teatro e del lavoro dell'attore: il biennio 1977 - 1979 del laboratorio al Metastasio di Prato dove fece il bellissimo "La torre" di von Hofmannsthal e dove sperimentò un nuovo modo di produrre, firmando capolavori indimenticabili, come "Ignorabimus" di Holz 1986, "Tre sorelle di Cechov", cui seguirono spettacoli in altri spazi teatrali come "L'Affare Makropoulos", del 93, dove fa invecchiare di centotrent'anni Mariangela Melato, una delle sue attrici e attori "fedeli" cui andrebbero aggiunti Maria Paiato, Umberto Orsini, Riccardo Bini, Massimo Popolizio, Massimo De Francovich, Paolo Pierobon e diverse generazioni di interpreti che lavorando con lui si sono sentiti come alla Università del teatro.
Dall'89 arriva finalmente anche il riconoscimento ufficiale delle sue qualità e viene nominato direttore allo Stabile di Torino dove resterà fino al 90 firmando tra i tanti un altro capolavoro, "Gli ultimi giorni dell'umanità" di Karl Kraus al Lingotto. Da Torino Ronconi si sposta al Teatro di Roma dal 1994 al 1998, e lì nel 1996 tra i tanti lavori firma "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda". Nel 1999 alla morte di Giorgio Strehler, con cui c'era sempre stato un rapporto di reciproca stima, ma a dovuta distanza, Ronconi approda al Piccolo Teatro di Milano, accanto al direttore Sergio Escobar. Lui è il direttore artistico e subito la sua impronta "ardita" si sente. Il primo anno mette in scena un testo non teatrale come "Lolita" di Nabokov.
    Dal Piccolo non si staccherà più, anche quando in anni recenti Ronconi lascerà la carica di direttore artistico per restare il regista stabile e consulente artistico del teatro.
     Al Piccolo lascia gli spettacoli della maturità dove la vena sperimentale si fa più pacata ma non meno determinata che in passato: il "Candelaio" di Giordano Bruno, "Quel che sapeva Maisie" di Henry James, "Infinities" di John David Barrow, Prometeo incatenato di Eschilo, Le "Baccanti di Euripide", "Le rane" di Aristofane, il bellissimo "Professor Bernhardi" di Arthur Schitzler, "Il ventaglio" di Goldoni, fino all'ultimo "Lehman trilogy" di Stefano Massini
     La morte lo ha colpito a 82 anni, nonostante gli otto anni di dialisi, il suo corpo reggeva ancora bene. Ma invece questa volta non ce l'ha fatta: è morto in ospedale, al Policlinico di Milano per le complicanze di una polmonite.
    « E’ con profondo dolore che abbiamo appreso la notizia della scomparsa ieri a Milano di Luca Ronconi ha dichiarato il sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati una perdita che getta nel lutto la cultura italiana e internazionale. E’ stato un innovatore ineguagliabile nella ricerca di nuovi linguaggi drammaturgici. La sua assenza si sentirà enormemente anche per quella sua schiva natura, propria dei grandi. Ha insegnato a tutti senza avere la pretesa di farlo, ed è stato un formidabile Maestro. Ma la città di Gubbio non perde solo, insieme al mondo, il più grande regista contemporaneo, uno dei nomi più celebri del teatro europeo, perde anche il suo più illustre ‘concittadino’, da quando aveva eletto a ‘buen retiro’ la sua casa di campagna eugubina a S. Cristina, prendendo proprio la residenza nel nostro Comune e dove dal 2002 aveva fondato la sua scuola di regia. Quel “Centro Teatrale”, che era il suo vanto e orgoglio, con l’obiettivo di dare un contributo concreto e attivo, attraverso la formazione professionale degli attori. Ronconi, con il quale avevamo subito ripreso i rapporti durante l’estate scorsa con l’idea di un nuovo progetto per Gubbio, si era innamorato della nostra città, dove aveva curato per il Teatro Stabile dell’Umbria, ben tre produzioni teatrali che avevano acceso le luci della critica e della stampa internazionale, dalla “Fidanzata povera” di Óstrovskij del 1985, allo spettacolo l’anno dopo che ha rivoluzionato il modo di rappresentare Carlo Goldoni, “La serva amorosa”, alle indimenticabili “Tre sorelle” di Cechov del 1989, alle “Scene di una notte d’estate” nel 2004 con gli allievi della Scuola. I rapporti di Ronconi con Gubbio erano improntati alla massima disponibilità e amicizia, e non perdeva occasione di elogiare la nostra città e il teatro che trovava “a misura di spettacolo”. Aveva anche ricevuto riconoscimenti e segni di affetto, come il “Premio Bandiera” e il Premio “Onor d’Agobbio”, accettati con grande considerazione. Ora ci adopereremo affinché la sua esperienza e la sua storia non vadano perdute. E ci onora la sue scelta di voler riposare in terra umbra ».
     La salma sarà portata in Umbria da Milano e i funerali si terranno martedì 24 febbraio nella chiesa dei Santi Andrea e Biagio a Civitella Benazzone, dove la salma sarà tumulata nella cappella che lui aveva scelto da tempo, sulle colline umbre, nel luogo silenzioso, dove ha trascorso gran parte dei suoi ultimi anni.
    Come detto, nel 2004, gli è stato assegnato il "Premio Bandiera Gubbio", promosso dal Comune di Gubbio e dal "Società degli Sbandieratori”, con la seguente motivazione: “all’opera di un Maestro che ha segnato la storia dell’arte teatrale del ‘900 e del nuovo Millennio, per aver saputo coniugare il genio e la capacità dell’insegnamento nella realizzazione di opere memorabili, per la sua instancabile ricerca sul modo di fare e ricevere teatro, e, infine, per aver scelto Gubbio come luogo di elezione”.


 

 
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