|
Due
giorni fa Gubbio ha assistito con evidente stupore agli
arresti che hanno
portato in carcere
gli ex sindaci Orfeo Goracci e Maria Cristina Ercoli,
gli ex assessori Lucio Panfili, Graziano Capannelli,
la dipendente Lucia Cecili, ed agli arresti domiciliari l’ex
assessore Marino Cernicchi, l’ex presidente del Consiglio
comunale Antonella Stocchi, l’ex segretario generale Paolo
Cristiano e la dipendente Nadia Ercoli.
Anche se in città si aveva notizia di un’indagine avviata da
qualche mese, con il seguito di voci ed indiscrezioni che
circolavano, l'arresto degli amministratori ha provocato un grande
sconcerto oltre a reazioni su vasta scala e una grande quantità di
commenti di mass media locali e nazionali.
Francamente noi non abbiamo elementi, nè titoli, nè ruolo per poter
esprimere alcun giudizio legale o morale, e di certo non per
vigliaccheria, bensì per onestà non esprimiamo pareri che abbiano
l'intenzione o la presunzione di anticipare e/o prevenire il
responso della Magistratura.
Attendiamo che la "Giustizia" faccia il suo corso; ci permettiamo
soltanto di sperare che tale corso sia celere perché la città
e la gente ne hanno un gran bisogno.
Riportiamo comunque il comunicato che oggi ha rilasciato alla
stampa il
Vescovo di Gubbio Mons. Mario Ceccobelli:
« Le cronache giornalistiche degli ultimi due giorni, relative
alle indagini che hanno portato agli arresti di amministratori e
dirigenti del Comune di Gubbio, descrivono un quadro complesso e
problematico. Sono davvero molti i nostri concittadini coinvolti
nell'inchiesta giudiziaria, sia tra gli indagati sia tra quelli che
le indagini considerano vittime dei reati che sarebbero stati
commessi. Così come appaiono sorprendentemente numerosi e gravi i
capi di imputazione che costituiscono il quadro accusatorio
delineato dagli inquirenti e che sarebbero avvalorati dalle indagini
effettuate dalle forze della magistratura. Facciamo assegnamento sul
procedimento e sulle conclusioni dell’iter giudiziario affinché
l’intera vicenda possa essere del tutto chiarita. Siamo certi che il
lavoro processuale sarà ispirato unicamente dalla volontà di ricerca
della verità e dalla necessità di chiarire le posizioni di ognuno
degli indagati, oltre ogni ragionevole dubbio. Solleviamo l'auspicio
di una giustizia piena e definitiva pensando in particolare alle
vittime - a qualsiasi titolo - dei reati e degli illeciti che
potranno e dovranno essere accertati dalla magistratura. Un ultimo
pensiero rivolgiamo alle tante famiglie coinvolte, direttamente e
indirettamente, nella vicenda. I fatti descritti nelle cronache
giornalistiche, resoconto anche degli atti delle indagini, stanno
provocando profonde ferite e lacerazioni nel tessuto sociale
eugubino e, innanzitutto, nelle nostre famiglie. La speranza è che
l'accertamento della verità e una giustizia corretta e leale possano
contribuire - almeno in parte - al risanamento di queste ferite».
|