Anna Maria Anderlini,
un’eugubina che ha lasciato Gubbio nel 1944, fa un passo indietro e
lo fa scrivendo un libro di ricordi!
“Un passo indietro”
è appunto il titolo del suo libro, curato da Gabriella Pelusi ed
edito da Davide Zedda Editore.
Anna Maria è nata a Gubbio il 2 agosto del 1927 da Quinto
Anderlini e Chiara Moscetti, ha vissuto a Gubbio fino al 1944.
Nel gennaio di quell’anno si sposò con Giuseppe Cabboi di Dolianova
(Cagliari).
Nel giugno del 1944, a seguito del tristemente famoso attentato che
costò la vita ad un ufficiale medico tedesco e che portò all’eccidio
dei 40 Martiri, Anna Maria fu arrestata insieme al
marito nel rastrellamento operato per rappresaglia dall’esercito
tedesco.
Riuscì con il marito a riconquistare la libertà e immediatamente
dopo partirono per la Sardegna, viaggio intrapreso in mezzo a tanti
pericoli e strani incontri.
Ha avuto tre figlie, è rimasta vedova a 60 anni e attualmente ha
sette nipoti e quattro pronipoti.
Nella sua vita a Dolianova (25 Km da Cagliari) si è occupata
prevalentemente della famiglia; ha una personalità vivace, con
diversi interessi, ama la musica, la lettura e i viaggi.
Nel 2007, al compimento degli 80 anni, ha fatto… un passo indietro
ed h a
ripercorso col pensiero e con nostalgia tutti gli anni vissuti
raccontando i principali avvenimenti della sua vita.
Ricorda la sua infanzia e la sua adolescenza vissuta in maniera libera e
serena, con tante amiche, feste campestri e avvenimenti speciali
come la trebbiatura. Abitava con i genitori, un fratellino e la
nonna paterna, “Nonna Santina”, che era stata una donna molto
sfortunata, perché a venticinque anni era rimasta vedova con cinque
figli e durante la prima guerra mondiale aveva perduto il maggiore
dei suoi figli.
Ricorda… ricorda che a scuola le davano l’olio di fegato di
merluzzo e le insegnavano il saluto fascista. Ricorda che da bambina
era molto indipendente, allevava pulcini e vendeva polli e uova,
amava molto i bei vestiti (passione che coltiva ancora adesso).
Ma un giorno un chiromante le predisse che si sarebbe sposata
giovane e che sarebbe andata a vivere lontano, e così accadde!
Allo scoppio della guerra, questa inizialmente a Gubbio non si
avvertì tanto. Ma
dopo l’otto settembre del 1943 la situazione
peggiorò fino a precipitare nel 1944 quando Gubbio
si trovò "al fronte" tra le truppe tedesche che arretravano e
gli alleati che avanzavano.
Nel frattempo per Anna Maria ci fu il fidanzamento con Giuseppe, un
soldato proveniente dalla Sardegna, a cui seguì il matrimonio nel
gennaio del 1944.
E’ a questo punto che il racconto si fa maggiormente interessante, in quanto
riferisce fatti non da tutti conosciuti:
« Il 20 giugno del 1944 …
già durante la mattina si diceva sottovoce che sarebbero scesi dalla
montagna i partigiani. La città era tranquilla, i tedeschi erano in
ritirata.
Io ero in attesa di un bimbo e quel giorno, con mio marito, eravamo
ospiti a pranzo a casa di un brigadiere di finanza sardo.
Intorno alle 14,45 si scatenò l'inferno. Sentimmo degli spari, urla
e tanta gente che correva. Gli spari provenivano dal bar sotto casa.
Era successo che due ufficiali medici tedeschi erano entrati nel bar
per prendere un caffè ed erano stati colpiti dai partigiani. Un
tedesco morì subito e l'altro, gravemente ferito, fu portato
all'ospedale e fu salvato dal dottor Fabbrini, un grande chirurgo
della mia città. Il nostro amico si affacciò alla finestra e si
ritrovò decine di mitra puntati contro. Con grande trambusto i
tedeschi salirono le scale e perquisirono l'appartamento,
rovesciando tutto, bussando perfino nei muri per sentire se c'era il
vuoto. In cucina c'era un ripostiglio per il carbone, chiuso con uno
sportello e i soldati sfasciarono tutto il muro per vedere cosa
c'era dietro. Ci presero e ci portarono via con i mitra sempre
spianati, ricordo che la strada era piena di gente che tornava al
lavoro nel pomeriggio. Tutto questo accadeva mentre noi ancora non
sapevamo cosa fosse successo. Io ero inebetita, non mi rendevo conto
di dove eravamo, mi sembrava di sognare, purtroppo non era una
visione ma la cruda realtà. Anche tanti altri cittadini che si
trovavano per strada furono percossi brutalmente col calcio del
fucile, poi presi prigionieri con noi nel rastrellamento. Da loro
venimmo a sapere cosa era successo e che ci avrebbero fucilato tutti
per rappresaglia. Naturalmente chi aveva sparato non era tra i
catturati, era già scappato.
Ci portarono nella zona del mattatoio, eravamo già centocinquanta
ostaggi, ma i rastrellamenti continuavano ancora. Mio marito cercava
di parlare in continuazione con i tedeschi, spiegando chi ero io, la
nostra estraneità a tutta la faccenda e perché eravamo nella casa
sopra il bar e inoltre che io ero incinta.
Uno degli ufficiali era di media statura, giovane, bruno di capelli
e di occhi, non era il tipico biondo e Giuseppe gli parlava,
implorava che mi lasciassero andare, che ero tanto giovane, quasi
una bambina, che ero sua moglie. Si ripeteva continuamente, sentivo
tutta la sua angoscia. Era quasi sera quando mi accorsi che questo
ufficiale disse qualcosa in tedesco ad un altro comandante, poi
prese me e mio marito per un braccio e ci portò via. Pensai che
incominciassero con noi la fucilazione e sperai che si sbrigassero,
ero certa che fosse la fine.
Lungo la strada ci disse in italiano: "Io sono fidanzato con una
ragazza di Bologna che assomiglia tanto a tua moglie. Adesso io vi
riporto dove vi ho preso e ho detto al mio collega che mi avreste
aiutato dandomi informazioni per trovare i veri colpevoli. Può darsi
che, mentre io vi lascio andare, altri vi possano riprendere, quindi
fate molta attenzione, nascondetevi.
Ricordate che io non vi conosco, voi non mi avete visto e se vi
riprendono io non potrò fare niente».
Anna Maria e suo marito Giuseppe all'inizio si dettero alla
macchia e poi misero in atto la fuga verso la Sardegna che
raggiunsero con una nave dopo essersi imbarcati a Napoli.
Anna Maria è
deceduta il 15 agosto 2020 a Dolianova, in
Sardegna, dove è sempre vissuta dopo la sua partenza da Gubbio.
 |