Il 29 ottobre alla presenza di un numeroso pubblico
ha riaperto al pubblico
la
chiesa di Santa Maria dei laici,
detta dei “Bianchi”, posta all’inizio di via Piccardi e
attigua alle
Logge.
Rappresenterà presto il terzo polo dell’offerta
artistica e culturale del
Museo diocesano di Gubbio.
Infatti dopo il Palazzo dei Canonici e gli annessi alla
Cattedrale,
la
chiesa di Santa Maria Nuova con l’affresco della Madonna
del Belvedere e i dipinti dei fratelli Salimbeni, la chiesa dei
“Bianchi” diventa quindi il terzo polo di eccezionale interesse
che il museo intende mettere a disposizione della cittadinanza e dei
turisti. “La Chiesa di Santa Maria dei Laici - spiega
don Pietro Vispi -
si propone come un autentico “pantheon” d’arte:
al suo interno, infatti, sarà possibile riammirare il grandioso
ciclo pittorico di Felice Damiani, detto il Veronese dell’Umbria, la
stupefacente tela del Barocci con l’Annunciazione della Vergine,
l’Annunciazione di Gian Battista Michelini, gli affreschi dell’Allegrini,
i grandiosi capolavori del Gherardi con la Natività e l’Adorazione
dei Pastori, oltre alle numerose ulteriori opere che adornano
l’antico e venerato luogo di culto, tra cui lacerti di affreschi
gotici e tardogotici tutt’ora nel sito”.
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Il recente recupero e' stato illustrato dal
vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, dalla storica
dell'arte Giordana Benazzi, gia' ispettrice della
Soprintendenza per i beni storici e artistici dell'Umbria, da
Carlo Colaiacovo, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio
di Perugia (istituzione che ha contribuito ai lavori di restauro) da
don Pietro Vispi, direttore del Museo diocesano di Gubbio, e
da Paolo Salciarini, direttore dell'Ufficio beni culturali
ecclesiastici di Gubbio.
E’ stata un bella occasione per molti eugubini apprezzare una della
tante meraviglie della nostra città, per molti sconosciute. Molte le
maestranze che con appassionata dedizione hanno operato nel
restauro, sono da ricordare: la Ditta Cortoni per la
particolare illuminazione e le due ditte di restauro: l’Ikuvium
RC e la CORE.BA due aziende dotate di un’esperienza
pluriennale, con una consolidata professionalità che le distingue
per la qualificata attività di cantiere e per le attività di
laboratorio rinnovando le più genuine tradizioni dell’artigianato
eugubino e l’impresa Monacelli Franco per i lavori di
consolidamento generale di tutta la struttura eseguiti sotto la
competente direzione dell’arch. Augusto Solano.
Il complesso monumentale che comprende la Chiesa di S. Maria dei Laici,
affonda le sue origini intorno alla prima metà del XIV secolo,
infatti nell'agosto 1313 nobili, giudici, notai, mercanti e altri benestanti
eugubini crearono una Confraternita dei Laici sotto l'invocazione della Beata
Vergine Maria.
Nel 1315 essi ottennero dal Comune una casa e della terra (la
casa è l'attuale parte del complesso che guarda verso via della
Repubblica (oltre il porticato); la terra era lo spazio, allora non edificato, compreso
fra detta casa e il "ponte nuovo" posto all'inizio di via
Piccardi. Su questa terra costruirono nel 1325 la chiesa ed
alcuni
anni dopo eressero l'ospedale per il quale la comunità di Gubbio
donò la pietra. Nel 1377 le autorità della Confraternita dei Laici
chiesero ed ottennero dalla città di Gubbio la licenza per allungare
il colonnato esistente di altre due o tre colonne, verso la
chiesa.
Nel 1467 venne costruito il campanile della Chiesa,
che era decorata con numerosi affreschi. Nella cripta le pareti
erano tutte affrescate con episodi della Passione attribuiti a
Giacomo di Benedetto. Alcuni di questi affreschi nel 1966 furono
«strappati», restaurati e trasferiti nel Museo Diocesano.
Nel 1400/1500 la Chiesa era parte integrante dell'ospedale,
il più grande della città, al quale, con Bolla di Papa Giulio II il 9 agosto 1505, vennero uniti
anche gli altri ospedali della
città creando un'unica e nuova entità: lo Spedal Grande. Ai
primi anni del 1600
tale struttura
risultava però insufficiente per cui la sua funzione fu ampliata
utilizzando lo "Hospitale di S.Croce degli Esposti" (questo
complesso andava dall'attuale farmacia comunale alla vecchia
farmacia ed ancora mostra la "buca" che dava l'accesso alla "ruota
degli Esposti", ove venivano collocati ed affidati i neonati
abbandonati).
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Da
quel momento la chiesa ritornò ad essere indipendente e il resto
dal vecchio complesso ospedaliero venne affittato alla
Corporazione della lana e
sopra di esso fu costruita nel 1603 la "Loggia coperta" per alloggiarvi 40
"tiratori per la lana" che avevano bisogno di un ambiente
coperto ed arieggiato in cui mettere i panni ad asciugare dopo il
lavaggio e la tintura.
Nella chiesa è anche conservato
un dipinto ad olio,
l'Annunciazione, di Federico Barocci.
Questo dipinto ha una sua storia. Fu commissionato l'8 aprile 1610
dalla Confraternita dei Bianchi, e precisamente dal suo Priore,
conte Muzio Beni, all'urbinate
Federico Barocci
(1535-1612) che lasciò l'opera incompiuta per cui fu terminata dal suo
allievo Ventura Mazzi di Cantiano.
Nel giugno
1619 il dipinto fu portato a Gubbio. Sostò
qualche giorno nella chiesa di Madonna del Ponte, qualche altro in
quella di S.Secondo e il 4 luglio 1619, con imponente corteo a cui
presero parte il Vescovo, le autorità comunali, molti cittadini, al
suono della banda musicale, attraversata la città, fu deposto
nell'Altare grande della Chiesa dei Bianchi.
Per dare maggior risalto a quest'opera, i confratelli tentarono
ripetutamente (1633, 1648, 1650) di far sopraelevare la chiesa, ma
non vi riuscirono.
Il dipinto è rimasto sempre al suo posto. Durante
l'occupazione francese del 1798, il 27 marzo, il prezioso dipinto fu trasferito nella chiesa di S.
Maria dei Servi, chiesa ufficiale della Municipalità, per impedirne
una eventuale esportazione.
Cessato il pericolo, fu riportato nella sua sede originale.
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