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   Venerdì Santo 2015: "Processione del Cristo Morto"
   


 

3 Aprile 2015 -  Venerdì santo: "Processione del Cristo Morto"


  3 Aprile, Venerdì Santo, in una fresca serata, a Gubbio si è svolta la tradizionale  Processione del Cristo Morto.
 
Le statue del Cristo morto e della Madonna addolorata, portate a spalla e precedute dai
“Sacconi” (dal nome dell’antica divisa della Confraternita della Chiesa di Santa Croce della Foce) che mostrano i simboli della Passione, hanno percorso il tradizionale itinerario cittadino tra i canti del Miserere, le preghiere dei fedeli, il calore e le luci dei “focaroni” accesi in vari punti del percorso. Quest'anno la chiesa di S. Croce non è stata possibile utilizzarla in quanto presenta dei danni strutturali derivanti dagli ultimi eventi sismici ed è in procinto l'inizio dei lavori di restauro, pertanto la processione ha preso il via dalla chiesa di S. Domenico.
  
   Presente il vescovo di Gubbio Ceccobelli e tutto il clero cittadino.
  Quest’anno, com'è ormai tradizionela processione venendo dal quartiere di S. Martino ha fatto
sosta presso la casa di riposo "Astenotrofio Mosca" per portare il Cristo morto di fronte agli ammalati, non essendo più effettuabile la tradizionale sosta presso il vecchio ospedale in quanto trasferito nel 2008 nella nuova struttura realizzata nella frazione di Branca.

   A seguito della variazione del percorso, operata lo scorso anno, la processione giunta all'altezza del Monastero delle Cappuccine, anzichè fare dietro front, ha proseguito verso via Don Minzoni e via Del Mausoleo facendo, in pratica, il giro dell’Edificio Scolastico, passando accanto al Mausoleo dei 40 Martiri  e vicino alla chiesa della Madonna del Prato. Ricordiamo che quest' anno ricorre il 71° anno della strage dei 40 Martiri (22/6/1944).

    Poi la Processione ha proseguito, preceduta come sempre dal suono sinistro delle “battistrangole” (le campane delle chiese come è tradizione, nei tre giorni che precedono la Pasqua sono ancora “legate” e quindi non vengono suonate) lungo il consueto itinerario (ma con la variante sopra descritta) fino alla chiesa di S. Domenico.

                                                

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