Grande commozione ha suscitato la scomparsa di
Enrico Nicchi, il "Pittino".
Aveva 76 anni ed era conosciutissimo per il suo attaccamento alla
nostra città, alle sue tradizioni, allo sport e al gioco del Calcio in
particolare.
Riassumere in poche righe la sua vicenda terrena è praticamente
impossibile, ci limiteremo a dare qualche "pennellata" qua e là.
In giovinezza è stato un giocatore di calcio di grande livello:
aveva esordito sul finire degli anni Cinquanta (stagione 1957-58), proprio nella
squadra del Gubbio, allenata da Carlo
Baccarini, con Pietro Barbetti presidente. Quella squadra, dove giocava anche
Pippo Regni, Nofri, Berettoni, Bianchi, Coletti e Coppari, proprio in quell'anno vince il
campionato e volò in "Quarta Serie".
Fu così che, dopo una stagione in IV Serie, Enrico nel 1960 fu chiamato
con la
Sambenedettese in serie B. In questa
squadra vi rimase
quattro lunghe stagioni, 3 in
serie
B (dal 60-61 al 62-63 compreso) e 1 in serie C (1963-64).
Ha giocato
complessivamente con la "Samb" 98 gare realizzando 7 reti (in B: 64 gare e 5
reti, in C: 34 gare e 2 reti).
La sua avventura a San Benedetto del Tronto si
concluse nell'estate del 1964 quando fu ceduto al
Cosenza in Serie C dove rivesti il ruolo di capitano,
per passare successivamente al
Castrovillari, dove è stato giocatore ed
allenatore.
Ha chiuso poi la carriera ancora a Gubbio, nella squadra che lo
aveva visto crescere. Era la stagione '73-'74,
il
Gubbio militava in "Quarta Serie". Pittino
era il classico "mediano"
del calcio di quel periodo: aggressivo, forte fisicamente ma pronto a supportare
anche le manovre offensive pur tuttavia l'allenatore
del Gubbio, Ugo Conti, decise di schierarlo addirittura "centravanti". Alla fine
di quella stagione lasciò il "calcio giocato" da capocannoniere di quella
squadra! Il
libro "Cento anni
Gubbio" edito dal
Corriere dell'Umbria nel 2010 lo
ha inserito nella formazione di tutti i tempi con i più grandi campioni del
Gubbio.
Ma la passione per il calcio non l'ha mai abbandonato e negli anni
seguenti ha dedicato la sua passione insegnando ai giovani, ed è stato proprio
lui, insieme ai compianti Luciano Cambiotti e Giuseppe Angeloni, una delle
colonne dello
"Atletico Gubbio", società sportiva che
proprio in queste settimane ha celebrato i 30 anni di attività e di cui è
Direttore Tecnico il figlio Alessandro.
Ovviamente l'affetto e la passione per la nostra città si è manifestata
anche
con l'attaccamento alle nostre tradizioni e
specialmente alla Festa dei Ceri: santubaldaro fervente e ceraiolo di
indubbio e riconosciuto valore, ha anche guidato, come Presidente
(dal 1985 al 1989)
la
Famiglia dei Santubaldari.
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1988: Enrico, in
qualità di Presidente dei Santubaldari consegna una formella ricordo
in
ceramica
a
Giuseppe Calzuola,
primo Capitano
di quell'anno. |
Era anche abile artigiano: una delle sue passioni, oltre alla ceramica, era la
realizzazione delle statuine dei santi, in particolare quella del Patrono
e in tante case di Gubbio sono presenti le sue statuine, di cui spesso faceva
dono agli amici.
Una delle sue "creature" è stata collocata nel 2012 nella
Cappella in vetta al Col di Lana - il luogo delle Dolomiti dove i
soldati eugubini organizzarono il 15 maggio 1917 un'edizione eccezionale e
specialissima della
Festa dei Ceri, sul fronte della Grande Guerra.
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