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Mostra di Dinosauri a Gubbio | ||
Fino al 1° ottobre 2017 - I Dinosauri in mostra a Gubbio |
La Gola del Bottaccione è famosa in tutto il mondo per le tracce di iridio stratificate nelle rocce, collegate alla teoria della scomparsa dei dinosauri. Non a caso in questo ex convento, nel 2009, è stato inaugurato il laboratorio multimediale "Archivio della Terra", che documenta lo stretto legame tra Gubbio, la scomparsa dei dinosauri e la Gola del Bottaccione, evidenziato dagli studi di Luis Alvarez (Premio Nobel per la Fisica nel 1968) e di suo figlio Walter, archeologo e geologo, che dagli anni settanta del secolo scorso studiarono le rocce della Gola del Bottaccione che rivelano un'alta concentrazione di Iridio, elemento molto raro nella crosta terrestre ma abbondante nei meteoriti, perciò di origine extra-terrestre.
Questa
esagerata presenza di iridio nelle rocce del Bottaccione indusse gli
Alvarez
a formulare diverse ipotesi, finché, nel 1979, proposero la soluzione: un
grosso meteorite di 12 km. di diametro doveva aver colpito la terra immettendo
nell'atmosfera un'enorme quantità di iridio. «E’ un grande evento di valenza scientifica, culturale e di forte attrattiva turistica – ha esordito il sindaco Stirati – che torna ad accendere i riflettori sul rapporto tra la città di Gubbio e l’estinzione dei dinosauri. E’ un cammino che viene da lontano, legato anche alla passione di persone che si sono fortemente impegnate, come Fernanda Faramelli e ancor prima suo marito Dino Clementi e che hanno conosciuto varie tappe di valorizzazione. Con queste due grandi mostre riportiamo l’attenzione sull’ex Monastero di San Benedetto, location vocata alla divulgazione scientifica, collegato ad un contesto di straordinaria attrattiva, quale la Gola del Bottaccione».
La paleontologa Stefania Nosotti ha illustrato i
contenuti del progetto, nato dal gruppo di lavoro "Dinosauri in Carne e Ossa"
costituitosi nel 2011, e ha dichiarato che «non esiste un luogo più indicato
di Gubbio per una mostra sull’estinzione, poiché le rocce della
Gola del Bottaccione
ci raccontano questo fenomeno nella sua espressione più eclatante, l’estinzione
di massa: la più famosa di tutte tra l’altro, perché ha causato la scomparsa dei
dinosauri mesozoici. L'estinzione è un fenomeno normale: così come gli
individui, le specie nascono, vivono e muoiono. Il 99,9% delle forme di vita che
sono esistite si sono estinte, eppure soltanto in tempi relativamente recenti i
biologi e i paleontologi hanno cominciato ad occuparsi del fenomeno
dell’estinzione. Un tema che oggi, invece, è di grande attualità: viviamo
nell’Antropocene, una nuova Era geologica che tra decine di migliaia di anni
sarà documentata dalle tracce fossili dell’attività umana nelle rocce, che
recheranno, molto probabilmente, anche la testimonianza di una sesta estinzione
di massa agita dall'uomo stesso». Stefania Nosotti ha poi spiegato come
l'approccio allo studio del passato e del presente sia profondamente mutato: dal
rassicurante neodarwinismo alla teoria “degli equilibri punteggiati” di Eldredge
e Gould, fino agli Alvarez per arrivare al neocatastrofismo «l’impatto del
corpo celeste che ha causato l’estinzione dei dinosauri, dimostrato con lo
studio delle rocce del Bottaccione, è stato anche un impatto metaforico sul
nostro modo di interpretare i meccanismi evolutivi. La mostra Extinction,
prendendo spunto dagli studi sugli strati del Bottaccione, affronta il tema
delle estinzioni di massa, ivi compresa la sesta, e racconta le varie teorie
sull’estinzione dei dinosauri non-aviani. Una sezione Making of e le teorie di
John R. «Jack» Horner ci fanno riflettere sulla possibilità di riportare in
vita, metaforicamente o concretamente, i dinosauri, alcuni dei quali, del resto,
sono ancora tra noi: gli uccelli.»
Entrambi gli allestimenti sono
visitabili con un unico biglietto di ingresso.
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