Mons. Pietro Bottaccioli, nasce a Umbertide il 15 febbraio 1928,
vescovo di Gubbio
per tre lustri, dal 1989 al 2004, sulla cattedra
che fu di
S. Ubaldo
(suo 58° successore).
Il vescovo Beniamino Ubaldi lo accoglie nel seminario diocesano
regionale di Assisi nell'ottobre del 1938, compiuta la quarta elementare.
Frequenta il corso ginnasiale e prosegue il liceo classico e la teologia presso
il Seminario regionale di Assisi. Sempre da mons. Ubaldi riceve l'ordine sacro
del presbiterato a Gubbio il primo ottobre 1950.
Inizia il ministero pastorale da assistente diocesano della
Gioventù italiana di Azione cattolica e da insegnante di religione nella
scuola media inferiore "Ottaviano Nelli".
Dal 15 ottobre 1952 esercita l'ufficio di direttore
spirituale nella seminario di Gubbio.
Negli anni 1962-1964 accompagna il
Vescovo Beniamino Ubaldi a Roma per il
Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il primo novembre 1964 il vescovo Ubaldi lo nomina parroco
di San Martino a Gubbio. Dal 1969 è membro della Commissione presbiterale
regionale umbra.
Negli anni 1971-1979 insegna religione presso l'Istituto
tecnico commerciale di Gubbio. Nel 1972 si laurea in diritto canonico
alla Pontificia Università Lateranense e ricopre l'ufficio di difensore del
vincolo presso il Tribunale ecclesiastico regionale.
Il primo ottobre 1975 il vescovo Cesare Pagani lo trasferisce
a Umbertide come parroco della nuova parrocchia di Cristo Risorto e come
insegnante di religione presso il liceo scientifico "Leonardo da Vinci". Dal
1976 al 1985 fa parte della Commissione presbiterale italiana.
Nel dicembre 1983 lascia la parrocchia, chiamato dalla fiducia
dell'episcopato umbro a guidare il
Pontificio seminario regionale di Assisi
in qualità di direttore. Sul piano educativo-formativo ha elaborato il
progetto educativo del Pontificio seminario regionale che è stato approvato nel
novembre 1988 dalla Conferenza episcopale umbra. Dal 1986 è docente di
diritto canonico all'Istituto teologico di Assisi e all'Istituto superiore
di Scienze religiose di Assisi.
Il 26 aprile 1989 è stato
nominato da papa Giovanni Paolo II
Vescovo di Gubbio
e il 16 maggio dello stesso anno ne ha ricevuto l'ordinazione dal cardinale
Bernardino Gantin, prefetto della Congregazione per i Vescovi.
Mons. Bottaccioli è anche pubblicista e decano dei giornalisti cattolici
dell'Umbria. Dopo aver retto la diocesi per 15 anni, date le dimissioni per
limiti di età, è vescovo emerito di Gubbio e vive fraternamente con il
vescovo titolare,
monsignor Mario Ceccobelli.
Tra i suoi impegni episcopali, fin dal giorno della sua
consacrazione, c’è la volontà di approfondire il culto degli eugubini per il
loro patrono Sant’Ubaldo. Così, nell’arco degli ultimi quindici anni,
Bottaccioli vuol ricordare con solennità le festività ubaldiane: la ricorrenza
liturgica del 16 maggio, la canonizzazione di Sant’Ubaldo del 5 marzo e la
traslazione delle sue spoglie, l’11 settembre. In particolare, durante
l’episcopato di mons. Bottaccioli vengono celebrati solennemente i due centenari
ubaldiani. Nel 1992 quello della canonizzazione, avvenuta 800 anni
prima con una bolla pontificia di Papa Celestino III, e nel 1994 quello
della traslazione, in ricordo del giorno in cui, nel 1194, le spoglie di
Sant’Ubaldo furono trasportate sulla cima del monte Ingino.
In occasione dell’apertura dei due centenari, nel
settembre 1991 viene pubblicata anche la lettera
pastorale di mons. Pietro Bottaccioli, dal titolo “I centenari ubaldiani,
appuntamenti di riconciliazione”, mentre due anni più tardi arriva l’altra
lettera pastorale intitolata “Sopra un alto monte”.
Insieme alle attività per i giovani (ai quali affida anche
l’oratorio cittadino “Don Bosco”, nel palazzo che ha ospitato a lungo le suore
salesiane), l’opzione preferenziale per gli ultimi è una delle scelte pastorali
più rilevanti per il 58esimo successore di Sant’Ubaldo. Per questo l’attività
della Caritas ha un ruolo di primo piano nell’azione della Chiesa eugubina. Fra
il 1991 e il 1994 vengono inaugurati due centri di prima accoglienza per gli
immigrati a Umbertide e la nuova sede della Caritas diocesana e del Centro
di prima accoglienza e servizi di Gubbio, ospitati presso la Casa della
misericordia in via Baldassini, mentre si fa promotore della progettazione della
“Casa della Caritas”. Tra le iniziative più rilevanti della Caritas diocesana ci
sono anche le attività di solidarietà promosse i favore dei Balcani,
prima in Croazia e in Kosovo negli ultimi anni, dell’America latina – grazie ai
legami con l’Operazione Mato Grosso – e dell’Africa, attraverso il lavoro del
Gruppo missionario umbertidese.
Nella prima metà degli anni Novanta comincia a farsi più pressante
anche il problema del calo dei sacerdoti in attività. Nel marzo del 1993, sono
due le notizie che incuriosiscono la stampa locale. Le parrocchie di San Pietro
e San Giovanni si aggregano in unità pastorale, dopo il congedo di don Enrico
Dossi. Sempre di quei giorni il fatto che lo stesso mons. Bottaccioli, durante
la Quaresima, lasci mitria e pastorale per dare una mano ai suoi parroci nella
benedizione pasquale delle famiglie.
Sono anni, prima e dopo il terremoto del 1997, di intensi
lavori di ristrutturazione e recupero del patrimonio architettonico
ecclesiastico. Nel marzo del 1994, dopo due anni di restauri, riapre al
culto la chiesa Cattedrale. Seguiranno negli anni il palazzo del Capitolo della
Cattedrale (nel quale viene ospitato il
Museo diocesano, uno dei primi e più
visitati della regione ecclesiastica umbra), la
Chiesetta della Vittorina nel 2000, la
nuova e artistica chiesa di Cristo Risorto a Umbertide nel 2001,
San Domenico,
Sant’Agostino,
Sant’Ambrogio e San Donato negli
ultimi due anni del suo episcopato.
Nel novembre 1994, Bottaccioli promuove la nascita del
Centro studi ubaldiani
“Padre Emidio Selvaggi”, per far conoscere la
figura di Ubaldo Baldassini e riesaminare, anche storicamente, alcuni aspetti
della sua azione riformatrice civica e pastorale.
Nel dicembre dello stesso anno, il Vescovo presenta il libro “Le
costituzioni sinodali eugubine”, per ripercorrere – attraverso i sinodi dal
1300 al 1900 – lo sviluppo storico della diocesi di Gubbio. Ma Bottaccioli pensa
anche al presente e al futuro, e comincia la preparazione di un nuovo sinodo
diocesano.
Il 1995 è un anno molto “denso” dal punto di vista sociale.
In aprile il Vescovo invita i cattolici eugubini impegnati in politica
“a non porre interessi di parte al di sopra del bene comune e a non farsi scudo
di presunte preferenze da parte del vescovo, il quale come Sant’Ubaldo è pastore
non di una porzione ma di tutto il gregge”. Tra giugno e luglio scoppia la
protesta degli operai della “Nuova Sirci”, contro le ipotesi di chiusura
dell’azienda. Bottaccioli è vicino ai lavoratori, li sostiene anche con l’aiuto
materiale e per loro celebra una messa nello stabilimento, che il 21 agosto
riprende la produzione.
In ottobre, il Vescovo propone l’istituzione di una
commissione paritetica fra mondo laico e religioso che, in vista del
Giubileo, “rappresenti le diverse esigenze della comunità civile ed ecclesiale
umbra, nel rispetto delle reciproche competenze, per un raccordo forte ed
efficace”. E’ l’inizio di un percorso che vedrà mons. Bottaccioli, in
rappresentanza della Conferenza episcopale umbra (Ceu), tra i protagonisti delle
decisioni prese in Umbria in merito all’anno giubilare del 2000.
Il 1996 è l’anno del sinodo diocesano, il terzo celebrato
nel XX secolo dopo quelli del 1911 e 1952. Il Vescovo è convinto che la
fondamentale risposta della Chiesa alle sfide di oggi sia stata data dal
Concilio Vaticano II, ma è pure convinto che il Vaticano II debba passare ancora
più profondamente nelle coscienze e nelle istituzioni. Il sinodo viene
annunciato con una lettera pastorale dal titolo “Nella luce del suo volto”. Dopo
due anni di preparazione, Bottaccioli spiega il sinodo nei dettagli anche nei
consigli comunali dei cinque comuni della diocesi. Dal 22 settembre l’assemblea
sinodale si riunisce due volte alla settimana fino a novembre per dibattere sul
tema “Per una chiesa che annuncia, celebra e testimonia il Vangelo della
carità”. Sono 170 sinodali impegnati, tra i quali per la prima volta 115 sono i
laici appartenenti a tutti i settori della società civile. Articolato in sei
sezioni il sinodo affronta i temi più attuali del rapporto e della missione
della Chiesa nella società per una nuova evangelizzazione. Il testo approvato e
votato dai sinodali, redatto dal Vescovo in forma definitiva, viene promulgato
in occasione della Pasqua 1997.
Ma il 1996 viene ricordato anche per le vicende legate
all’«Oasi della divina Provvidenza», un’associazione di culto mariano composta
da due sacerdoti e vari laici. Il 31 maggio mons. Bottaccioli invia ai fedeli di
tutta la diocesi una notificazione pastorale dal titolo “Non prestate fede ad
ogni ispirazione”, con la quale invita anche sacerdoti e laici a non partecipare
più alle attività del gruppo. Seguono dolorose contestazioni che si spengono con
il passare del tempo, anche per la presa di posizione della Santa Sede in favore
del Vescovo.
Nel giugno 1997 a Gubbio vengono ordinati sacerdoti Roberto
Briolotti, 41enne laureato in economia e in teologia, e Gerardo Balbi, 54 anni,
insegnante di musica. Don Roberto è un disabile, il primo a diventare prete in
Italia dall’introduzione del nuovo codice di diritto canonico del 1984, mentre
don Gerardo è un non-vedente.
Negli ultimi anni del secondo millennio, Bottaccioli è molto
impegnato con i progetti per il Giubileo in Umbria e a Gubbio. La città dei
Ceri, in particolare, è legata ad Assisi grazie al
Sentiero francescano, l’antico tracciato
percorso dal “Poverello” in fuga dalla sua città dopo la conversione. Ma la
Chiesa eugubina guarda anche al mondo e nel giugno 1998 viene consacrata a
Ibarra, in Ecuador, una cappella dedicata a Sant’Ubaldo. E’ il segno del
legame profondo che unisce la Comunità di San Girolamo e l’America latina.
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Il 21 giugno 1998 il
vescovo mons. PIETRO BOTTACCIOLI e il vescovo di IBARRA
mons. ANTONIO ARREGUI YARZA hanno consacrato la cappella di S. UBALOO.
Sull'altare una tovaglia di lino con scritto GUBBIO•S.
UBALDO•IBARRA
Al centro una splendida statua di S. Ubaldo, in ceramica, realizzata e
donata da Maurizio Fumanti.
La chiesa di IBARRA è stata costruita rispecchiando lo stile del duomo
di GUBBIO. |
Dal 2001, la diocesi di Gubbio ha un sacerdote in più, almeno sul
piccolo schermo. Terence Hill, infatti, in un serial tv di Rai Uno – ambientato
interamente a Gubbio – veste i panni di don Matteo, prete-detective che
oltre al lavoro in parrocchia si diverte a dare una mano ai carabinieri.
“Guardo la serie tv anch’io con piacere – afferma Bottaccioli – mi sembra un
esempio buono di spettacolo, che intrattiene con modelli positivi ed è attento
ai valori cristiani”.
Oltre ai vari interventi del suo magistero, monsignor
Bottaccioli segue direttamente il cammino della diocesi con tre visite
pastorali. Nella prima, indetta l’11 settembre 1989 e conclusa nell’estate
del 1991, il Vescovo passa di parrocchia in parrocchia, e anche di casa in casa
dove ci sono i malati. Un contatto diretto con la situazione reale della
diocesi. La seconda visita pastorale (dal 29 settembre 1997 al 19 novembre 1999)
ha lo scopo di accompagnare lo studio e l’attuazione delle costituzioni
sinodali, facendo delle sei zone – in cui è articolata la diocesi – il punto di
sintesi e di raccordo della pastorale delle singole parrocchie. La terza visita
inizia il 25 gennaio 2001 e si chiude il 14 giugno 2003.
Decisamente ferme e dure, negli ultimi tempi del suo
episcopato, le posizioni del Vescovo di fronte alle questioni sociali. Nel
febbraio 2002, Bottaccioli considera un “grave attentato ideologico alla
famiglia fondata sul matrimonio” la proposta di istituire un “registro delle
convivenze”. Di coppie di fatto e di procreazione assistita, mons. Bottaccioli
torna a parlare anche nell’agosto 2004, in riferimento anche allo Statuto
regionale dell’Umbria. “L’embrione è vita e non un grumo di cellule – afferma il
Vescovo parlando di fecondazione artificiale – e quindi scienza e ricerca non
possono accendere la vita di un essere umano, lasciare che l’embrione si
sviluppi fino all’annidamento, per poi prendersi le staminali e gettarlo via. E’
un attentato alla vita umana e alla dignità dell’uomo”.
In occasione della solennità ubaldiana del 16 maggio 2003, mons.
Bottaccioli torna a parlare della Corsa dei Ceri, lanciando un appello
per ricordare il carattere religioso della festa. “Il pericolo incombente –
afferma – è la diffusa indifferenza religiosa. Non permettiamo che anche la
festa di Sant’Ubaldo sia travolta nel suo autentico significato da questo clima
superficiale, che la bella Festa dei Ceri in suo onore non perda il suo profondo
carattere di vigilia, cioè di veglia, di attesa di incontrarlo ancora una volta,
di accoglierne gli insegnamenti e l’esempio di fede e fraternità”.
Secondo il canone 401 del codice di Diritto canonico, il 15
febbraio 2003 – al compiere del 75esimo anno, monsignor Bottaccioli invia al
Papa la lettera di dimissioni dall’ufficio di Vescovo di Gubbio. Il 23 dicembre
2004 il Nunzio apostolico in Italia, Romeo, comunica l’accoglienza delle
dimissioni e la nomina da parte del Santo Padre del successore di Bottaccioli:
il vicario generale dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve,
monsignor Mario Ceccobelli che rivolgendosi
agli eugubini, al suo arrivo a Gubbio, dirà: "il Santo Padre mi manda da Voi
a succedere al Vescovo Pietro, figlio amato della chiesa Eugubina, per prendere
da Lui il testimone e continuare insieme il cammino".
Il Vescovo Pietro, su richiesta del suo successore, continuerà ad abitare in
Vescovado, fraternamente e amorevolemte
assistito dal nuovo vescovo e gli eugubini per oltre 10 anni hanno avuto
l'immagine dei due vescovi insieme in tantissime occasioni sia liturgiche che
civili, fino alla fine dei suoi giorni avvenuta il 22 gennaio 2017.
Il 16
maggio 2014, nell'occasione del 25° dell'ordinazione episcopale del Vescovo
Pietro avvenuta proprio il 16 maggio del 1989, un libro che racchiude tante
testimonianze sulla figura e sull'operato di "Don Pietrino" è stato illustrato
del Vescovo Ceccobelli ed offerto a tutti i presenti, in cattedrale.
In questi anni "Don Pietrino" aveva potuto dedicarsi
allo studio e alla ricerca archivistica che gli ha permesso di scrivere un opera
davvero enciclopediaca relativa alla
Diocesi di Gubbio.
Infatti nell'ottobre 2010, mons. Pietro Bottaccioli presenta il volume che si
intitola “La
diocesi di Gubbio. Una storia ultramillenaria, un patrimonio
culturale, morale, religioso ineludibile”. L'opera è frutto della sua lunga ricerca
e si tratta della prima opera organica che ripercorre, in dieci capitoli e un
totale di 622 pagine, la storia della
Diocesi eugubina dal 416 (lettera di papa
Innocenzo I a Decenzio, vescovo di Gubbio) fino all’anno giubilare del 2000,
offrendo un quadro completo. Cinque anni di lavoro per monsignor Pietro
Bottaccioli, che “ha avuto il coraggio di mettere mano a un’opera così
importante – afferma il vescovo di Gubbio Mario Ceccobelli – scientifica
e archivistica, facendo e rifacendo, giorno e notte, per dare vita a un lavoro
che mancava nell’archivio della nostra Diocesi”.
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