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Jacqueline Spaccini | ||
Biografia
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Impegni professionali
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Pubblicazioni | STUDIO SULL'EMIGRAZIONE EUGUBINA IN LORENA NELLA FRANCIA DEGLI ANNI CINQUANTA"
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Jacqueline
Spaccini è nata a
Villerupt, in Francia, nel 1958 da una famiglia di emigrati
eugubini. Suo padre Armando "Piero" Spaccini era emigrato nel 1955 in Francia dove era
occupato nell'edilizia come muratore e sua madre Anna Maria Alunno lo aveva
seguito nel 1957 dopo il matrimonio (ma già suo padre, Ubaldo Alunno, viveva e
lavorava in Lorena). Ha coltivato le sue due culture - in parallelo - per tutta la vita,
insegnando l’italiano e il francese e scrivendo in tutte e due le lingue. Ha
vissuto a lungo in Croazia e in Francia. Ottenuta la maturità al liceo classico, si è nel frattempo
diplomata anche come traduttrice presso le Centre Culturel Français di Roma,
quindi si è laureata in Lingue presso l'Università La Sapienza di Roma.
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Ha insegnato all’università di Caen, in Normandia e poi in quella di Rabat in
Marocco, prima di rientrare in Italia e da sempre ha mantenuto un ottimo
collegamento con le sue origini eugubine.
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«Festa dei Ceri»
Le chiarine richiamano alla festa regola una campana il battito su bandiere inutili e belle su per le scale dove i tamburi han ridestato il mattino camicie e sciarpe di colore sempre uguale nella brocca l'acqua non già il vino l'accetta assesta non distrugge un'onda d'acque verticalizza il sale mutandosi in palpito solare mentre màcini i passi affrettati nelle gambe hai il fiato della corsa e poi calci e gomiti e pugni santi.
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Ha collaborato e collabora alle pagine culturali di varie riviste culturali italiane e francesi (in passato: Avvenimenti, Stilos, Linea d’ombra e oggi: Campi immaginabili, Transalpina, Testo a Fronte, Retididedalus, Treccani, Oblio, Semicerchio, Il Segnale). Eclettica, scrive saggi di critica letteraria e compone poesie dall’età di tredici anni. In passato ha pubblicato anche varie novelle. Dal 2009 fa parte della Compagnia internazionale delle Poete fondata da Mia Lecomte. Ha recitato prosa a teatro in Francia nella compagnia "Les 400 Louves". In Marocco ha allestito come regista teatrale un'opera di Antonio Tabucchi (Il signor Pirandello è desiderato al telefono) per la troupe universitaria "I Teatranti di Rabat". Traduce dal/in francese, con saltuarie incursioni nella poesia croata. Nel 2010 ha vinto il premio speciale della Giuria al Premio Cesare Pavese per "Aveva il viso di pietra scolpita" (ed.:Aracne, 2010): raccolta di cinque saggi sull’opera di Cesare Pavese che riguardano la poesia e la prosa, privilegiando quel che lo scrittore aveva scartato, senza però dimenticare capolavori come La luna e i falò o Tra donne sole. «Agile libro che ha il pregio di sottrarre l’interpretazione critica alle pastoie dell’accademia paludata, mostrando come il rigore dell’analisi testuale, la freschezza del pensiero e la fluidità espressiva possano felicemente convivere. Cinque saggi che ci guidano con naturalezza ad una migliore comprensione dell’opera di Pavese e della sua dilemmatica personalità».
"Quei corpi in cielo senza più calore" Miti e realtà del Risorgimento: passioni letterarie, illusioni e disillusioni pittoriche (2013).
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