Il Dott. Giuseppe Zoppis è nato a Gubbio il 25 gennaio 1928.
Il 6 febbraio 2003, in una gelida e limpida notte d'inverno, imbiancata dalla neve, ha terminato il suo cammino terreno.
Era figlio di una benestante famiglia eugubina, di profonda fede cattolica, aveva intrapreso in giovane età la strada del seminario dove aveva coltivato e consolidato notevoli amicizie e aveva approfondito gli studi teologici che fin da ragazzino lo avevano interessato.
Ben presto si dedicò agli studi medici culminati con la professione di medico chirurgo che ha esercitato per tutta la vita, come medico di famiglia, a Gubbio. Durante la sua attività professionale, curò con fraterna dedizione i suoi malati, i suoi pazienti, dimostrando notevoli capacità di saper penetrare l'animo umano e di cogliere nello squilibrio psicofisico la causa di molte malattie.
E' stato definito "Uomo del Rinascimento", appassionato del sapere e della scienza. La formazione umanistica iniziale, fu fondamentale per illuminare il suo spirito nei successivi studi scientifici.
Risalgono ai tempi dell'università, le sue prime intuizioni sulle strette correlazioni tra fenomeni terrestri ed astrali. Fu proprio in sede di discussione della sua tesi di laurea "Ciclo meteorologico emozionale", all'Università di Perugia, che ricevette dal Prof. Azzi il primo riconoscimento significativo sulla validità delle sue teorie, quando fu definito, amichevolmente "il futuro Newton".
Da allora vi è stato un continuo susseguirsi di pubblicazioni (circa un centinaio), che hanno visto il Dott. Zoppis formulare ipotesi in diversi campi della scienza.
Sulla meteorologia ha scritto: "Armonia universale, fenomeni atmosferici, organismo umano" (1957), "Protoritmo" (1969), "Fisioritmo" (1971), "Armonia universale" (1976) "Sistema di previsioni a lunga scadenza meteorobiologiche" (1979), "Pulsazioni solari" (1983), "L'azione dell'universo sui fenomeni terrestri" (1984), "Fisioritmologia" (1986), "Le catastrofi naturali sono causate dai più grandi squilibri del cosmo intero" (1989).
Gli studi che gli diedero maggior notorietà furono quelli relativi alla enunciazione della "legge del Fisioritmo", che lega le condizioni dell'organismo umano alla meteorologia e al moto dei corpi dell'universo, legge che presentò al congresso mondiale "L'altra medicina" svoltasi a San Remo nel 1973.
L'evoluzione di tali tematiche, culminò con l'opera "Previsioni illimitate del tempo" con la quale enunciava la sua teoria basata su dati statistici.
La strada tracciata dal Dott Zoppis nel campo meteorologico continua a trovare oggi attestazioni di validità in progressive e continue scoperte.
Fu inoltre un cultore appassionato di problemi filosofici, morali, teologici, etici, intervenendo, nel dibattito sollevato dall'Enciclica "Humanae Vitae" schierandosi con una propria posizione, discostante dalla Chiesa, sul problema della limitazione responsabile delle nascite. Pubblicò: "Sulla limitazione responsabile delle nascite".
Grande rilievo da parte degli organi di stampa scientifici ebbero le sue teorie sulle cause e i meccanismi alla base dei tumori (psico-oncogeno-tropismo) come spiegava nella pubblicazione "Tetrasintesi".
L'Amore per la sua città lo ha spinto ad una ricerca approfondita della storia di Gubbio dall'epoca umbra ad oggi, contribuendo in maniera fattiva a diffondere il nome di Gubbio nel mondo. Numerose sono state le sue pubblicazioni dedicate a queste tematiche tra cui: "Sulle orme di Ikuvium", "Fisioritmologia" (1986), "Le catastrofi naturali sono causate dai più grandi squilibri del cosmo intero" (1989).
Molto apprezzato il suo ultimo lavoro, quasi un saluto alla sua città, "Gubbio, guida storico artistica fotografica" una ricca, fluida e sintetica illustrazione storico-artistica arricchita da sottili riflessioni filosofiche.
Non gli è mancata un'abile passione per la musica che rifletteva il suo animo sensibile e dolce, Ha prodotto diversi brani musicali giungendo negli ultimi due anni, già malato, a comporre una struggente e toccante Ave Maria dedicata alla sua amata famiglia. La stessa è stata eseguita per la prima volta in pubblico durante le sue onoranze funebri.
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