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   I CERI di GUBBIO e LA 1° GUERRA MONDIALE
   

I soldati di Gubbio in guerra  |  La Festa dei Ceri  |  La Festa è vietata, ma...  |  La situazione al fronte  |  La Festa dei Ceri del 1917

Le vicende belliche successive al maggio 1917  | 2017 Celebrazione del "Centenario dei Ceri al Col di Lana"


 

I Soldati di Gubbio in guerra, sul Col di Lana


   Nel periodo 1914-18 l'Europa ha vissuto gli anni tristi e drammatici della Prima Guerra Mondiale.
   Anche i giovani di Gubbio (Eugubini) furono chiamati alle armi. Le Alpi videro gli atti eroici di tanti figli di Gubbio, definiti dallo scrittore Curzio Malaparte: "uomini pieni d'estro e di coraggio meraviglioso".
   Al momento della chiamata alle armi tanti Eugubini furono assegnati alla Brigata "Alpi" (erede del Corpo dei volontari di Garibaldi chiamato "Cacciatori delle Alpi") formata dal 51° e 52° reggimento di Fanteria.
   L'appartenere alla stessa brigata fu il motivo per cui in tanti si ritrovarono insieme a combattere sul Col di Lana (Livinallongo, Dolomiti) che, con i suoi ottomila morti, da allora viene  anche chiamato "Col di Sangue".
 

                                                      

La "Festa dei Ceri"


    A Gubbio, in Umbria, il 15 maggio di ogni anno si svolge la Festa dei Ceri, Festa in onore di  Sant'Ubaldo (patrono di Gubbio) e che consiste nel trasporto in corsa di tre macchine di legno (Ceri) sormontate ognuna da una statua di Santo: Sant'Ubaldo, San Giorgio e Sant'Antonio Abate.
   È una delle più antiche manifestazioni folcloristiche italiane che si ripete annualmente almeno fin dal XII secolo. È vissuta con grande attaccamento da tutta la cittadinanza ed è caratterizzata da forti passioni e sentimenti che ne esprimono valori e contraddizioni.
   Tanta è l'importanza di questa festa che dal 1973 i Tre Ceri rappresentano anche il simbolo della Regione Umbria.
 

  

La Festa è vietata, ma...


 Gli anni della Guerra erano un periodo molto triste anche per chi era rimasto a casa, pur tuttavia il desiderio di rendere omaggio al Patrono S.Ubaldo, con la festa in suo onore, era ancora più sentito!

   Ma un
Regio Decreto, all'inizio della guerra, aveva vietato le riunioni pubbliche, le processioni civili e religiose. [REGIO Decreto 23 maggio 1915, n. 674, art. 3 – "Sono vietate le riunioni pubbliche, le processioni civili e religiose, le passeggiate in forma militare con o senza le armi e gli assembramenti in luogo pubblico o aperto al pubblico..."]

   Pertanto la Giunta e il Sindaco di Gubbio, Conte Giammaria della Porta, deliberarono di annullare la
Festa dei Ceri del 1916, e lasciarono intendere che anche le feste degli anni seguenti sarebbero state sospese finché "gli animi di tutti siano ritornati gioiosi e sereni".

   Fu così che
la Festa dei Ceri, a Gubbio, non si fece per tre anni (1916-1917-1918).

   Ma possiamo giustamente ritenere che la
Festa del 1917 sia stata regolarmente effettuata... sul Col di Lana !!!

   Infatti, i soldati eugubini della Brigata Alpi (51° e 32° reggimento), visto che la Festa dei Ceri non poteva essere fatta a Gubbio, decisero di farla lassù, alle pendici del Col di Lana, appena qualche centinaia di metri dietro la prima linea del fronte.

                                                               

 La situazione al fronte


    Le grandi e sanguinose azioni di guerra in questo settore si erano svolte soprattutto nei primi due anni di guerra (1915 e 1916), pertanto nel 1917 il fronte era relativamente calmo: gli italiani avevano conquistato la cima del Col di Lana costringendo gli austriaci ad arretrare qualche decina di metri, sul Monte Sief: pochi metri, ma sufficienti per rendere relativamente tranquilla la vallata sottostante verso Pieve di Livinallongo e Pian di Salesei, ove era allestito l'accampamento del 51° reggimento.

                                                     

 La Festa dei Ceri del 1917 sul Col di Lana


    Qui i soldati di Gubbio decisero di fare la "Festa dei Ceri".
   La cosa fu decisa con diversi mesi di anticipo. I soldati eugubini ebbero l'aiuto del Capitano Rinaldo Chelli (autore delle foto giunte a noi) e dell'alto comando militare, pertanto fu possibile, all'interno dell'accamamento, costruire appositamente i tre Ceri con relative barelle e statue dei Santi.

   Quei ragazzi di Gubbio riuscirono davvero a coinvolgere tutti e di tante provenienze : la Festa dei Ceri, in quel luogo di sangue, divenne la festa e l'esaltazione della vita!

   Qualche nome di quei eroi "ceraioli":
Filadelfo Agostinucci ("Capitano dei Ceri"; NdR: non Capitano militare), Salvatore Albini, Angelo Camponovo, Alessandro Farneti, Ettore Ferranti, Basilio Grasselli, Guido Maranghi, Raffaele Mazzacrelli, Giulio Menichetti, Giovanni Panfili, Settimio Rosati, David Tasso, Adolfo Vispi e tutti gli altri eugubini che formavano il 51° fanteria, ma non solo: di certo vi fu la partecipazione del 52°Rgt ed anche della Brigata "Reggio", infatti l'Agostinucci apparteneva al 45° Rgt Fanteria.

   Quel 15 maggio 1917 fu un giorno piovoso, ma il programma della festa, perfettamente identico a quello solito, si svolse regolarmente con la S. Messa alle 9.00, l'Alzata dei Ceri alle 12.00 e la Corsa alle 17.00.
    Fu allora che, come scrive Gerardo Dottori:
"...un Cappellano benedisse Ceri e Ceraioli: i quali in grigio-verde, con un fazzoletto rosso al collo e al canto della famosa marcia dei ceraioli, issarono le tre grandi "macchine" e si slanciarono su per l'erta mulattiera del Col di Lana che conduce a Salesei ...tutti si slanciarono all'inseguimento dei "matti di Gubbio" ...e ognuno voleva raggiungere uno dei Ceri per poter dare il cambio, la "spallata" ai portatori e tutti erano pervasi da una commozione profonda che provocava le lacrime, ...da un entusiasmo travolgente per cui tutti correvano su per la faticosa via a zig-zag che in venti minuti fu superata e il Cero del Santo protettore di Gubbio, S. Ubaldo, toccò la piccola spianata della baracca blindata dove risiedeva il comando del 51° fanteria. Fu un vero assalto - incruento - al Col di Lana, al quale però nessuno ostacolo, anche cruento, avrebbe potuto resistere tanto fu l'entusiasmo che si propagò rapidamente a tutti i convenuti."

   Il rito fu compiuto, la tradizione rispettata!
 
 Certo non fu come arrivare alla
Basilica di S. Ubaldo, in cima al monte Ingino, per depositare i Ceri dinanzi il Sacro Corpo del Protettore, ma c'è da giurare che ognuno di quei grandi idealmente vi giunse con tutto il proprio cuore!

                                                                     

Le vicende belliche successive al maggio 2017


    Passò quel maggio 1917 e pochi mesi dopo, il 24 ottobre 1917, la storia scrisse la ritirata di Caporetto: l'esercito italiano, comprese le Brigate impegnate sul Col di Lana, dovette abbandonare, in grande fretta, le posizioni conquistate e ritirarsi sulla linea Monte Grappa - Montello - Piave.

   
   Naturalmente dei Ceri del 1917 si perse ogni traccia
.
  Ma poco importa!   Avevano ottimamente svolto il loro compito!

   Quei Ceri potrebbero essere stati bruciati? Chissà! E' semplicemente un'ipotesi... suffragata però, in parte, dalle parole di Don Angelo Cagneschi, cappellano del 51° Rgt, che nella sua relazione, redatta alla fine della Guerra scrisse:
  
"... Mi fu riferito sul Piave, da qualche soldato restato di retroguardia, che i soldati stessi, pur di non vedere andare nelle mani degli Austriaci un simile gioiello, (ndr: la “Casa del Soldato”) che ricordava ad essi tante cose buone, tante ore passatevi dentro nella ricreazione e nel divertimento, con una risoluzione strana, vi appiccarono il fuoco insieme ai magazzini viveri e vestiario."

   Oggi a Pian di Salesei esiste un sacrario militare dove riposano 4700 soldati ignoti, 685 soldati noti italiani e 19 austriaci.

05 agosto 2017 - Centenario dei Ceri al Col di Lana 1917-2017


 5 agosto 2017Celebrazione del Centenario dei Ceri al Col di Lana 1917-2017

   E' stata una giornata commovente quella vissuta alle pendici del Col di Lana, presso il Sacrario di Pian di Salisei (comune di Livinallongo del Col di Lana), per ricordare i soldati Eugubini che cento anni fa, in piena guerra mondiale, fecero lassù la Festa dei Ceri, il 15 maggio 1917.

  

     Circa 2.000 Eugubini arrivati con ogni mezzo, e giunti anche da fuori Italia (alcuni hanno anche persorso i circa 600 km - tanto dista Livinallongo da Gubbio - in bicicletta, impiegando tre giorni) hanno voluto essere presenti, tutti con un fazzoletto rosso al collo, in ricordo di 100 anni fa, quando "...un Cappellano benedisse Ceri e Ceraioli: i quali in grigio-verde, con un fazzoletto rosso al collo e al canto della famosa marcia dei ceraioli, issarono le tre grandi "macchine" e si slanciarono su per l'erta mulattiera del Col di Lana...".

 

 


  

 

    La cerimonia, svoltasi alla presenza anche di una rappresentamza militare austriaca, è stata intensa e commovente, e si è aperta con la deposizione di quattro corone di fiori sulla Croce posta al centro del Sacrario proprio sopra la fossa comune ove sono sepolti, senza un nome, oltre 4.700 giovani soldati.

 



   La corona della nostra Associazione riportava l'epigrafe:

"Gli Eugubini di oggi ai Ceraioli del 1917, nei canti e nella preghiera sia eterna la vostra memoria".

 

 

 

 


   E' seguita poi la parte ufficiale dei saluti delle autorità, coordinata dal giornalista Lorenzo Soratroi.

 

 

 

 


  Per primo ha portato il proprio saluto il capogruppo del Gruppo Alpini Col di Lana, Luca Deltedesco: "A nome mio personale e del Gruppo Alpini Col di Lana di Livinallongo, porgo il più sentito benvenuto a tutti i presenti, alle autorità civili, militari e religiose. Un pensiero ad una persona che non c'è più, la maestra Teresa Pezzei, che oggi voglio immaginare qui presente con noi e che a suo tempo ha fortemente creduto in questa iniziativa. Quando, ancora più di 10 anni fa, sono iniziati i primi contatti con le 2 comunità di Livinallongo e di Gubbio penso che nessuno potesse immaginare di riuscire ad organizzare questa cerimonia.
    Manifestazione che va a collocarsi in questo periodo di celebrazioni a ricordo del centenario della prima guerra mondiale che il nostro gruppo ha ritenuto doveroso organizzare perché questo evento sconvolgente ha toccato e sconvolto molto da vicino il nostro territorio, i nostri monti, i nostri avi.
    A luglio 2014 a Pieve di Livinallongo assieme alla schutzen Kompanie Buchenstein, si è tenuta una cerimonia a ricordo dell'inizio della prima guerra mondiale. E' stato ricordato come i nostri avi, gente pacifica e laboriosa, facenti parte dell'allora impero austro ungarico, furono costretti a partire in guerra per la Galizia o a partire profughi.
    Il 23 maggio 2015 qui al sacrario militare di Pian di Salesei alla presenza del presidente nazionale degli alpini Sebastiano Favero, si è svolta un cerimonia per il centenario dell'entrata in guerra dell'Italia.
   Il 17 aprile dello scorso anno a Pieve di Livinallongo è stata organizzata una cerimonia del centenario dello scoppio della mina del Col di Lana.
   In questo periodo sono stati inoltre intrapresi interventi di sistemazione di lapidi e monumenti riguardanti la prima guerra mondiale e toccati temi interessanti come il ruolo delle donne durante il periodo bellico.
   Oggi invece rievochiamo un evento che ho definito quasi paradossale, considerando le circostanze ed il periodo. Ricordiamo una festa, un inno alla voglia di vivere nonostante tutto. I giovani militari eugubini in piena guerra mondiale furono gli ideatori ed artefici di quella eccezionale e paradossale edizione della festa dei Ceri. Le fedeli riproduzioni ad opera dei mastri artigiani di Gubbio di quei ceri costruiti ed innalzati cento anni fa in questo luogo, rimarranno esposte nella chiesetta a perenne ricordo di tale evento.
   Tutto questo è stato possibile grazie all'amicizia che lega il nostro Gruppo Alpini e tutta la comunità di Livinallongo con la città di Gubbio.
   Un saluto particolare ed un ringraziamento dunque al Comitato promotore di Gubbio rappresentato dal Comune, dalla Diocesi, dalle 3 famiglie Ceraiole, dall'associazione maggio eugubino, dall'Università dei Muratori con a capo il presidente Fabio Mariani, dalle altre 4 università delle arti e dei mestieri e dall'associazione Eugubini nel Mondo rappresentata dal presidente dott. Mauro Pierotti.
   Un ringraziamento anche alle varie associazioni del nostro Comune che a vario titolo hanno reso possibile questo evento, il coro parrocchiale San Giacomo, il Coro Femminile Col di Lana, il Coro Fodom, la Banda da Fodom, la Croce Bianca, lo Sci Club Arabba, i Vigili del Fuoco Volontari e il Soccorso Alpino.
 

Interesante, sincero e doveroso il ricordo di Teresa Pezzei, scomparsa qualche anno fa, nel 2010, e che oltre 10 anni fa, nella sua veste di Assessore alla cultura del Comune di Livinallongo, fu  insieme gruppo degli Alpini del Col di Lana, con a capo Valerio Nagler, e lo storico del Gruppo Gugliemo Gabrielli, tenace sostenitrice della celebrazione della Ceri sul Col di Lana e del possibile gemellaggio tra i due Comuni (cosa che avvenne nel 2014).

    Quindi è stata la volta del Presidente della nostra Associazione Eugubini nel Mondo, Mauro Pierotti: “... Sul palcoscenico della grande guerra, l'inutile strage, come fu definita da Papa Benedetto XV, oltre alle migliaia di tragedie familiari e personali che hanno riguardato tanti giovani strappati alla loro realtà e portati a combattere per motivi che talvolta sfuggivano ai più, c’è un fatto eccezionale di cui oggi celebriamo il Centenario, vale dire: Una Festa in guerra, i nostri Ceri al fronte".
Un regio decreto, nel 1915, all'inizio della guerra vietò tutte le riunioni civili, religiose e militari. La festa dei Ceri, la nostra festa in onore del nostro Santo patrono Ubaldo, fu al pari delle altre “impedita”.
Nel 1916, nonostante un serio tentativo condotto da larga parte della popolazione eugubina tendente a fare comunque la festa, i Ceri a Gubbio non corsero.
Fu chiaro a tutti che i Ceri si sarebbero alzati di nuovo soltanto a guerra finita. E già... a guerra finita!
E chi meglio dei soldati poteva immaginare che tale traguardo era alquanto lontano, difficile davvero vedere la luce in fondo al tunnel... e allora?
Allora scatta un'idea, una di quelle idee matte, che sa di essere irrealizzabile, ma proprio per questo diventa intrigante, allettante e finisce per diventare una necessità, un bisogno... ecco il bisogno dei Ceri ad ogni costo!
Come fare? Immaginiamo qualche parola buttala là da qualche soldato che raccoglieva consensi anziché scherni o dinieghi.... un capitano con due medaglie d'argento già puntate sul petto, Rinaldo Chelli, innamorato di Gubbio e di una eugubina in particolare, ascolta e mostra interesse; un cappellano di sicuro è connivente... e allora avanti, si manda un soldato in licenza a Gubbio con lo scopo di prendere e riportare le misure dei Ceri e ci si mette a lavorare in gran segreto e duramente nelle baracche, per mesi, dall'inverno fino a primavera e poi… e poi arriva maggio, il 15 maggio, il 15 maggio è un martedì quell'anno... giorno poco indicato per una festa, ma si sa i giorni in guerra sono tutti uguali, tutti brutti, tutti tragici, quindi un motivo in più perché di martedì si possa fare la festa… la "festa del reggimento"... la festa del 51° fanteria della brigata Alpi appunto.
Questo di certo ha rappresentato la scusa per fare la festa dei Ceri durante la quale (e cito le scarne cronache giunte a noi!): “una cinquantina di soldati, tutti eugubini, sono usciti fuori in processione, hanno fatto la processione dei Ceri, costruiti in legno in segreto, dai soldati stessi, sul medesimo sistema dei Ceri veri che si sogliono portare tutti gli anni in processione a Gubbio per la festa di S. Ubaldo” queste parole sono del  cappellano del 51° fanteria, Don Angelo Cagnaschi che racconta! Era presente ed era anche parte attiva! Infatti un altro testimone, Gerardo Dottori lo cita e racconta: “un cappellano benedisse Ceri e Ceraioli, (quindi il cappellano c'era ed era d'accordo!) i quali in grigioverde con un fazzoletto rosso al collo (come noi oggi!) e al canto della famosa marcia dei Ceraioli, issarono le tre grandi macchine e si slanciarono su per l’erta mulattiera del Col di Lana… e ognuno voleva raggiungere uno dei Ceri per poter dare la spallata… tutti erano pervasi da una commozione profonda che provocava le lacrime… tutti correvano su per la faticosa via a zig-zag che in venti minuti fu superata” Fu così che i Ceri arrivarono alle sede del comando militare del reggimento che era stato scelto come meta della corsa.
Ecco! Il rito fu compiuto, la tradizione rispettata! Certamente non fu come arrivare alla Basilica di S. Ubaldo, in cima al monte Ingino, per depositare i Ceri dinanzi il sacro corpo del Patrono, ma c'è da giurare che ognuno di quei grandi idealmente vi giunse con tutta la sua anima, con tutto il suo cuore!
E fu proprio così!"

   Sono seguiti i saluti da parte della senatrice Raffaela Bellot e del Presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti.

   Per la Regione Umbria, presente con il proprio gonfalone, al pari della Regione Veneto, ha parlato il Consigliere regionale Andrea Smacchi, facendo notare  come i Ceri siano raffigurati nel gonfalone della Regione Umbra, ricorda tra l'altro come in quel fatto straordinario di cento anni fa i soldati eugubini fossero stati affiancati ed aiutati da tanti altri soldati umbri, anch'essi arruolati nella Brigata Alpi che aveva, appunto, la sua sede a Perugia.... quindi anche Festa degli Umbri e non solo degli Eugubini;

    Gli ha fatto eco il Sindaco di Livinallongo Leandro Grones: "Per quanto ciascun paese abbia le proprie tradizioni, le proprie usanze, le proprie credenze ed il proprio folklore, credo che, nei nostri territori, non vi sia un luogo ove intervengano celebrazioni così tanto sentite e partecipate come accade a Gubbio per la Festa dei Ceri.
   Ho vissuto in prima persona quest’esperienza, grazie all’invito e alla squisita ospitalità riservatami dall’amico e collega Filippo Stirati. Il trasporto con cui tutta la comunità eugubina vive quest’evento ha dell’incredibile…la vita normale si ferma, per entrare in uno spazio sospeso e profondo, nel quale si respirano coesione, potenza, determinazione, allegria, lucidità e pure… un alone di follia…
   Dal 1160 essa viene ripetuta annualmente ed ininterrottamente, tranne che nel nel corso della prima guerra mondiale a seguito di un decreto che proibiva assembramenti pubblici. Ebbene… accadde una cosa straordinaria in quel tempo, 100 anni or sono… straordinaria per Gubbio, straordinaria per Livinallongo, straordinaria per i soldati di ieri e per noi che oggi ricordiamo, raccogliendo i significati degli eventi di un tempo.
   Accadde che nel 1917 la Festa dei Ceri si fece.
   E si fece qui, tra le Dolomiti, in questa straordinaria terra Ladina, in questa terra così lontana dalla città di S.Ubaldo, così ostile agli eugubini di allora che erano stati mandati qui a combattere l’Impero Austroungarico senza un perché…, su un fronte a loro sconosciuto…..un fronte sfacciatamente impervio e dannato.
Si fece qui, dove oggi sorge il Sacrario di Pian dei Salesei, casa eterna di quanti allora, giovani ragazzi, furono obbligati a lasciare la propria casa, la propria famiglia…senza farvi più ritorno.
   Mi permetto di interpretare la straordinarietà di questo evento per Gubbio, perché ciò che colgo è che Gubbio vive negli Eugubini… ove essi vanno, lì vi troverai Gubbio. E ciò è garanzia di un’identità imperitura e non credo vi sia una forza più grande di questa che si possa augurare di avere ad un popolo e alla sua città. La vostra numerosa e partecipata presenza ne è concreta testimonianza.
È stato un evento straordinario per Fodom, perché ci ha permesso di ospitare una festa unica, che in quel lontano 1917 si svolse solo da noi, e ciò costituisce un privilegio per nulla scontato. Grazie a quest’evento, infatti, siamo entrati nelle pagine di una storia lunga secoli.
   L’aver ospitato la Festa dei Ceri di allora, ci ha uniti a Gubbio, ha fatto sorgere un’amicizia solida, vera, tradotta poi in gemellaggio.., che ci permette di condividere nel corso del tempo sempre più momenti e riflessioni caratterizzanti reciprocamente le vite delle nostre comunità. Dieci anni fa eravamo qui per il novantesimo e da allora, ogni anno che passa rafforza la vicinanza il legame fra Gubbio e Livinallongo.
  Straordinario, poi, è il significato di quella Festa dei Ceri alle pendici del Col di Lana.
  Un grido, un canto, un arcobaleno, un girotondo d’anime sgargianti di colore dentro a divise grigio-verdi….. abiti severi che nulla possono a fronte dello slancio vitale di giovani persone che ancora credevano. Nel domani. Nella bellezza. Nel superamento dell’orrore e dell’errore. Nella possibilità. Nella vita che pulsava nelle loro vene….. che credevano in S.Ubaldo e quindi nella loro identità e quindi nel loro diritto, domani, a tornare liberi di vivere ed impegnarsi lungo il proprio cammino.
  Ed è, infine, straordinario per tutti noi, oggi, se sapremo continuare a raccogliere il senso di questa straordinaria vicenda, per tenere sempre vivo il ricordo di quella immane tragedia, perché l’uomo dalla storia deve imparare i valori della pace! Oggi più che mai.
Grazie a tutti"

    il sindaco di Gubbio Filippo Stirati: "permettetemi di estrimere un ringraziamento particolarissiomo al sindaco di Livinallongo Leandro grones, alla Regione dell'Umbria e alla regione Veneto per la presenza dei loro gonfaloni, al nostro vescovo mons Mario ceccobelli, un saluto particolare agli Alpini, nostri grandi amici, un saluto alle rappresentaze militari del nostro esercito, ma anche a quello dei nostri fratelli austriaci, concittadini europei come tutti Noi.... voglio ringraziare la Diocesi, l'Università dei Muratori, le Università dei Mestieri, l'Associazione Maggio Eugubino, le Famiglie dei Ceri, di S. Ubaldo, di S. Giorgio e di S. Antonio, l'Associazione Eugubini nel Mondo, grazie dott. Mauro Pierotti, Ringrazio il Prof. Paolo Belardi che ci ha aiutato con la sua scienza e competenza a ridisegnare queste macchine portentose, ma grazie anche alle maestranze artigiane che con le loro mani intelligenti sanno fare ancor oggi grandi miracoli..... Sono commosso della partecipazione di popolo...che questo episodio sia di insegnamento perché l'umanità tragga insegnamento dalla lezione della storia, per non commettere più gli stessi errori...."

    Il Vescovo di Gubbio Mario Ceccobelli che ha concelebrato alla presenza del parroco di Livinallongo Don Dario Fontana e del cappellano militare Don Lorenzo Cottali e Don Armando Minelli, Don Fabricio Cellucci e Don Menotti Staffici, ha detto:  "Carissimi, è questa la terza volta che visito questo luogo sacro e la seconda che vi celebro la Santa Messa. La prima fu il 4 agosto 2007 quando era presente anche il vescovo emerito Pietro Bottaccioli, che ora partecipa a questa celebrazione dal cielo, e che ci regalò, quasi come testamento, la descrizione più bella della nostra secolare Corsa dei Ceri, con queste parole: "Nello scenario di distruzione e di morte dell 'inutile strage" (così come Benedetto XV definiva la guerra del1915-18), i nostri soldati eugubini, nel 1917, sulla linea di un fronte difficilissimo quale era il Col di Lana, incuranti del pericolo, vollero fare la corsa dei Ceri, non come semplice rito esorcizzatore della guerra ma come simbolico disegno alternativo alla guerra: disegno di festa, disegno di vita, disegno di mutua concordia e di pace. I Ceri, pur riallacciandosi in qualche modo a storie lontane e oscure, hanno accolto di fatto il messaggio ubaldiano di pace e di fraternità della tradizione cristiana e lo esprimono in grande allegrezza: hilariter, secondo la bolla di canonizzazione del santo patrono. Così, se ogni eugubino sente i Ceri nella sua più profonda sensibilità personale, nel suo DNA, pure non può viverli individualmente. I Ceri sono una grande sinfonia sociale. Non è lo sforzo isolato di qualcuno che li fa volare verso la meta, ma la sinergia di tutti"...
Quest'anno, dopo cento anni dalla corsa che i nostri soldati vollero fare proprio qui, in una pericolosissima linea del fronte della Grande Guerra, siamo tornati a considerare i disastri dell'immane tragedia, raccontata dai nomi scolpiti sulle lapidi...
Voglio sperare che contemplando le tombe dei nostri fratelli uccisi e dopo aver accolto la Parola di Dio possa nascere in noi il sentimento della pace, della riconciliazione, della solidarietà per tentare di creare una società più giusta e più solidale.
Del resto la Festa dei Ceri, nella sua generosa coralità, è un'espressione di questa benefica intenzione, nata dall'esempio di Sant'Ubaldo, cui la corsa è dedicata, che fu ed è un modello intramontabile per il suo operato tutto vòlto alla comprensione e all'accoglienza verso ogni fratello, tanto da essere stato proclamato da Giovanni Paolo II il Santo della Riconciliazione."

   

    Al termine della Messa, il Coro parrocchiale San Giacomo Maggiore di Pieve di Livinallongo ha intonato l'inno a S. Ubaldo.

   Quindi, subito dopo, i Ceri che di buon mattino i soci dell'Associazione Eugubini nel Mondo avevano provveduto ad incaviare alle barelle dei Ceri Mezzani (messe a disposizione dall'Università dei Muratori) sono stati sollevati dai Ceppi, (realizzati dal Gruppo Alpini del Col di Lana a forma di proiettile bellico), e lentamente, a passo, in mezzo ad un silenzio pieno di significati, sono stati portati al centro del Sacrario ed hanno compiuto le classiche tre girate di omaggio intorno la croce che sovrasta la fossa comune ove riposano oltre 4.700 soldati senza nome.

 

   I ceri sono proseguiti verso l'inizio della stradone che collega il Sacrario alla strada principale, portati a spalla dai tanti che hanno voluto per un attimo godere del loro peso, senza fare distinsione per il proprio, giunti all'estremità dello stradone sono sati posizionati nello stesso luogo in cui erano stati ritratti 100 anni fa, come documentano le tante foto realizzate.

    Il ritorno verso il Sacrario tra due ali di folla ha permesso ai Ceri anche di vivere, per un brevissimo tratto, un accenno di corsa per rappresentare la loro natuarale essenza.

    Dopodiché i Ceri sono entrati nel Sacrario schierati in linea frontale (assetto d'alzata) e portati anche dagli Alpini hanno raggiunto lo spazio antistante la piccola chiesa e dopo gli inchini di rito sono stati scaviati e collocati, mantenendo le statue dei Santi al loro posto, all'interno della chiesina sui basamenti preparati dall'Università dei Muratori.


Album n° 1

Album n° 2

    Poi, dopo le immancabili foto ricordo, tutti ad Arabba per il Pranzo magnificamente preparato all'interno di due grandi tensostrutture, dove sono stati serviti circa 2.000 pasti e dove si sono esibite le bande musicali (di Livinallongo - Fodom e di Gubbio).


Video n°1

Video n° 2


 

Ceri del Col di Lana - note organizzative del Centenario


    Il ruolo della nostra Associazione che è stato quello di contribuire ad alimentare il ricordo di quel fatto eccezionale ed irripetibile quale fu la corsa dei Ceri del 1917 alle pendici del Col di Lana, voluta e realizzata dai soldati eugubini, arruolati nella brigata Alpi e schierati su quel tratto di fronte. Dal oltre 20 anni l'Associazione ha organizzate tante escursioni su quei luoghi e realizzato diverse iniziative (Celebrazione del 90° dei Ceri, Statua di S. Ubaldo in vetta al Col di Lana, Fiaccola della Riconciliazione) cosicchè lentamente, anno dopo anno, il ricordo dei fatti della Guerra Guerra e di quell'evento incredibile che fu la Festa dei Ceri al fronte è definitivamente ritornato a far parte della memoria collettiva del nostro popolo.
    Con queste premesse, in previsione del centenario, già nel maggio 2015, abbiamo coinvolto la cittadinanza attraverso importanti Associazioni quali l'Università dei Muratori, le tre Famiglie Ceraiole, il Maggio Eugubino e tutte le altre 4 Università delle Arti e dei Mestieri, oltre ovviamente l'Amministrazione Comunale e la Diocesi. Ne è nato un comitato, composto dai suddetti enti, a guida del Sindaco, che ha compreso anche figure di studiosi ed appassionati della Grande Guerra, come Fabrizio Cece, Massimo Bei, Filippo Paciotti, Gianluca Sannipoli oltre a funzionari del Comune come Roberto Borsellini e Francesco Mariucci.
   Oltre a seminari e conferenze tenute in varie sedi e principalmente nelle scuole, con lo scopo di illustrare "Gubbio nella Grande Guerra" e "I soldati eugubini e i Ceri sul Col di Lana", il comitato ha organizzato anche un Convegno che si è svolto il 5 maggio 2017, presso la sala trecentesca del Palazzo Comunale.

Ceri del Col di Lana - Loro realizzazione


    I Ceri collocati nel Sacrario di Pian di Salesei sono alti 3,70 metri (un'altezza intermedia tra i Ceri grandi e mezzani) e sono tutti e tre uguali. La forma e la dimensione dei Ceri sono state rilevate grazie allo studio fatto dal Professor Paolo Belardi dell'Università di Perugia, coadiuvato dal Dott. Luca Martini e dall’Ing. Giovanna Ramaccini, sulla base delle quattro foto storiche, giunte a noi.
   Il legno d'abete, proveniente dal Col di Lana, è stato donato dal Comune di Livinallongo e dal Gruppo Alpini del Col di Lana, mentre Ceri e Santi sono stati realizzati a Gubbio, nell’ambito del citato comitato cittadino, dall’Associazione Eugubini nel Mondo mediante l’impegno dei suoi soci e il lavoro volontario di molti artigiani eugubini che per quanto riguarda la realizzazione dei Ceri sono stati i falegnami: Ivo Spigarelli, Nello Ramacci, Gino Tosti, Oliviero Biccheri e gli artisti del ferro: Lorenzo e Roberto Rampini e Stefano Traversini. Mentre i Santi sono stati gentilmente realizzati da: Demetrio Bellucci, coadiuvato dalle decoratrici Marzia Fumanti e Susanna Ceccarini e dalla sarta Manuela Marchi.
   Hanno inoltre collaborato a vario titolo: Iacopo Spigarelli (falegname), Merli Mario Trento (falegname), Roberto Minelli (gioielliere), Lucio Grassini (fotografo), Paolo Barbetti, Giuseppe Barbetti, la Falegnameria "La Saonda", Giuseppe Nuti, Enrico Palazzari, Fratelli Lupini (Fabbri), Marco Martinelli, Fausto Marionni, Sauro Silvioli e tutto il resto del Consiglio Direttivo dell’Associazione, con il Presidente Mauro Pierotti, Mauro Alunno, Paolo Berettini, Guglielmo Cencetti, Domenico Pierotti, Giziano Fiorucci, Mauro Tognoloni e Alessandro Pierotti.
    L’Università dei Muratori ha gentilmente realizzato i tre basamenti in cemento necessari per la sistemazione dei Ceri all’interno della chiesa del Sacrario di Pian di Salesei. Inoltre, su iniziativa del presidente Fabio Mariani e del Consiglio dell’Università, la stessa ha messo a disposizione le barelle dei Ceri Mezzani per essere utilizzate per esporre e muovere i Ceri durante la celebrazione del Centenario.
   Va precisato comunque che l’opera è stata realizzata a nome di tutto il popolo eugubino come cita la targa posta all’interno di ogni Cero. I Ceri sono stati presentati agli eugubini e sono rimasti esposti presso la Basilica di S. Ubaldo nell'ultima settimana di Luglio 2017.

Trasmissione di Tele Radio Gubbio
 (
sulla preparazione dei Ceri)


Servizio di Tele Radio Gubbio
 (
sulla Celebrazione del Centenario)

 

Col di Lana - Marmolada con i Fanti della Brigata Alpi
Presentazione dei Ceri del Col di Lana
Presentazione dei Ceri del Col di Lana (2)
Fine dei Lavori di realizzazione dei Ceri
 
Bollettino di S. Ubaldo - I Ceri del Col di Lana
 
Via Ch'eccoli - Era il 15 maggio 1917
 
Ciclisti sul Col di Lana per i Ceri
 Cronaca Eugubina-Celebrato il Centenario
 Corriere delle Alpi - Centenario dei ceri sul Col di Lana
 Bollettino di S. Ubaldo - Centenario al Col di Lana
 Calendario 2018 (Famiglia dei Ceraioli di San Giorgio)
 
Calendario 2018 (Associazione "L'Impegno")

 

BIBLIOGRAFIA


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Gran vuoto e tristezza - "L'Ingino", X, n°8, - Gubbio 15 maggio 1917

L'INGINO
Gli organizzatori della festa dei Ceri sul Col di Lana - "L'Ingino", X, n°11, - Gubbio 24 giugno 1917

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