Circa 2.000 Eugubini arrivati con ogni
mezzo, e giunti anche da fuori Italia (alcuni hanno anche
persorso i circa 600 km - tanto dista Livinallongo da Gubbio - in bicicletta,
impiegando tre giorni) hanno voluto essere presenti,
tutti con un fazzoletto
rosso al collo, in
ricordo di 100 anni fa, quando
"...un Cappellano
benedisse Ceri e Ceraioli: i quali in grigio-verde, con un fazzoletto rosso
al collo e al canto della famosa marcia dei ceraioli, issarono le tre grandi
"macchine" e si slanciarono su per l'erta mulattiera del Col di Lana...".
La cerimonia, svoltasi alla presenza anche di una
rappresentamza militare austriaca, è stata intensa e commovente, e si è aperta con la
deposizione di quattro corone
di fiori sulla Croce posta al centro del Sacrario proprio sopra la fossa
comune ove sono sepolti, senza un nome, oltre 4.700 giovani soldati.
La corona della nostra Associazione riportava l'epigrafe:
"Gli Eugubini di oggi ai Ceraioli del 1917, nei canti e nella preghiera
sia eterna la vostra memoria".

E' seguita poi
la parte ufficiale dei saluti delle autorità, coordinata dal
giornalista Lorenzo Soratroi.
Per primo ha portato il proprio saluto il
capogruppo del Gruppo Alpini Col di Lana, Luca Deltedesco: "A
nome mio personale e del Gruppo Alpini Col di Lana di Livinallongo,
porgo il più sentito benvenuto a tutti i presenti, alle autorità civili,
militari e religiose. Un pensiero ad una persona che non c'è più, la
maestra
Teresa Pezzei, che oggi voglio
immaginare qui presente con noi e che a suo tempo ha fortemente creduto
in questa iniziativa. Quando, ancora più di 10 anni fa, sono iniziati i
primi contatti con le 2 comunità di Livinallongo e di Gubbio penso che
nessuno potesse immaginare di riuscire ad organizzare questa cerimonia.
Manifestazione che va a collocarsi in questo periodo di
celebrazioni a ricordo del centenario della prima guerra mondiale che il
nostro gruppo ha ritenuto doveroso organizzare perché questo evento
sconvolgente ha toccato e sconvolto molto da vicino il nostro
territorio, i nostri monti, i nostri avi.
A luglio 2014 a Pieve di Livinallongo assieme alla schutzen
Kompanie Buchenstein, si è tenuta una cerimonia a ricordo dell'inizio
della prima guerra mondiale. E' stato ricordato come i nostri avi, gente
pacifica e laboriosa, facenti parte dell'allora impero austro ungarico,
furono costretti a partire in guerra per la Galizia o a partire
profughi.
Il 23 maggio 2015 qui al sacrario militare di Pian di Salesei
alla presenza del presidente nazionale degli alpini Sebastiano Favero,
si è svolta un cerimonia per il centenario dell'entrata in guerra
dell'Italia.
Il 17 aprile dello scorso anno a Pieve di Livinallongo è stata
organizzata una cerimonia del centenario dello scoppio della mina del
Col di Lana.
In questo periodo sono stati inoltre intrapresi interventi di
sistemazione di lapidi e monumenti riguardanti la prima guerra mondiale
e toccati temi interessanti come il ruolo delle donne durante il periodo
bellico.
Oggi invece rievochiamo un evento che ho definito quasi
paradossale, considerando le circostanze ed il periodo. Ricordiamo una
festa, un inno alla voglia di vivere nonostante tutto. I giovani
militari eugubini in piena guerra mondiale furono gli ideatori ed
artefici di quella eccezionale e paradossale edizione della festa dei
Ceri. Le fedeli riproduzioni ad opera dei mastri artigiani di Gubbio di
quei ceri costruiti ed innalzati cento anni fa in questo luogo,
rimarranno esposte nella chiesetta a perenne ricordo di tale evento.
Tutto questo è stato possibile grazie all'amicizia che lega il
nostro Gruppo Alpini e tutta la comunità di Livinallongo con la città di
Gubbio.
Un saluto particolare ed un ringraziamento dunque al Comitato
promotore di Gubbio rappresentato dal Comune, dalla Diocesi, dalle 3
famiglie Ceraiole, dall'associazione
maggio eugubino, dall'Università dei Muratori con a capo il presidente
Fabio Mariani, dalle altre 4 università delle arti e dei mestieri e
dall'associazione Eugubini nel Mondo rappresentata dal presidente dott.
Mauro Pierotti.
Un ringraziamento anche alle varie associazioni
del nostro Comune che a vario titolo hanno reso possibile questo evento,
il coro parrocchiale San Giacomo, il Coro Femminile Col di Lana, il Coro
Fodom, la Banda da Fodom,
la Croce Bianca, lo Sci Club Arabba, i Vigili del Fuoco Volontari e il
Soccorso Alpino.
 Interesante,
sincero e doveroso il ricordo di
Teresa Pezzei, scomparsa qualche anno fa, nel
2010, e che oltre 10 anni fa, nella sua veste di Assessore alla cultura
del Comune di Livinallongo, fu insieme gruppo degli
Alpini del Col di Lana, con a capo Valerio Nagler, e lo storico
del Gruppo
Gugliemo Gabrielli, tenace sostenitrice della
celebrazione della Ceri sul Col di Lana e del possibile
gemellaggio tra
i due Comuni (cosa che avvenne nel 2014). |
 |
 |
 |
Quindi è stata la volta del Presidente della nostra
Associazione Eugubini nel Mondo, Mauro Pierotti: “... Sul
palcoscenico della grande guerra, l'inutile strage, come fu definita da
Papa Benedetto XV, oltre alle migliaia di tragedie familiari e personali
che hanno riguardato tanti giovani strappati alla loro realtà e portati
a combattere per motivi che talvolta sfuggivano ai più, c’è un fatto
eccezionale di cui oggi celebriamo il Centenario, vale dire: Una Festa
in guerra, i nostri Ceri al fronte".
Un regio decreto, nel 1915, all'inizio della guerra vietò tutte le
riunioni civili, religiose e militari. La festa dei Ceri, la nostra
festa in onore del nostro Santo patrono Ubaldo, fu al pari delle altre
“impedita”.
Nel 1916, nonostante un serio tentativo condotto da larga parte della
popolazione eugubina tendente a fare comunque la festa, i Ceri a Gubbio
non corsero.
Fu chiaro a tutti che i Ceri si sarebbero alzati di nuovo soltanto a
guerra finita. E già... a guerra finita!
E chi meglio dei soldati poteva immaginare che tale traguardo era
alquanto lontano, difficile davvero vedere la luce in fondo al tunnel...
e allora?
Allora scatta un'idea, una di quelle idee matte, che sa di essere
irrealizzabile, ma proprio per questo diventa intrigante, allettante e
finisce per diventare una necessità, un bisogno... ecco il bisogno dei
Ceri ad ogni costo!
Come fare? Immaginiamo qualche parola buttala là da qualche soldato che
raccoglieva consensi anziché scherni o dinieghi.... un capitano con due
medaglie d'argento già puntate sul petto, Rinaldo Chelli, innamorato di
Gubbio e di una eugubina in particolare, ascolta e mostra interesse; un
cappellano di sicuro è connivente... e allora avanti, si manda un
soldato in licenza a Gubbio con lo scopo di prendere e riportare le
misure dei Ceri e ci si mette a lavorare in gran segreto e duramente
nelle baracche, per mesi, dall'inverno fino a primavera e poi… e poi
arriva maggio, il 15 maggio, il 15 maggio è un martedì quell'anno...
giorno poco indicato per una festa, ma si sa i giorni in guerra sono
tutti uguali, tutti brutti, tutti tragici, quindi un motivo in più
perché di martedì si possa fare la festa… la "festa del reggimento"...
la festa del 51° fanteria della brigata Alpi appunto.
Questo di certo ha rappresentato la scusa per fare la festa dei Ceri
durante la quale (e cito le scarne cronache giunte a noi!): “una
cinquantina di soldati, tutti eugubini, sono usciti fuori in
processione, hanno fatto la processione dei Ceri, costruiti in legno in
segreto, dai soldati stessi, sul medesimo sistema dei Ceri veri che si
sogliono portare tutti gli anni in processione a Gubbio per la festa di
S. Ubaldo” queste parole sono del cappellano del 51° fanteria, Don
Angelo Cagnaschi che racconta! Era presente ed era anche parte attiva!
Infatti un altro testimone, Gerardo Dottori lo cita e racconta: “un
cappellano benedisse Ceri e Ceraioli, (quindi il cappellano c'era ed era
d'accordo!) i quali in grigioverde con un fazzoletto rosso al collo
(come noi oggi!) e al canto della famosa marcia dei Ceraioli, issarono
le tre grandi macchine e si slanciarono su per l’erta mulattiera del Col
di Lana… e ognuno voleva raggiungere uno dei Ceri per poter dare la
spallata… tutti erano pervasi da una commozione profonda che provocava
le lacrime… tutti correvano su per la faticosa via a zig-zag che in
venti minuti fu superata” Fu così che i Ceri arrivarono alle sede del
comando militare del reggimento che era stato scelto come meta della
corsa.
Ecco! Il rito fu compiuto, la tradizione rispettata! Certamente non fu
come arrivare alla Basilica di S. Ubaldo, in cima al monte Ingino, per
depositare i Ceri dinanzi il sacro corpo del Patrono, ma c'è da giurare
che ognuno di quei grandi idealmente vi giunse con tutta la sua anima,
con tutto il suo cuore!
E fu proprio così!"
Sono seguiti
i saluti da parte della senatrice Raffaela Bellot e del
Presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti.
Per la Regione Umbria, presente con il proprio gonfalone, al pari
della Regione Veneto, ha parlato il Consigliere regionale Andrea
Smacchi, facendo notare come i Ceri siano raffigurati nel gonfalone della
Regione Umbra, ricorda tra l'altro come in quel fatto straordinario di
cento anni fa i soldati eugubini fossero stati affiancati ed aiutati da
tanti altri soldati umbri, anch'essi arruolati nella Brigata Alpi che
aveva, appunto, la sua sede a Perugia.... quindi anche Festa degli Umbri e
non solo degli Eugubini;
 |
Gli ha fatto eco il Sindaco di Livinallongo Leandro
Grones: "Per quanto ciascun paese abbia le proprie
tradizioni, le proprie usanze, le proprie credenze ed il proprio
folklore, credo che, nei nostri territori, non vi sia un luogo ove
intervengano celebrazioni così tanto sentite e partecipate come accade a
Gubbio per la Festa dei Ceri.
Ho vissuto in prima persona quest’esperienza, grazie all’invito e
alla squisita ospitalità riservatami dall’amico e collega Filippo
Stirati. Il trasporto con cui tutta la comunità eugubina vive
quest’evento ha dell’incredibile…la vita normale si ferma, per entrare
in uno spazio sospeso e profondo, nel quale si respirano coesione,
potenza, determinazione, allegria, lucidità e pure… un alone di follia…
Dal 1160 essa viene ripetuta annualmente ed ininterrottamente,
tranne che nel nel corso della prima guerra mondiale a seguito di un
decreto che proibiva assembramenti pubblici. Ebbene… accadde una cosa
straordinaria in quel tempo, 100 anni or sono… straordinaria per Gubbio,
straordinaria per Livinallongo, straordinaria per i soldati di ieri e
per noi che oggi ricordiamo, raccogliendo i significati degli eventi di
un tempo.
Accadde che nel 1917 la Festa dei Ceri si fece.
E si fece qui, tra le Dolomiti, in questa straordinaria terra
Ladina, in questa terra così lontana dalla città di S.Ubaldo, così
ostile agli eugubini di allora che erano stati mandati qui a combattere
l’Impero Austroungarico senza un perché…, su un fronte a loro
sconosciuto…..un fronte sfacciatamente impervio e dannato.
Si fece qui, dove oggi sorge il Sacrario di Pian dei Salesei, casa
eterna di quanti allora, giovani ragazzi, furono obbligati a lasciare la
propria casa, la propria famiglia…senza farvi più ritorno.
Mi permetto di interpretare la straordinarietà di questo evento per
Gubbio, perché ciò che colgo è che Gubbio vive negli Eugubini… ove essi
vanno, lì vi troverai Gubbio. E ciò è garanzia di un’identità imperitura
e non credo vi sia una forza più grande di questa che si possa augurare
di avere ad un popolo e alla sua città. La vostra numerosa e partecipata
presenza ne è concreta testimonianza.
È stato un evento straordinario per Fodom, perché ci ha permesso di
ospitare una festa unica, che in quel lontano 1917 si svolse solo da
noi, e ciò costituisce un privilegio per nulla scontato. Grazie a
quest’evento, infatti, siamo entrati nelle pagine di una storia lunga
secoli.
L’aver ospitato la Festa dei Ceri di allora, ci ha uniti a Gubbio,
ha fatto sorgere un’amicizia solida, vera, tradotta poi in
gemellaggio.., che ci permette di condividere nel corso del tempo sempre
più momenti e riflessioni caratterizzanti reciprocamente le vite delle
nostre comunità. Dieci anni fa eravamo qui per il novantesimo e da
allora, ogni anno che passa rafforza la vicinanza il legame fra Gubbio e
Livinallongo.
Straordinario, poi, è il significato di quella Festa dei Ceri alle
pendici del Col di Lana.
Un grido, un canto, un arcobaleno, un girotondo d’anime sgargianti di
colore dentro a divise grigio-verdi….. abiti severi che nulla possono a
fronte dello slancio vitale di giovani persone che ancora credevano. Nel
domani. Nella bellezza. Nel superamento dell’orrore e dell’errore. Nella
possibilità. Nella vita che pulsava nelle loro vene….. che credevano in
S.Ubaldo e quindi nella loro identità e quindi nel loro diritto, domani,
a tornare liberi di vivere ed impegnarsi lungo il proprio cammino.
Ed è, infine, straordinario per tutti noi, oggi, se sapremo continuare a
raccogliere il senso di questa straordinaria vicenda, per tenere sempre
vivo il ricordo di quella immane tragedia, perché l’uomo dalla storia
deve imparare i valori della pace! Oggi più che mai.
Grazie a tutti"
 |
il sindaco di Gubbio
Filippo Stirati: "permettetemi di estrimere un ringraziamento
particolarissiomo al sindaco di Livinallongo Leandro grones, alla
Regione dell'Umbria e alla regione Veneto per la presenza dei loro
gonfaloni, al nostro vescovo mons Mario ceccobelli, un saluto
particolare agli Alpini, nostri grandi amici, un saluto alle
rappresentaze militari del nostro esercito, ma anche a quello dei nostri
fratelli austriaci, concittadini europei come tutti Noi.... voglio
ringraziare la Diocesi, l'Università dei Muratori, le Università dei
Mestieri, l'Associazione Maggio Eugubino, le Famiglie dei Ceri, di S.
Ubaldo, di S. Giorgio e di S. Antonio, l'Associazione Eugubini nel
Mondo, grazie dott. Mauro Pierotti, Ringrazio il Prof. Paolo Belardi che
ci ha aiutato con la sua scienza e competenza a ridisegnare queste
macchine portentose, ma grazie anche alle maestranze artigiane che con
le loro mani intelligenti sanno fare ancor oggi grandi miracoli.....
Sono commosso della partecipazione di popolo...che questo episodio sia
di insegnamento perché l'umanità tragga insegnamento dalla lezione della
storia, per non commettere più gli stessi errori...."
 |
Il
Vescovo di Gubbio Mario Ceccobelli
che
ha concelebrato alla presenza del parroco di Livinallongo Don Dario
Fontana e del cappellano militare Don Lorenzo Cottali e Don Armando
Minelli, Don Fabricio Cellucci e Don Menotti Staffici, ha detto:
"Carissimi, è questa la terza volta che visito questo luogo sacro e la
seconda che vi celebro la Santa Messa. La prima fu il 4 agosto 2007
quando era presente anche il vescovo emerito Pietro Bottaccioli, che ora
partecipa a questa celebrazione dal cielo, e che ci regalò, quasi come
testamento, la descrizione più bella della nostra secolare Corsa dei
Ceri, con queste parole: "Nello scenario di distruzione e di morte dell
'inutile strage" (così come Benedetto XV definiva la guerra del1915-18),
i nostri soldati eugubini, nel 1917, sulla linea di un fronte
difficilissimo quale era il Col di Lana, incuranti del pericolo, vollero
fare la corsa dei Ceri, non come semplice rito esorcizzatore della
guerra ma come simbolico disegno alternativo alla guerra: disegno di
festa, disegno di vita, disegno di mutua concordia e di pace. I Ceri,
pur riallacciandosi in qualche modo a storie lontane e oscure, hanno
accolto di fatto il messaggio ubaldiano di pace e di fraternità della
tradizione cristiana e lo esprimono in grande allegrezza: hilariter,
secondo la bolla di canonizzazione del santo patrono. Così, se ogni
eugubino sente i Ceri nella sua più profonda sensibilità personale, nel
suo DNA, pure non può viverli individualmente. I Ceri sono una grande
sinfonia sociale. Non è lo sforzo isolato di qualcuno che li fa volare
verso la meta, ma la sinergia di tutti"...
Quest'anno, dopo cento anni dalla corsa che i nostri soldati vollero
fare proprio qui, in una pericolosissima linea del fronte della Grande
Guerra, siamo tornati a considerare i disastri dell'immane tragedia,
raccontata dai nomi scolpiti sulle lapidi...
Voglio sperare che contemplando le tombe dei nostri fratelli uccisi e
dopo aver accolto la Parola di Dio possa nascere in noi il sentimento
della pace, della riconciliazione, della solidarietà per tentare di
creare una società più giusta e più solidale.
Del resto la Festa dei Ceri, nella sua generosa coralità, è
un'espressione di questa benefica intenzione, nata dall'esempio di
Sant'Ubaldo, cui la corsa è dedicata, che fu ed è un modello
intramontabile per il suo operato tutto vòlto alla comprensione e
all'accoglienza verso ogni fratello, tanto da essere stato proclamato da
Giovanni Paolo II il Santo della Riconciliazione."
Al termine della Messa,
il Coro parrocchiale San Giacomo Maggiore di Pieve di Livinallongo ha intonato l'inno a S. Ubaldo.
Quindi, subito dopo, i Ceri che di buon
mattino i soci dell'Associazione Eugubini nel Mondo avevano provveduto
ad incaviare alle barelle dei Ceri Mezzani (messe a disposizione
dall'Università dei Muratori) sono stati sollevati dai Ceppi,
(realizzati dal Gruppo Alpini del Col di Lana a forma di proiettile bellico), e lentamente, a passo, in
mezzo ad un silenzio pieno di significati, sono stati portati al centro del
Sacrario ed hanno compiuto le classiche tre girate di omaggio intorno la
croce che sovrasta la fossa comune ove riposano oltre 4.700 soldati
senza nome.
 |
 |
I ceri sono proseguiti
verso l'inizio della stradone che collega il Sacrario alla strada
principale, portati a spalla dai tanti che hanno voluto per un attimo
godere del loro peso, senza fare distinsione per il proprio,
giunti
all'estremità dello stradone sono sati posizionati nello stesso luogo in
cui erano stati ritratti 100 anni fa, come documentano le tante foto
realizzate.
Il
ritorno verso il Sacrario tra due ali di folla ha permesso ai Ceri anche
di vivere, per un brevissimo tratto,
un accenno di corsa per
rappresentare la loro natuarale essenza.
Dopodiché i Ceri sono entrati
nel Sacrario schierati in linea frontale (assetto d'alzata) e portati
anche dagli Alpini hanno raggiunto lo spazio antistante la piccola
chiesa e dopo gli inchini di rito sono stati scaviati e collocati,
mantenendo le statue dei Santi al loro posto, all'interno della chiesina
sui basamenti preparati dall'Università dei Muratori.
Poi,
dopo le immancabili foto ricordo, tutti ad Arabba per
il Pranzo magnificamente preparato all'interno di due grandi
tensostrutture, dove sono stati serviti circa 2.000 pasti e dove si sono
esibite le bande musicali (di Livinallongo - Fodom e di Gubbio).
|
Ceri del Col di Lana - note organizzative
del Centenario
Il ruolo della nostra Associazione che è stato quello di
contribuire ad alimentare il ricordo di quel fatto eccezionale ed irripetibile
quale fu la corsa dei Ceri del 1917 alle pendici del Col di Lana, voluta e
realizzata dai soldati eugubini, arruolati nella brigata Alpi e schierati su
quel tratto di fronte. Dal oltre 20 anni l'Associazione ha organizzate tante escursioni
su quei luoghi e realizzato diverse iniziative (Celebrazione
del 90° dei Ceri,
Statua di S. Ubaldo in vetta al Col di Lana,
Fiaccola della Riconciliazione) cosicchè lentamente, anno dopo anno, il ricordo dei
fatti della Guerra Guerra e di quell'evento
incredibile che fu la Festa dei Ceri al fronte è definitivamente ritornato a far
parte della memoria collettiva del nostro popolo.
Con queste premesse, in previsione del centenario, già nel maggio 2015, abbiamo
coinvolto la cittadinanza attraverso importanti Associazioni quali l'Università
dei Muratori, le tre Famiglie Ceraiole, il Maggio Eugubino e tutte le altre 4
Università delle Arti e dei Mestieri, oltre ovviamente l'Amministrazione
Comunale e la Diocesi. Ne è nato un comitato,
composto dai suddetti enti, a guida del Sindaco, che ha
compreso anche figure di studiosi ed appassionati della Grande Guerra, come
Fabrizio Cece, Massimo Bei, Filippo Paciotti, Gianluca Sannipoli oltre a
funzionari del Comune come Roberto Borsellini e Francesco Mariucci.
Oltre a seminari e conferenze tenute in varie sedi e principalmente nelle
scuole, con lo scopo di illustrare "Gubbio nella Grande Guerra" e "I
soldati eugubini e i Ceri sul Col di Lana", il comitato ha organizzato anche
un Convegno che si è svolto il 5 maggio
2017, presso la sala trecentesca del Palazzo
Comunale.
Ceri del Col di Lana - Loro realizzazione
I Ceri
collocati nel Sacrario di Pian di Salesei sono alti 3,70 metri
(un'altezza intermedia tra i Ceri grandi e mezzani) e sono tutti e tre uguali. La
forma e la dimensione dei Ceri sono state rilevate grazie allo
studio fatto dal
Professor Paolo Belardi dell'Università di Perugia, coadiuvato dal Dott. Luca
Martini e dall’Ing. Giovanna Ramaccini, sulla base delle quattro foto storiche,
giunte a noi.
Il legno d'abete, proveniente dal Col di Lana,
è stato donato dal Comune di Livinallongo e dal Gruppo Alpini del Col
di Lana, mentre Ceri e Santi sono stati realizzati a Gubbio, nell’ambito del citato
comitato cittadino, dall’Associazione
Eugubini nel Mondo mediante l’impegno dei suoi soci e il lavoro volontario di
molti artigiani eugubini che per quanto riguarda la
realizzazione dei Ceri sono
stati i falegnami: Ivo Spigarelli, Nello Ramacci, Gino Tosti, Oliviero Biccheri
e gli artisti del ferro: Lorenzo e Roberto Rampini e Stefano Traversini. Mentre
i Santi sono stati gentilmente realizzati da:
Demetrio Bellucci, coadiuvato
dalle decoratrici Marzia Fumanti e Susanna Ceccarini e dalla sarta
Manuela
Marchi.
Hanno inoltre collaborato a vario titolo:
Iacopo Spigarelli (falegname),
Merli Mario Trento (falegname), Roberto Minelli (gioielliere), Lucio Grassini
(fotografo), Paolo Barbetti, Giuseppe Barbetti, la Falegnameria "La
Saonda", Giuseppe Nuti, Enrico Palazzari, Fratelli Lupini (Fabbri),
Marco
Martinelli, Fausto Marionni, Sauro Silvioli e tutto il resto del Consiglio
Direttivo dell’Associazione, con il Presidente Mauro Pierotti, Mauro Alunno,
Paolo Berettini, Guglielmo Cencetti, Domenico Pierotti, Giziano Fiorucci, Mauro Tognoloni e
Alessandro Pierotti.
L’Università dei Muratori ha gentilmente realizzato i tre
basamenti in cemento
necessari per la sistemazione dei Ceri all’interno della chiesa del Sacrario di
Pian di Salesei. Inoltre, su iniziativa del presidente Fabio Mariani e del
Consiglio dell’Università, la stessa ha messo a disposizione le
barelle dei Ceri
Mezzani per essere utilizzate per esporre e muovere i Ceri durante la
celebrazione del Centenario.
Va precisato comunque che l’opera è stata realizzata a nome di tutto il popolo
eugubino come cita la targa posta all’interno di ogni Cero.
I
Ceri sono stati presentati agli eugubini e
sono rimasti esposti presso la Basilica di S. Ubaldo nell'ultima settimana di
Luglio 2017.
 |
 |
Trasmissione di Tele Radio Gubbio
(sulla preparazione dei Ceri)
Servizio
di Tele Radio Gubbio
(sulla Celebrazione del Centenario)
|