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EMANUELE VENTANNI | ||
Biografia | Mostra sul Folclore Eugubino | Mostre | Litografie | Tecnica della Litografia |
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Dal 29 ottobre
fino al 20 novembre 2005
presso le Sale inferiori del Palazzo del
Municipio sono in mostra a Gubbio, con il
patrocinio del Comune, della Provincia di Perugia, della Regione dell'Umbria e
con il contributo di Mercedes-Benz, le opere pittoriche inerenti il "Folclore Eugubino". Esse consistono in raffigurazioni di eventi emblematici della vita civile e delle grandi tradizioni storiche della città di Gubbio. Le opere sono realizzate in "tecnica mista su legno". Di ciascuna opera l'artista ha realizzato una serie numerata di litografie del formato 50x70 cm. Nel 2006 ha realizzato il Palio della Balestra disputato a Gubbio e vinto da Sansepolcro con il balestriere Marco Rossi.
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Negli
ultimi anni, oltre ad essere presente nelle Fiere d'arte di Padova, Mestre e
Venturina, i
suoi lavori sono stati presentati in Italia e all'estero, in varie e
prestigiose rassegne a: Milano, Nizza, Barcellona, Roma, Lione, Venezia, Amalfi,
Benevento, Priverno (LT) e Gubbio. Da maggio del 2002 ad ottobre del 2003 ha realizzato una serie di manifestazioni pittoriche nei principali musei della Repubblica Slovacca, infatti ha esposto nel Vlastivednom, museo di Trebisove, nel Galérii umelcov Spisa di Spisskej Novej, nel Slovenskom technickom mùzeu di Kosice, al Sarisskom, museo di Bardejove e al Slovensky Rozhlas di Bratislava. Nel 2004 ha esposto ad Amalfi, presso gli Antichi Arsenali della Repubblica. Nello stesso anno lavora a Parigi, nella “Città Internazionale dell’Arte”, in Rue de l’Hotel de Ville, presso un atelier che gli viene assegnato per un periodo di due mesi all’anno. Nel 2006 l’apertura di un nuovo laboratorio ad Umbertide, presso la Chiesa di S. Agostino. Nel 2009 ha rappresentato l’Italia a Minsk in Bielorussia, dove dal 10 al 12 novembre si è tenuta “Presente ed un Presente”, manifestazione impreziosita anche dalla partecipazione di Andrea Bocelli. Oltre ai numerosi incontri tra i rappresentanti dell’Umbria e della Bielorussia, è stata inaugurata una sua mostra con circa 50 opere. Nel 2014 mostra “Noi, il sogno nel sogno” di Emanuele e Samuele Ventanni (suo figlio) nel Centro Espositivo “Rocca Paolina” di Perugia. Lo scopo della mostra è quello di rappresentare il percorso artistico parallelo che vede uniti un padre e un figlio nell’intento comunicativo di raccontare ciò che più li lega nella vita, così come nella professione: il sogno di continuare ad esprimersi per mezzo dei loro linguaggi visivi e dedicarsi, in maniera continua ed appassionata, alla loro ricerca espressiva. Nel 2015, a Siracusa in occasione dell'inaugurazione della mostra "Incontro tra Realtà e Fantasia" disse: “Riesco a dipingere di tutto però il mio soggetto ideale è senza dubbio la donna. Punto sugli occhi. Se mi colpisce lo sguardo il gioco è fatto. Il quadro non deve essere un mistero per chi lo guarda. L’arte non deve essere solo per gli addetti ai lavori. Uso la carta abrasiva e non la tela, prendo dei legni leggeri, li scurisco con dei colori creati apposta da me e con la carta vetrata disegno il volto della donna; L'arte crea emozioni e la prima persona che devo stupire quando il quadro è pronto devo essere io". |
Emanuele
Ventanni, eclettico sperimentatore di molteplici tecniche, non poteva non
avvertire il fascino della
litografia. Vi si avvicina nel modo più
congeniale, con la frequentazione dello studio dell'urbinate Vincenzo Tiboni,
tra i più esperti litografi italiani. Accanto allo stampatore l'artista avverte le potenzialità dei vari strumenti: la qualità degli inchiostri, il giusto equilibrio nell'acidificazione della gomma arabica, la varietà delle carte, la precisione dei trasporti cromatici e l'utilizzo genuino degli utensili, penna, matita, pennello, rullo e tampone. Ventanni, come in pittura, non si accontenta di quello che ha scoperto ma va alla ricerca di nuove soluzioni, così nella litografia verifica il suo linguaggio, ne saggia lo stile, aprendo così un altro capitolo al suo cammino espressivo |
Tecnica della Litografia |
La
litografìa è un'invenzione relativamente recente che risale a circa due secoli
fa. Sperimentata per la prima volta nel 1797 dal tedesco Aloys Senefelder,
si basa sul principio della
reciproca repulsione e dell'incompatibilità tra acqua e grasso. Materiale basilare è stato fin dall'inizio la pietra litografica (lithos=pietra e grafein=scrivere. Quindi "Litografia"=scrittura su pietra). Quella usata è una particolare pietra calcarea dalla struttura granulare, più o meno fine, ma molto regolare. Gli strumenti utilizzati dall'artista per realizzare il proprio disegno sulla lastra non sono destinati a inciderla, ma solo a lasciarvi un segno, essi sono la matita o il gessetto litografici, o ancora l'inchiostro litografico, da usarsi con normali penne o pennelli. La tecnica a matita è la più comune e il principio d'esecuzione è il medesimo che per le altre tecniche (a penna, a pennello, o spruzzo). Il disegno viene eseguito esattamente come se si stesse usando la matita o il gessetto sulla carta da disegno. Fatto il disegno, la lastra di pietra passa alla fase di stampa. Prima si passa leggermente la pietra con del talco. Poi si spennella con il mordente, composto da una soluzione di gomma arabica, acqua e acido nitrico. Il mordente ha lo scopo di aprire la strada alle sostanze grasse del disegno nella porosità della pietra, cioè "fissa" sulla pietra il tratto della matita litografica. Si passa ora all'inchiostratura della lastra e l'inchiostro, essendo grasso, viene respinto dalle zone bagnate dall'acqua e aderisce invece a quelle segnate dalla matita litografica. Per ottenere una copia si pone un foglio di carta sulla pietra e si preme con un rullo. Ovviamente ripetendo le operazioni si ottengono più copie, tutte uguali. Molti sono gli artisti famosi come Goya, Toulouse-Lautrec, Daumier, Redon, che si rivolsero a questa nuova tecnica per esplorare le possibilità di un'espressività speciale, che solo la litografia invero possiede.
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