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   CAMPANE A GUBBIO NEL 1941

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Censimento delle campane della diocesi di Gubbio del 1941

 1941: elenco delle campane delle chiese della diocesi di Gubbio  


Il 1° marzo 1941, in ottemperanza alle disposizioni pervenute dai prefetti di Pesaro e Perugia, mons. Beniamino Ubaldi diramò una circolare con la quale invitava i parroci della diocesi di Gubbio a redigere un censimento delle campane di tutte le chiese ricadenti nel territorio diocesano. 
L’inventario doveva contenere l’indicazione della località, della chiesa, del peso della campana, della sua data di fabbricazione e della sua composizione specifica. In mancanza di documenti o per l’impraticabilità del campanile il vescovo consigliò di attribuire alle campane un peso a stima e una composizione generica.
Entro il 20 marzo gli elenchi furono spediti ai rispettivi destinatari: il prefetto di Pesaro per quanto riguarda il comune di Cantiano; il prefetto di Perugia per il resto della diocesi.
La lista, oltremodo interessante anche se abbastanza lacunosa (non tanto per l’incertezza delle leghe o dei pesi delle campane, ma soprattutto per la mancanza delle date e delle iscrizioni di cui molte di esse erano e sono dotate), è di eccezionale importanza perché comprende ben 336 campane.
Sarebbe auspicabile redigere, ad oggi, un nuovo inventario che, grazie alla tecnologia moderna e ai tempi più lunghi a disposizione, potrebbe rivelarsi assai interessante.
Non ho ritenuto opportuno appesantire il censimento con troppe note a margine come pure sarebbe stato possibile fare.
Oltre a quelle ospitate nei campanili delle chiese, il materiale documentario disponibile elenca a parte le quattro campane del Palazzo dei Consoli
[17] e le tre del Museo Civico[18].
Non ho trovato documenti su un’eventuale requisizione per causa di guerra, ho invece reperito una circolare della Sacra Congregazione del Concilio del 1942 su una “eventuale requisizione delle campane delle chiese”
[19].

[17] Il Campanone, le due del doppio e la cosiddetta “scoletta”.
[18] - campane del museo civico;
       - campana della chiesa di Nogna -
ani dni mccxxxvi mse oct ubs (anni domini 1236 mensis octobris);
       - campana della chiesa di S. Maria di Burano -
sanctam spontaneam mentem honorem deo pati(r)ie liberationem mia de sasso ferrato me fecit MCVIII     Sotto la scritta è scolpito un Angelo che uccide Lucifero; dall’altra parte è l’immagine della vergine col Bambino.
       - campana della chiesa di s. felicissimo -
cristus rex venit in pace et deus homo, ubaldus fabrianus a.dni. MDCLXXVIII, factus est. Sotto la scritta sono scolpite quattro foglie oblunghe.
[19] Roma, 1° agosto 1942
Sacra Congregazione del Concilio
                           circolare
circa l’eventuale requisizione delle campane nelle chiese.

Eccellenza Rev.ma
Com’è noto all’Eccellenza Vostra Rev.ma, il Governo Italiano con regio decreto 23 aprile 1942, n. 505, ha stabilito di procedere ad una parziale e graduale requisizione delle campane delle chiese, eccettuandone, però, quelle delle chiese cattedrali e dei santuari e quelle di valore artistico o storico, ed avendo speciale riguardo per quelle delle chiese parrocchiali.
Attese tali disposizioni, è necessario fin d’ora accertare quali siano le campane aventi interesse artistico o storico, onde farle escludere dalla requisizione.
In vista di ciò, questa Sacra Congregazione del Concilio ritiene opportuno che l’Eccellenza Vostra inviti i parroci, i rettori e gli altri amministratori delle chiese, sia secolari sia anche religiose o regolari, esistenti in cotesta Diocesi, a redigere, ciascuno per proprio conto e con la massima sollecitudine, l’elenco delle campane che sono o si presumono di valore artistico o storico, per rimetterlo quanto prima a cotesta Curia.
Tale elenco dovrà essere corredato dalle seguenti indicazioni e documenti, cioè:
1° di copia (e preferibilmente calco) delle iscrizioni scolpite o poste in rilievo sulla campana, con l’indicazione della data di fusione e del nome del fonditore, nonché dei carattesi adoperati (latini, gotici, ecc.);
2° della descrizione (o calco) dei fregi decorativi;
3° della indicazione delle dimensioni della campana (cioè lunghezza alla bocca, e altezza fra la bocca e la sommità del corpo, esclusi così gli anelli terminali di sostegno);
4° delle eventuali altre notizie di particolare interesse della campana, e delle fotografie che fosse possibile eseguire.
Per non mettere, poi, in apprensioni cotesta buona popolazione, converrà che essa venga opportunamente avvertita che le dette operazioni non sono dirette alla requisizione  delle campane, ma invece allo scopo di ottenere dalla Autorità civile l’esenzione dalla requisizione delle campane medesime.
In base agli elementi  contenuti negli ellenchi sopra accennati, cotesta Curia, valendosi dell’opera del Consiglio Amministrativo Diocesano e della Commissione Diocesana dell’Arte sacra, procederà a quegli ulteriori accertamenti che l’importanza e la delicatezza della materia richieda, ed inviterà i predetti Organi a pronunciarsi sommariamente sul valore artistico o storico di ciascuna campana. Ne risulterà così un completo ragguaglio delle campane di pregio artistico o storico, le quali, perciò, dovranno rimanere escluse dalla requisizione.

A questo proposito è da tener presente che:

a) qualunque campana, la cui data di fusione sia anteriore al 1550, è per ciò stesso artisticamente pregevole. Tali campane si riconoscono dalla forma allungata e dal suono chiuso, oltrechè dalle scritte e dalle figurazioni decorative;
b) le campane commemorative di grandi avvenimenti religiosi o civili sono, già per questo solo, da considerarsi di interesse storico;
c) molte campane del 1600, del 1700 e del 1800 presentano accurate ornamentazioni; però, essendo queste generalmente eseguite su modelli abituali delle ditte fonditrici, tali campane non sono da considerarsi di speciale pregio, se non nei casi in cui le ornamentazioni si distinguano per notevole originalità artistica;
d) le campane che presentano un timbro di suono particolarmente pieno e dolce, oppure particolarmente vivace e brillante, sono pure da considerarsi di notevole pregio artistico. In alcune regioni, poi, si usò di costituire speciali gruppi di campane, facenti insieme un concerto artistico: nei casi in cui tali gruppi o concerti risultino particolarmente bene intonati, meritano di essere mantenuti integri;
e) in ogni tempo, anche recentissimo, insieme a campane di tipo corrente, ne sono state fatte altre di forma speciale; anche tra queste (quantunque posteriori al 1550) ve ne possono essere di vero pregio artistico.
Nei casi dubbi cotesta Curia potrà rivolgersi per consultazioni e chierimenti alla Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra (Città del Vaticano).
Quanto poi alle campane non escluse dalla requisizione, qualora l’Autorità civile, previa intesa con l’Eccellenza Vostra, procedesse alla requisizione delle medesime, cotesta Curia si assicurerà che all’atto della consegna delle campane ne sia rilasciata ai parroci, rettori o altri amministratori delle chiese la regolare dichiarazione scritta, firmata dalla stessa Autorità civile, a norma dell’art. 2 del citato regio decreto 23 aprile 1942, n. 505.
In attesa di un cortese cenno di assicurazione al riguardo, mi professo con sensi di particolare ossequio
dell’Eccellenza Vostra
aff.mo come fratello F. Card. Marmaggi, Prefetto
G. Bruno, Segretario.

  



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1941: censimento delle Campane delle chiese della Diocesi di Gubbio

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